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Se Bai Bai l'avesse vista regalare del vino, l'avrebbe picchiata tanto da spezzarle in due la schiena. Perciò era chiaro. Bai Bai non doveva vederla.

Yu riempì il vassoio di piattini di prelibatezze: uova di quaglia, lumache arrosto, zuppa di nidi di rondine.

Vi aggiunse le tazze di vino tiepido.

Normalmente non avrebbe mai caricato tanto un solo vassoio, il rischio di rovesciare tutto era troppo grande.

Ma l'ordine era per un tavolo da sei, amici che non si vedevano da tempo e volevano festeggiare. E Yu riuscì a infilare nel vassoio anche una settima tazza.

Fece un bel respiro, afferrò il carico, che era pesantissimo, e attraversò la sala quasi di corsa, sperando che la velocità per qualche strano motivo la aiutasse a tenere il liquido dentro le ciotole senza rovesciar niente.

Era tardi. La locanda era piena di gente che gridava e il pavimento si era fatto unto e scivoloso. Le lanterne di carta appese al soffitto ondeggiavano in macchie irregolari di luce.

Cadrò si disse Yu. Cadrò e inciamperò e Bai Bai mi picchierà.

Il vassoio iniziò a tremarle fra le mani. Lo fermò con la pura forza di volontà.

No, si disse. A qualunque costo.

Quasi scaraventò il vassoio sul tavolo, un sobbalzo così forte che i sei amici smisero di ridere.

— Scusate signori — balbettò. — Faccio in un attimo.

Cominciò a distribuire piattini e tazze, partendo dall'uomo che sedeva al posto d'onore, quello rivolto verso l'entrata. La seconda tazza la mise davanti al signore alla sua sinistra, poi a quello alla destra, ancora sinistra, a quel punto piroettò, allungò una ciotola al nonno di Wei che stava seduto al tavolo a fianco. Tornò a voltarsi. E distribuì le ultime.

Fece tutto molto rapidamente, senza esitare, sperando ancora una volta che la velocità le fosse d'aiuto. Trattenne il fiato.

Molte cose potevano andar storte in quel momento. Uno degli uomini avrebbe potuto protestare perché aveva servito un vecchio prima di lui. Oppure Bai Bai poteva saltar fuori dalle cucine armato di bastone.

Ma gli amici erano allegri, parlavano, nessuno si era accorto di niente.

Yu prese il vassoio, lo mise sotto braccio e corse via.

Aspettò.

Quando la prima lanterna si spense, Bai Bai avvertì i clienti che era ora di chiudere, i tavoli iniziarono a svuotarsi.

Quando anche la seconda lanterna si spense, Bai Bai ripeté l'invito.

Alla terza lanterna, il locandiere prese una canna di bambù e cominciò a scacciare gli ultimi rimasti, quelli così ubriachi che non erano capaci di andarsene con le loro gambe.

Tra loro c'era anche il vecchio Peng. Il locandiere gli rifilò una staffilata sulle gambe.

— Nonnetto, levati di torno, il locale è chiuso!

Il vecchio bofonchiò, e Wei si mise in mezzo: — Non picchiate mio nonno, signore. È molto anziano.

— È molto sbronzo, invece. Portalo via di qui.

— Aspetta — disse Yu. — Ti aiuto.

Si infilò sotto un braccio del vecchio e fece forza per sollevarlo. Wei fece la stessa cosa dall'altra parte. Il nonno si alzò. Teneva gli occhi chiusi, come se stesse dormendo.

La locanda di Bai Bai stava in un vicoletto vicino al porto, tra i moli e le vecchie mura. La notte era calda e umida, silenziosa. In lontananza si sentiva lo sciabordio del grande fiume.

— Dove abitate con tuo nonno?

— Vicino alle Tredici Case.

Era il quartiere dove vivevano i diavoli stranieri. Yu li aveva visti qualche volta e li trovava disgustosi. Erano alti e irsuti, puzzavano in modo rivoltante. Secondo la vecchia Jia non si lavavano mai, si limitavano a cambiarsi i vestiti ogni tanto.

— Ti accompagno?

— No, grazie. Ce la faccio.

— Ma è lontano.

Dalla locanda alle Tredici Case c'erano almeno tre li. Quindici o venti minuti di buon passo: un po' troppo per un ragazzino con un vecchio svenuto sulle spalle.

— Non importa — disse Wei.

Il nonno in quel momento alzò la testa, aprì un occhio, uno solo, e lo puntò su Yu.

— Bambina... Tu... Grazie.

Lei immaginò che fosse per il vino, ed era quello che stava aspettando. In realtà aveva sperato che al momento di fargli la sua proposta, il vecchio fosse un po' meno ubriaco di come sembrava, ma pazienza. Non sapeva se avrebbe avuto un'altra occasione.

— Prego — rispose. — Però non era gratis.

— Non ho... Non ho...

— Non voglio soldi. Voglio che tu mi insegni le arti marziali. Come hai fatto con Wei.

Quelle parole sembrarono riscuotere un po' il nonno, che si drizzò.

— Sei una bambina — osservò.

— Ti ho dato il vino, mi devi qualcosa in cambio. Devi insegnarmi.

— E se lo faccio... tu... altro vino?

Yu ci pensò su.

— Magari ogni tanto — disse. — Se riuscirò a prenderlo a Bai Bai.

— Allora affare fatto — biascicò il vecchio. — Vieni... domani.

— Alle Tredici Case?

Il nonno barcollò e Wei si affrettò a sostenerlo perché non cadesse.

— No — disse. — Al laghetto...

— Il laghetto vicino alla porta di Nord-Est — spiegò subito Wei. — Di solito andiamo lì per fare i nostri esercizi. Verso l'ora della scimmia.

La locanda si trovava a Sud-Ovest, quindi Yu avrebbe dovuto entrare dentro le mura poi attraversare tutta quanta la città. Una distanza di otto o nove li. Scappando subito dopo il turno del pranzo, sarebbe tornata indietro appena in tempo per la cena.

Era pericoloso.

E Bai Bai avrebbe potuto accorgersi della sua assenza. Picchiarla molto.

— Va bene — promise. — Ci sarò.

— D'accordo — disse il vecchio Peng.

Si appoggiò di nuovo alle spalle di Wei. Poi, ondeggiando di qua e di là, col passo malfermo degli ubriachi, nonno e nipote si diressero nella notte verso casa.

La più grandeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora