Quattordici anni - 18

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Humen.

O, come lo chiamavano i diavoli stranieri, Bocca Tigris.

Lo stretto in cui il fiume di Perle con i suoi canali, le biforcazioni, le isole, dopo un viaggio di oltre quattromila li si gettava finalmente nel mar della Cina.

Era l'ora della lepre e veniva giù una pioggerellina impalpabile che era come umidità condensata. Yu stava appoggiata al parapetto del castello di prua, gli spruzzi d'acqua salata le frustavano la faccia e inzuppavano i capelli cortissimi.

Se li era tagliati all'improvviso, la settimana prima, usando uno dei coltelli da cucina di Abbondanza.

Nemmeno lei sapeva perché l'aveva fatto. O meglio, lo sapeva, ma non lo avrebbe mai ammesso con nessuno.

Era successo una notte, molto tardi, verso la quarta veglia. Yu aveva lavorato tutto il giorno: Abbondanza si era messo in testa di pulire la stiva e controllare ogni botte perché, in effetti, l'odore che veniva da là sotto era rivoltante. Pesce secco, soia fermentata, verdure inacidite.

Al tramonto Yu era esausta e forse proprio per questo non era riuscita a prender sonno, così si era arrampicata sull'albero maestro e, approfittando del fatto che tutti dormivano, aveva iniziato ad allenarsi nelle arti marziali.

A volte lo faceva anche di giorno, chiedendo a Piccola Furia o Tigre Scarlatta di darle qualche lezione. Ma la notte era il suo momento privato, quello in cui si esercitava nel wushu dell'Aria e dell'Acqua: lo stile di arti marziali di Peng. L'ultimo filo che ancora la collegava alla sua vecchia vita.

Quella notte Yu si era messa a provare i suoi esercizi di volo, correndo in verticale sul fusto degli alberi, balzando da una vela all'altra. Poi a un tratto, dal basso, aveva sentito qualcuno ridere. E la frase: — È una Ranocchietta di nome e di fatto.

Yu si era fermata a quattro zampe, in equilibrio sul pennone, e si era allungata verso il basso per capire chi avesse parlato. E aveva visto Tigre Blu che la fissava.

Le era caduto il mondo addosso, perché Tigre era il più giovane degli eroi e (altra cosa che Yu non avrebbe mai ammesso con nessuno) il più bello. L'incredibile tatuaggio blu che gli copriva la testa metteva in risalto le labbra rosse, gli occhi grandi e luminosi, il mento squadrato.

Tigre Blu le era sempre sembrato diverso. Non si metteva in mostra come gli altri eroi, preferiva starsene in disparte, solitario, misterioso. Ma Yu lo aveva visto combattere, armato di quei suoi micidiali aghi d'acciaio che lanciava con precisione infallibile da qualsiasi distanza. La prima volta che si erano incontrati, alla locanda di Bai Bai, la notte in cui lei era stata rapita, Tigre Blu aveva salvato la vita di Piccola Furia con uno dei suoi dardi. Da allora gli aveva visto ripetere simili prodezze almeno cento volte.

Quando le sorrideva, Yu si sentiva attorcigliare lo stomaco e le veniva la febbre. Sognava che un giorno, magari, lui si sarebbe accorto di lei, le avrebbe sorriso, l'avrebbe stretta tra le sue braccia...

Invece no.

Per Tigre Blu, lei era solo una Ranocchia.

Così Yu quella notte si era specchiata nel mare. Era una donna, ormai, aveva avuto la sua prima luna e sotto la tunica era spuntata la piccola curva del seno.

Ma era anche magra e spigolosa, e aveva piedi orribili, troppo grandi per piacere a un uomo.

— Sei brutta — aveva sussurrato al suo riflesso. Poi era andata nel ripostiglio dove Abbondanza teneva i coltelli e si era tagliata i capelli.

Se non altro, così erano molto più pratici.

Adesso il cuoco le spuntò improvvisamente accanto. In quegli ultimi due anni, Abbondanza era diventato il suo maestro, padrone, comandante, padre, aguzzino. Parlava troppo e sembrava sempre arrabbiato, ma Yu aveva imparato che con lui bisognava andare al di là delle apparenze. Abbondanza capiva le persone. Non era una dote molto comune da quelle parti.

La più grandeWhere stories live. Discover now