Capitolo 35

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Perchè non avesse scelto di andare direttamente al San Mungo, Harry non se lo sapeva spiegare.
Probabilmente, si sarebbe detto in seguito, determinati trascorsi lo avevano portato a dubitare delle istituzioni magiche.
Certo, si trattava di un ospedale, ma c'era qualcosa in quel posto che l'aveva sempre inquietato, forse perchè aveva visto lì solo pazienti che non si stavano riprendendo, fatta eccezione per il Signor Weasley a suo tempo.

Dunque, nel momento in cui scelse di Materializzarsi alla Tana, fu perchè vide Draco con lo sguardo vuoto e stralunato che lo raggiungeva al centro di una corsia d'ospedale e, incapace di rivolgergli anche solo una parola, gli regalava la cartina di una caramella Mou.
Contrapposto a questa immagine, c'era il calore della Tana, Hermione e la sua scaltrezza nel riconoscere le fatture e i contatti necessari con l'Ordine, o almeno con i rimasti.

"Harry che è successo!"

Strillò Ginny, aprendo la porta di casa mentre un tuono rieccheggiava nel cielo nero alle spalle del moro che, zuppo fino alle ossa, stringeva tra le braccia il corpo privo di sensi di Draco Malfoy, rivolgendo alla ragazza uno sguardo debole e disperato.

Lei comprese al volo e corse in casa, il Grifondoro la seguì, la sentiva gridare, chiamava Hermione, Ron e i suoi genitori.
Scesero tutti quanti mentre Harry adagiava Draco sul divano, inginocchiandosi vicino al suo viso, ordinandogli le ciocche di capelli fradici dietro le orecchie.

"Di che colore era la fattura?"

La voce salda e sbrigativa di Hermione che scendeva le scale in quel momento, accompagnata da un tomo che, nonostante il suo aspetto a dir poco oneroso, le fluttuava alle spalle.

Harry taceva, pietrificato, gli occhi fissi sul viso del ragazzo, più pallido e freddo che mai.
Quella vista lo stordiva, faceva paura, una paura folle ed irrazionale, ma che questa volta non lo attizzava, nè lo costringeva a trovare in fretta una soluzione.
No, quella paura era come le gocce di pioggia: gli penetrava sotto i vestiti fin dentro alle ossa, congelandole e rendendolo impotente.

Solo in un'altra occasione Harry sapeva di poter provare una sensazione molto simile, come se non si potesse mai più essere felici.
Mentre stringeva d'istinto la mano del  biondo e un gemito strozzato sfuggiva al suo controllo, temette che il suo Molliccio potesse cambiare.

"Di che colore, Harry."

Non era nemmeno più una domanda, la voce di Hermione che aveva formulato quelle parole era perentoria, aveva dato forma a un ordine.
Aiutò, il moro si riscosse quanto bastasse per rispondere debolmente.

"Bianca, opalescente"

Come se avesse già le idee chiare sulla questione che le era stata posta, la Granger si affiancò ad Harry, spingendolo a spostarsi.

"Harry, lascialo respirare ok? Vammi a prendere la borsa delle fiale"

"No"

Il moro tremò e strinse con forza la mano di Draco, razionalmente sapeva che avrebbe fatto meglio a dare retta all'amica, che non poteva fare niente per aiutarlo, ma non se la sentiva di andarsene, aveva troppa paura e se l'avesse fatto... avrebbe mai avuto la forza di tornare?

Hermione strinse saldamente la spalla dell'amico, il suo sguardo diceva tutto quello che serviva fosse detto, fu in grado di far cedere completamente Harry.
Era scoppiato a piangere, tanto forte che la ragazza credette che quelle lacrime potessero arrivare a soffocarlo, stringeva la mano del biondo, la teneva vicino al proprio viso e cercava di dire qualcosa.

Non avevano tutto il tempo del mondo, la Granger sapeva di dover agire in fretta per far sì che le condizioni di Malfoy non si agravassero ulteriormente, ma aspettò, accarezzando dolcemente la schiena di Harry finchè lui non fu in grado di confessare cosa lo stesse tormentando.

Nightfall Whisper //DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora