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Quella notte Yu non riuscì a prendere sonno.

Restò sveglia a guardare dal suo terrazzo la luna, la baia di Hong Kong, il porto dove la nave di Wei si muoveva lentamente nella risacca.

Avrebbe avuto voglia di correre da lui, di stringerlo. Di picchiarlo. Di baciarlo.

Tutto il lunghissimo racconto del pomeriggio continuava a ritornarle addosso a ondate, in un'altra risacca fatta di ricordi.

Era così, dunque.

Per tutta la vita Yu e Wei si erano rincorsi, sfiorati, senza mai toccarsi. Nessuno aveva mai saputo niente dell'altro. Si erano amati e odiati a distanza, senza mai dimenticarsi, e adesso...

Cosa voleva Wei? Perché era venuto a Hong Kong, da solo, su una giunca imperiale?

Yu voleva saperlo subito, era stanca di misteri.

Perché no, si disse. Perché no.

Indossò i suoi abiti da pirata, pantaloni e maglia di tela. Legò Schiuma del Mare alla cintura. Quindi balzò dalla terrazza fino a terra.

Atterrò proprio sulla pietra d'argento che nascondeva il libro perduto di Peng, e le sembrò un segno del destino: un'altra volta era scappata a quel modo da palazzo, per andare da Wei. E ne era seguito il periodo più buio della sua vita.

Stavolta sarebbe stato diverso.

Corse per la boscaglia scendendo dalla Collina Rossa fino alla spiaggia.

Dal villaggio provenivano ancora voci e musica, ai pirati piaceva tirar tardi, e anche al posto di guardia del porto erano tutti svegli.

Un pirata, riconoscendola, saltò sull'attenti.

— Stiamo sorvegliando la nave imperiale, Lama Volante — disse. — Non è sceso nessuno.

— Lo so — rispose Yu. — Volevo solo avvertirvi che sto per salire a bordo io. Devo parlare con il comandante.

Il pirata fece una faccia strana, forse pensava che fosse pericoloso, ma aveva troppo buon senso per dirglielo direttamente.

Yu si incamminò lungo il pontile, e quando arrivò sotto la giunca imperiale, una voce dall'alto gridò: — Chi va là?

— Chiama il tuo comandante — ordinò.

— Cosa devo dirgli?

— Che non ho voglia di aspettare domani.

Dopo qualche minuto, dalla murata si affacciò Wei.

Indossava lo stesso changshan che aveva messo per parlare con lei, e aveva ancora la treccia ben acconciata.

— Non stavi dormendo? — gli domandò.

— No. Vuoi salire, o scendo io?

La notte era fresca ma piacevole, e Yu non aveva voglia di stare al chiuso. Wei scese a terra e percorsero all'indietro il pontile, poi si misero a camminare sulla spiaggia, uno accanto all'altra, i piedi carezzati dal gesto incessante della marea.

C'erano molte cose che Yu avrebbe voluto dire a Wei, e non sapeva da dove cominciare.

Fu lui a parlare per primo: — Hai preso la tua decisione? Sei venuta per uccidermi, come volevi fare questo pomeriggio?

Yu sorrise. — Non lo so ancora. Prima vorrei sapere perché sei tornato.

— Per consegnarti questa.

Tolse dalla manica un cilindro di legno laccato, col coperchio chiuso da un sigillo. Yu lo scrutò attentamente alla luce della luna. Lo riconobbe. Ma anche così, era molto difficile crederci.

La più grandeWhere stories live. Discover now