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Una cosa che Yu aveva sempre ammirato di Abbondanza era la capacità di mettere in piedi un banchetto colossale anche senza preavviso.

— Ma se tu me lo dessi, questo preavviso, non sarei costretto a fare i salti mortali.

Yu sorrise. Il cuoco, che ormai andava per i sessanta, non aveva mai perso la sua passione per i brontolii.

— Sono sicuro che sarà tutto delizioso — lo rassicurò.

La cena venne servita nel salone principale del palazzo. Yu chiamò tutti gli eroi che in quel momento si trovavano a Hong Kong: Tigre Scarlatta, Orso Nero, Bel Ragazzo, Gigante di Pietra, Annusa il Vento, Medusa Dorata, Nuvola di Grandine, Jianguo.

Volle anche Loto Danzante, che padroneggiava meglio di tutti loro l'arte della conversazione, Wen e Xin, e altri ancora per far sì che le persone a tavola, contando i suoi tre ospiti, fossero cinquantuno.

Ma quando Farfalla Notturna annunciò che gli ospiti erano arrivati, nel salone entrò Wei da solo.

Negli ultimi dieci anni si erano visti soltanto tre volte: la prima si erano baciati. La seconda lui l'aveva condannata a morte. E la terza l'aveva salvata.

Adesso Yu si prese un po' di tempo per osservarlo con attenzione.

Li Wei era uno di quegli uomini fortunati che, col passare del tempo, acquistano fascino.

Indossava un elegantissimo changshan color della giada, con la giacca chiusa da alamari dorati e la gonna intessuta di fiori. Dal cappello, anche quello color della giada, scendeva la lunga treccia dell'acconciatura manciù.

Yu ne ammirò le spalle larghe e il passo atletico da maestro delle arti marziali. Aveva la grazia dei guerrieri dell'Aria e dell'Acqua, unita a una forza quasi selvaggia. Era intrigante.

— Chiedete al nostro ospite — disse — perché è venuto da me senza accompagnatori.

Wei si inchinò e le rispose direttamente. — L'umile ambasciatore che vedete sperava di poter cenare con voi in privato. Ha chiesto dunque ai suoi accompagnatori di aspettarlo sulla nave. Spero che ciò non vi dispiaccia.

Yu non rispose, ma fece cenno di portar via le due sedie in più, e Wei si accomodò all'unico posto rimasto.

Da cinquantuno erano adesso quarantanove. Nel libro dei mutamenti era il sovvertimento: "è propizio intraprendere un nuovo progetto, e attraversare la grande acqua".

Interessante, pensò Yu.

Un altro uomo si sarebbe sentito a disagio, trovandosi davanti una folla di pirati. Non Wei.

Parlò amabilmente con Loto Danzante delle ultime novità di Canton, e quando venne servita la cena, mangiò con gusto, lodando più volte le abilità del cuoco.

In realtà sembrava essere l'unico che apprezzasse davvero la cena, e la sua voce allegra riempiva la stanza, per il resto piuttosto silenziosa.

Quando Abbondanza servì degli spiedini, un pirata ne prese uno dal piatto e lo lanciò verso il viso di Wei, che stava voltato dall'altra parte.

Lui lo afferrò comunque al volo, bloccandolo fra due dita. Si girò, sorrise, disse: — Credo che vi sia scappato di mano — poi lo restituì con bei modi al legittimo proprietario.

Al termine della cena, prima di congedarsi, Wei si inchinò di nuovo verso Yu e disse: — Quest'umile ambasciatore si augura di potervi parlare in privato, domani.

— Vi manderò a chiamare appena mi sarà possibile — rispose Yu. Era la prima parola che gli rivolgeva.

Ordinò a Tigre Scarlatta di accompagnarlo di nuovo alla sua giunca, e che la nave imperiale venisse sorvegliata senza sosta da uomini armati.

La più grandeWhere stories live. Discover now