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Non capiva cosa stava succedendo.

Yu si rialzò, confusa, gli occhi pieni di lacrime, massaggiandosi la faccia.

Le si fecero intorno. Erano cinque, tutti maschi. Il più piccolo aveva circa la sua età, il più grande sui dodici anni.

Erano vestiti eleganti, con scarpe, pantaloni e camicie, tranne due che erano senza maglia e un altro che se ne stava completamente nudo e sgocciolava sulle tavole del ponte.

— Perché guardi Guo Huiliang? Non hai mai visto un ragazzo nudo?

— Non dirle il mio nome, sciocco.

Aveva forse nove anni ma si comportava come se fosse il capo: era magro, il corpo liscio e bruno, la treccia inzuppata d'acqua che gli arrivava fino a metà schiena.

Si voltò verso di lei e Yu ebbe paura perché non aveva mai visto occhi come quelli. Erano gelidi. La guardavano come si potrebbe fissare un sasso o una rana.

— Cosa volete da me? — balbettò la ragazzina.

— Soltanto divertirci — rispose Huiliang.

— Lasciatemi in pace. Devo andare, ho fretta.

— Avete sentito? La sorellina ha fretta. Non vuole perdere tempo con noi. Allora dovremmo lasciarla andare. — Sorrise di un sorriso che era solo una smorfia della bocca. Gli occhi restarono di ghiaccio. — Ma prima... Perché non fai un tuffo con noi nel fiume?

— No... — balbettò Yu.

— Non sai nuotare? Possiamo insegnarti. Vero?

Yu si guardò intorno. Il fiume era affollato di barche, le strade di gente. Poteva gridare e chiedere aiuto, magari. Ma chi sarebbe arrivato in sua difesa?

I vestiti di quei ragazzi erano di seta, le camicie avevano alamari dorati. Dovevano essere figli di qualche mandarino o di un ricco mercante.

Lei era solo la servetta di Bai Bai.

Huiliang fece un gesto e gli altri quattro strinsero il cerchio. Yu poteva combattere o arrendersi, e non aveva dubbi su cosa fosse meglio fare.

Saltò addosso al bambino della sua stessa età, che le sembrava l'avversario più facile da affrontare.

— Oh oh, guardate. La sorellina ha le unghie!

Yu attaccò proprio con le unghie, graffiando la faccia del bambino con tutta la sua forza. Le sue dita piccole tracciarono strisce di sangue sulla pelle dell'altro. Che gridò. Yu partì alla carica per spingerlo e farlo cadere, ma i suoi compagni la afferrarono da dietro. La strattonarono. Yu si voltò per colpire chi la attaccava con una gomitata, però una mano le bloccò il braccio e glielo torse all'indietro con violenza. Yu gridò. Scalciò.

Le afferrarono una gamba poi l'altra.

— Forza ragazzi — disse Huiliang. — Portiamola al fiume. Insegniamole a nuotare.

Yu venne sollevata di peso, cercò di divincolarsi ma cinque avversari erano troppi, per lei, e troppo forti. La trascinarono sotto al ponte, proprio sulla riva del canale.

— Togliamole la tunica — suggerì uno dei ragazzi.

— Ma sì, non vorremo bagnarle i vestiti — ghignò un altro.

Yu gridò, tentò ancora di scalciare. Le sciolsero il nodo della cintura e lei capì che non glielo avrebbe permesso. Mai. A qualunque costo.

Si girò su se stessa e affondò i denti nella mano del ragazzo più vicino. Morsicò forte, a fondo, finché sentì nella bocca il sapore del sangue.

Quello gridò e la lasciò andare, poi la colpì con un pugno alla schiena. Yu ignorò il dolore, si divincolò ancora, come un serpente, e scalciò per liberarsi i piedi. Centrò qualcosa di molliccio, una pancia forse, riuscì a poggiare un piede a terra e strattonò, sentì una mano che cercava di afferrarle il collo e si girò e morsicò ancora. Scricchiolio di ossa, un altro grido. Adesso aveva entrambi i piedi a terra. In un frammento di lucidità vide Huiliang che la fissava sorridendo, dietro di lui l'acqua scintillante del fiume. Una via di fuga, pensò. Forse l'unica.

Corse da quella parte come se volesse attaccare Huiliang alla disperata, invece all'ultimo si piegò di lato e si tuffò in acqua, che era calda e densa come brodo.

— Attenti — gridarono. — Scappa!

La tunica senza più cintura si inzuppò d'acqua e le fluttuò intorno come l'ala di una manta, per un momento Yu si fece prendere dal panico. Non era una gran nuotatrice. Le aveva insegnato la vecchia Jia, in certi pomeriggi caldi in cui non c'era molto lavoro e si poteva andare al porto a rinfrescarsi.

Ma adesso era un'altra cosa.

Yu riemerse in superficie e si riempì i polmoni d'aria, si voltò, vide che Huiliang si era tuffato dietro di lei per riprenderla.

Cercò di nuotare più che poteva per distanziarlo, spostandosi verso il centro del canale, ma l'altro era molto più veloce di lei. La raggiunse e le afferrò un piede. Con quello libero Yu scalciò, centrò Huiliang proprio sul naso, lo sentì gorgogliare e lasciare la presa.

Accelerò ancora, nuotando freneticamente.

— Ehi dove vai! — le gridò un barcaiolo. — Attenta.

Yu passò proprio a un palmo dallo scafo. Rischiò di andarci a sbattere contro, non successe. Ancora due bracciate e arrivò all'altra riva.

Era fradicia, le mancava l'aria dai polmoni, e sentiva male dappertutto.

Guardò l'altra riva dove vide che Huiliang era tornato all'asciutto. Si teneva la faccia tra le mani e tutti i suoi compagni gli si erano radunati intorno.

— Me la pagherai — le gridò il ragazzo. — Ti ritroverò e te la farò pagare cara, mi hai capito? Hai la mia parola d'onore.

Yu non si fermò per rispondere.

Adesso era dalla parte opposta del fiume, quella giusta, quella dove si trovavano le mura e la terza torre che lei doveva superare per arrivare nel cuore della città.

Cominciò a correre da quella parte, stringendosi la tunica addosso, tremando tutta come se avesse la febbre.

La più grandeOù les histoires vivent. Découvrez maintenant