Capitolo 13

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Esattamente come si aspettava Draco, l'argomento "James" non fu più ripreso da Blaise e nemmeno lui si azzardò a minare al suo orgoglio dimostrando un interesse tanto insistente sulla questione.
Si può dire che cercasse di sembrare più indipendente dalla cosa di quanto non lo fosse davvero.

Chiaramente a Zabini bastava guardare l'amico per capire le sue preoccupazioni: dal modo distaccato con cui ingeriva controvoglia la sua colazione, al semplice fatto che, quando credeva di non essere osservato, scandagliava attentamente la tavolata dei Corvonero.
Il mulatto non sapeva cosa pensare... era la prima volta da quando lo conosceva che gli occhi di Malfoy non si mettevano istintivamente alla ricerca di Potter, eppure... allo stesso tempo era proprio lui che stavano cercando, di nuovo, senza nemmeno saperlo.

Se James fosse davvero esistito, allora sì, sarebbe stato un buon segno.
Ma non era così, Draco dava la caccia a un vero e proprio amico immaginario, che guarda caso, aveva carne ed ossa solo nel suo grande amore e nel suo peggior nemico.
Blaise strinse la presa sul bicchiere, profondamente disturbato.

Aveva senza dubbio fatto bene ad allontanare Potter da Draco, era incredibile come quel ragazzo stesse pericolosamente ricoprendo troppi ruoli importanti nella vita del suo amico... di questo passo, senza Harry cosa sarebbe rimasto di Draco?
Ma cosa poteva capirne di questa situazione quel Grifondoro imbecille?

Corvonero...

Solo a ripensarci il mulatto trattenne una risata a fatica, suscitando l'attenzione di Malfoy.

"Cosa genera questo tuo accesso di ilarità, Blaise?"

"Guarda che ho capito che ce l'hai con me, non serve che mi parli strano."

Non ricevette risposta a quella provocazione, come per sottilineare il concetto, il biondo si alzò da tavola e lasciò la Sala Grande.
Blaise Zabini alzò gli occhi al cielo, poi li posò sul tavolo dei Grifondoro, quasi inavvertitamente.
Harry Potter teneva la forchetta sospesa a mezz'aria in un gesto interrotto e osservava con fare distaccato Malfoy che usciva dalla Sala.

Al mulatto venne spontaneo assottigliare lo sguardo e fu come se il Grifone l'avesse sentito, perchè si voltò a guardare lui, dapprima con un espressione indecifrabile, poi nei suoi occhi fu gradualmente sempre più chiara l'intenzione esplicita di lanciare una sfida all'amico del biondo.

Potter aveva trascorso l'intera nottata precedente a farsi cullare dall'umiliazione, dalla vergogna e dalla rabbia.
Quelle emozioni erano decantate fino a trasformarsi in un'intenzione molto chiara: se non aveva agito in modo da meritarsi il meglio di Malfoy, allora avrebbe fatto in modo che così fosse.
Se aveva sbagliato nascondendosi, e aveva senza dubbio sbagliato, allora si sarebbe mostrato apertamente fino a riconquistare la confidenza con Draco.

Più o meno per questo motivo aspettava trepidante e avido di rivalsa l'ora di Pozioni con i Serpeverde.

"Harry, non mi sembra il caso..."

Un Ron decisamente troppo pallido, era appena stato messo al corrente dei pensieri del suo migliore amico e tentava invano di farlo ragionare.

"No, non sono d'accordo. Se te la senti Harry, nulla ti vieta di provarci... dopotutto non è nulla di grave nè di eclatante."

Sostenne di rimando Hermione prima che effettivamente il riccio potesse dire qualsiasi cosa.

"Beh, un po' eclatante lo è"

Nightfall Whisper //DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora