Capitolo 28

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Solo quando fu certo che Potter si fosse arreso al sonno, Draco percorse i cupi corridoi del Manor fino a lasciarsi l'entrata dell'edificio alle spalle, ignorando il forte bisogno di imitare il moro e concedersi un minuto di tregua in seguito a quella che era stata una delle notti più lunghe della sua vita.
Ma non era ancora finita, anzi forse appena cominciata, considerando il fatto che doveva ancora fare fronte alla parte peggiore.

Arrivato in giardino alzò gli occhi verso il cielo azzurro e terso, troppo per un'estate inglese, il suo sguardo scese lungo la folta chioma verde di uno degli alberi della proprietà e il ragazzo si lasciò trascinare nel fitto boschetto di fianco al maniero, camminando fino a raggiungere uno spiazzo.

Nel centro esatto della radura, una quercia maestosa allungava le sue radici nel terreno per metri, ricavandosi più spazio degli altri alberi, distinguendosi da loro e proteggendo il suo territorio grazie ai rami massicci e contorti che lasciava cadere bassi attorno al proprio tronco.
La luce del sole filtrava attraverso le foglie verdi, irradiando il terreno sottostante solo a sprazzi, non potendo abbattere la confortevole cupola d'ombra preservata dalla fitta chioma.
Dalla prima volta che aveva visto quell'albero, un piccolo Draco Malfoy se n'era innamorato e sedersi tra le radici della pianta o sui rami bassi tanto da sfiorare il suolo era ancora di conforto al ragazzo.

Draco si avvicinò alla sua adorata quercia, ne toccò la corteccia e ne percorse le scanalature, lasciò affondare le delicate dita pallide nelle rientranze, seguendo quei movimenti con uno sguardo assente.
Si ritrovò ad appoggiare la fronte contro il tronco robusto e si concesse un respiro profondo prima di arrendersi al pensiero di dove intendeva Materializzarsi.
Ma sapeva bene che era l'unica soluzione possibile.
Chiuse gli occhi e un attimo dopo il ruvido legno di quercia lasciò le sue dita e la calma del giardino del Manor fu sostituita ben presto da grida lontane e risate divertite.

Lisciandosi la camicia allungò lo sguardo oltre gli alti campi di grano che lo circondavano, ma, nel momento in cui sporse la testa, qualcosa di tozzo entrò in fretta nel suo campo visivo, volando a tutta velocità nella sua direzione.
Prima ancora di rendersene conto Malfoy gridò a pieni polmoni e si abbassò in fretta per schivare quell'oggetto volante, trovandosi accovacciato con la testa stretta tra le mani tremanti.

"Caspita Ginny! Lancia così la Pluffa e le Holiday Harpies pagheranno fior di galeoni pur di averti in squadra."

L'esclamazione non fu raccolta, la rossa aveva alzato una mano per zittire il fratello e spingeva lo sguardo verso i campi di grano.

"Credo di aver sentito un grido"

Ronald rise e scrollò le spalle con noncuranza di fronte alla fronte corrucciata di Ginny.

"Non mi sorprenderebbe se fosse stato lo gnomo, di che ti preoccupi?"

La rossa scosse la testa e si avventurò nella direzione del lancio con passo spedito.

"No, non era un grido da gnomo"

Ribattè decisa e il fratello si limitò ad alzare gli occhi al cielo, lasciando cadere la creatura che teneva tra le mani e che si affrettò a nascondersi in un cespuglio, mentre il suo aguzzino seguiva la ragazza nei campi.

"Siete dei barbari, degli incivili traditori del loro sangue! Aggredire così i visitatori... io vi farò causa!"

I due Weasley rimasero pietrificati nel vedersi scattare davanti un Draco Malfoy rosso in viso, con i capelli scombinati e un dito accusatorio puntato nella loro direzione.
La reazione successiva di Ron fu girarsi verso Ginny con gli occhi ancora sbarrati di stupore e sollevare una mano nella sua direzione, aspettando che battesse il cinque.

Nightfall Whisper //DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora