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Mago degli Inganni aveva trasformato la Collina Rossa in una reggia.

La strada che dalla spiaggia si arrampicava su per il pendio era larga e comoda, circondata di siepi e pali di bambù da cui pendevano graziose lanterne.

Il palazzo era stato ampliato con una nuova ala, e c'era anche una grande stalla per i cavalli e un ampio piazzale lastricato, ricavato facendo abbattere un pezzo di foresta.

Yu provò un'immediata antipatia per quello sfarzo. Era inutile e pericoloso, perché tagliando gli alberi Mago si era privato della protezione più importante del palazzo: la segretezza.

In compenso quel lusso, e l'incuria in cui versavano i posti di guardia in giro per l'isola, indicavano che Mago badava più all'apparenza che alla propria sicurezza, e questo era incoraggiante.

— Sei sicura di voler andare da sola? — le domandò Orso Nero, che aveva insistito per accompagnarla.

— Se avrò bisogno di te, lo capirai — rispose Yu. — Ma non succederà.

A quell'ora della sera il piazzale era vuoto, c'erano solo due pirati di guardia davanti alla porta e altri tre che cercavano di montare un grosso cavallo nero.

Non dovevano essere esperti di equitazione, o forse avevano bevuto, e continuavano a cadere per terra mentre il cavallo sopportava con un misto di pietà e noia.

Yu, che coi cavalli non andava molto d'accordo, non si sentiva di prendere in giro quei poveretti.

Lasciò il suo nascondiglio fra gli alberi e saltò fino al primo piano del palazzo. Era delimitato da una piccola tettoia ornata di statue d'oro in forma di pesce, drago e fenice: un tipo di decorazione che veniva permessa solo nelle residenze imperiali.

Yu atterrò proprio sulla tettoia e camminando sulle tegole  raggiunse la finestra di quello che un tempo era stato il suo ufficio personale. Era chiusa, ma appoggiando le mani sull'intelaiatura riuscì a farla scorrere per sbirciare all'interno.

La stanza a quanto pareva era stata adibita a magazzino: rotoli di stoffa, casse, mobili accatastati. Niente di interessante.

Yu saltò sul cornicione del secondo piano, di nuovo scostò la finestra sentendo grida e risate. Intravide una stanza ammobiliata di divani sfarzosi, un gruppo di giovani stava facendo una festa.

— Passami il vino — disse una delle ragazze. — È il più buono che abbia mai bevuto.

— Eh — rispose un ragazzo — Mago si tratta bene... Ha gusti raffinati.

— Lo vedo. Dov'è, che mi piacerebbe dirgli due parole in privato?

Ridacchiò, un po' brilla, e l'altro rise forte e se la mise sulle ginocchia.

— Lascia perdere, Mago non è roba per te. E poi in questo momento è nella pagoda con Goccia di Rugiada, la sua favorita...

— La favorita della settimana, vuoi dire — esclamò un'altra ragazza, e tutti risero.

Yu si scostò dalla finestra.

Non le risultava che ci fossero pagode nel palazzo, ma a quanto pare Mago degli Inganni si era dato a grandi ristrutturazioni.

Saltò dal secondo piano fino al terzo e da lì al tetto, per potersi fare un'idea dell'architettura complessiva del palazzo. Era costruito grossomodo come un quadrato, intorno a un grande giardino centrale.

Al centro del parco era stato scavato un torrente che scorreva tra pietre lucide intorno a una piccola isola, con un ponticello di legno per raggiungerla.

La più grandeWhere stories live. Discover now