Capitolo 20

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Col passare delle settimane, le giornate divenivano sempre più fredde e monotone, Draco era circondato solo da sguardi indiscreti e bisbigli velenosi alle proprie spalle.
Se glielo avessero detto prima, Draco non avrebbe mai creduto che parlare con Pansy gli sarebbe mancato così tanto.
Anzi, che parlare con qualcuno in generale gli sarebbe mancato così tanto.

Era arrivato al punto di borbottare tra sè e sè parole sconnesse o discorsi improvvisati solo per ricordarsi che suono avesse la propria voce.
Non lo avrebbe sorpreso, arrivato a quel punto, che Halloween sarebbe passato senza che lui avesse qualcuno con cui festeggiarlo.

Di questo gli dispiaceva da morire, non solo perchè la solitudine e l'odio che gli aveva procurato la reputazione di Mangiamorte che aveva cucita addosso e ancora incisa nella carne contro la propria volontà, lo stavano mettendo alla prova più del previsto, quanto perchè lui adorava Halloween.
E per una volta questo non aveva a che fare con Potter.

Eppure al Grifondoro in questione non sfuggiva il modo in cui Draco fosse isolato.
Certo, non era mai stato un tipo particolarmente socievole, eppure in qualche modo tutti i Serpeverde fino a quel momento avevano visto in lui una sorta di esempio e non era raro che cercassero di parlargli.
Invece ora era solo del tutto, nemmeno la Parkinson gli rivolgeva più la parola e questo portò Harry ad avere di lei un'opinione ancora più negativa di prima.

Comunque quella situazione non gli piaceva, starsene con le mani in mano a guardare quel ragazzo logorarsi e basta, peraltro facendo finta che non stesse davvero succedendo, lo mandava in bestia.
Insomma, di tempo ne era passato e con esso tanta acqua sotto i ponti, ma era come se Draco non avesse ancora imparato ad apprezzarsi per quello che era e a scendere da quel maledettissimo piedistallo.

Molto bene dunque.

Si disse Harry una sera, al dormitorio di Grifondoro, chiudendo di scatto la Mappa del Malandrino, che ormai si ritrovava ad aprire solo per tenere d'occhio Malfoy.

Se non intendi tirarti fuori da questo strazio, Malfoy, lo farò io per te.

Si alzò dal letto e si mise a cercare una felpa: nei sotterranei faceva sempre un freddo tremendo.
Fece per uscire dalla propria stanza, ma sulla soglia si bloccò e si girò a guardare il baule ai piedi del letto in cui teneva il Mantello dell'Invisibilità.

D'impulso fece per ignorare la propria coscienza che sottolineava come sarebbe stato più sgradevole che altro per Malfoy interagire, tra tutti, proprio con lui, Harry Potter.

Insomma aveva già sbagliato una volta nascondendosi e le sue azioni avevano ferito il suo orgoglio e i suoi sentimenti, senza contare che l'avevano fatto sentire in colpa per il modo in cui aveva mentito.
Tuttavia, sapere che il proprio piano contemplasse una percentuale, anche minima, di fallimento e che ciò avrebbe portato Draco a un isolamento forzato per ancora lunghi mesi, beh, questo lo convinse a commettere lo stesso errore per la seconda volta.

Prese il Mantello e tornò nei panni di James, uscendo dalla torre di Grifondoro e scivolando per i corridoi del castello, illuminati solo da sottili raggi di luna che filtravano dai mosaici delle vetrate, fino a raggiungere i sotterranei, dove dormivano i Serpeverde.

Si sorprese di ricordare perfettamente quale fosse la stanza di Draco perfino senza la Mappa del Malandrino.
In ogni caso quella gli era stata utile in precedenza, si era accorto come quell'anno Draco nemmeno avesse un compagno di stanza data la carenza di iscritti di Serpeverde dell'ottavo anno.

Harry capiva quelli come Zabini e Nott... dover scegliere se sottoporsi a un calvario costante o stasersene a casa in santa pace non doveva essere poi così difficile, ma allora non poteva fare a meno di chiedersi come mai Draco invece fosse tornato.

Nightfall Whisper //DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora