Capitolo 6

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È passato un mese dalla feste a casa di Liam e dalla chiacchierata con Ivy. Dopo quella sera le ho scritto, l'ho chiamata e ci vediamo ogni giorno al bar, se lavora aspetto che finisca, facciamo un giro breve intorno all'accademia parlando di ogni cosa e poi l'accompagno al suo dormitorio.
È bello parlare con lei, è bello perché non mi sento per niente fuori posto, sotto esame, non mi sento giudicato quando sto con lei ed era tanto che non mi sentivo così, era da tanto che non mi sentivo libero quando parlavo con qualcuno. Ho sempre fatto fatica ad aprirmi, è sempre stato difficile per me riuscire ad esternare i miei sentimenti, le mie sensazioni, i miei pensieri, ho sempre tenuto tutto per me parlando poco e esponendomi poco ma con Ivy tutto questo non c'è, con Ivy mi sento diverso, diverso in senso buono e mi sento me stesso, con lei non indosso nessuna maschera, non ho paura di parlare e di dire cosa penso, non sono timido. Parlo poco anche con lei, sono fatto così e credo che questo non cambierà mai però quel poco che parlo non ho paura di farlo, mi sento libero di parlare o non parlare senza il timore di sbagliare, di dire qualcosa fuori luogo. Ivy ha la capacità di farmi sentire come se fossi nel posto giusto al momento giusto, quando sono con lei ho la sensazione che tutto sia come deve essere, tutto è al suo posto, io sono a posto.
Oggi non è diverso, ho appena finito un disegno e ora vado al bar per vederla, è il nostro appuntamento fisso, è diventato una routine ormai e non salta un pomeriggio.
'Vai dalla tua ragazza?' Mi chiede Louis con il solito tono divertito.
'Quando lo smetterai di chiamarla la mia ragazza?' Chiedo.
'Mai.' Dice ridendo. 'Arriverà il giorno in cui lo sarà davvero e mi ringrazierai.' Aggiunge.
Non perdo tempo neanche a rispondergli, sarebbe inutile perché poi Louis la porterebbe per le lunghe ripetendo sempre le stesse cose quindi vado via senza dire niente, sono già in ritardo.
Quando arrivo al bar Ivy non ha ancora finito di lavorare, il suo turno dovrebbe finire tra mezz'ora quindi nel frattempo mi siedo ad un tavolo libero e mentre aspetto che finisca prendo il blocco da disegno e inizio un nuovo ritratto.

Quando disegno mi estraneo dal mondo, appena prendo una matita in mano intorno a me tutto svanisce, tutto si spegne. Disegnare è sempre stata la mia valvola di sfogo, il mio modo per liberarmi dalla rabbia, dal dolore, dall'ansia, è il mio modo per liberarmi della negatività.
Sono così concentrato a finire il ritratto che mi accorgo di Niall solo quando è lui a chiamarmi per ricevere la mia attenzione.
'Sei vivo!' Esclama non appena alzo lo sguardo su di lui.
'Scusa ero distratto.' Dico chiudendo l'album.
Non amo far vedere ciò che disegno, un po' per paura ma anche perché è come se mostrassi una parte di me, come se mi esponessi e non è una cosa che amo fare. Per me già mostrare i miei disegni ad un'insegnante è difficile ma so che è una paura che devo superare perché se voglio vivere facendo ciò, mostrare i miei disegni è l'unico modo.
'Disegnavi Ivy?' Chiede e io annuisco debolmente a questa sua domanda. 'La stai aspettando?' Domanda.
'Si dovrebbe finire a momenti.' Dico.
Ormai tutti sanno del nostro incontro giornaliero, tutti sanno che ci vediamo ogni giorno e passiamo del tempo insieme.
'Come vanno le cose tra voi?' Chiede ammiccando.
'Non anche tu Niall.' Dico esasperato. 'Quando capirete che non c'è niente di quello che pensate tra noi sarà troppo tardi.' Dico. 'Siamo solo amici.' Aggiungo.
'Per ora!' Esclama sorridendomi. 'È carina, molto e ti piace.' Dice.
'Questo che vuol dire?' Chiedo. 'Anche tu mi piaci, a volte, ma non mi pare che tra noi ci sia qualcosa.' Dico.
'Simpatico!' Dice. 'Comunque ti fa bene.' Aggiunge.
'Mi fa bene?' Chiedo non capendo a cosa si riferisce.
'Si!' Risponde. 'Da quando vi siete conosciuti sei diverso.' Dice. 'Diverso in senso buono però.' Chiarisce. 'Prima eri diverso.' Afferma. 'Sei sempre tu ma una versione migliore ecco.' Precisa. 'Non so se ti piace, se hai paura ad ammetterlo a te stesso, se come dici siete solo amici ma so che Ivy ti fa bene, ma ti fa bene all'anima, al cuore.' Spiega. 'Mi ricordo come eri prima amico! Vi conoscete da poco ma prima tu non ridevi, sorridevi ma non ridevi, sei sempre stato molto chiuso.' Dice. 'Dubito che questo cambierà, sei fatto così e noi ti vogliamo bene ma da quando la conosci hai ricominciato a ridere, i tuoi occhi ridono di nuovo ed è bello.' Afferma. 'Ivy Blue ti fa bene al cuore e secondo me dovresti chiederle di uscire.' Dice. 'Uscire per un appuntamento magari.' Conclude. 'È il mio pensiero tutto qua.' Dice per poi spostare il suo sguardo dietro di me. 'Vi lascio soli!' Esclama alzandosi lasciando il suo posto ad Ivy.
'Ehi.' Mi saluta lasciandomi un bacio sulla guancia per poi sedersi di fronte a me.
'Ciao.' Ricambio il saluto sorridendole. 'Finito?' Chiedo.
'Per oggi si.' Risponde. 'Sei qui da tanto?' Domanda.
'Non tantissimo.' Dico. 'Niall mi ha tenuto compagnia per un po'.' Aggiungo.
'Vuoi restare qui e ordinare qualcosa o facciamo un giro?' Chiede. 'A me va bene tutto.' Afferma.
'Facciamo un giro.' Dico. 'Sei stata qui tutto il giorno, ora che hai finito direi che puoi uscire da qui.' Aggiungo.
'Grazie.' Dice ridendo per poi alzarsi. La imito e dopo aver preso la mia borsa usciamo dal bar.
Forse dovrei ascoltare Niall per una volta, chiederle di uscire, uscire dall'accademia per un vero appuntamento e in realtà ci avevo anche pensato, era da un po' che volevo farlo ma la paura di rovinare tutto, che lei possa rifiutare, mi ha sempre frenato.
Ivy mi piace, mi piace tanto e non solo perché è bella ma sopratutto perché mi fa stare bene, proprio come ha detto Niall. Prima di conoscerla oserei dire che ero spento, Louis e poi Niall non me lo hanno mai fatto pesare ma so come ero e so come sono ora, so come sto da quando ho conosciuto Ivy.
'Tutto ok?' Mi chiede.
'Si.' Rispondo sorridendole. 'Tu?' Chiedo.
'Diciamo di si.' Dice. 'Come procede il tuo compito?' Chiede. 'Sono brava come modella?'
'Abbastanza!' Dico sorridendo. 'Potresti fare di meglio ma dovrò accontentarmi.' Aggiungo.
'Ma ehi!' Esclama spintonandomi scherzosamente. 'Guarda che ritiro la mia liberatoria.' Mi minaccia.
'Ok ti chiedo scusa.' Dico. 'Perdonami ti prego!' Aggiungo stando al suo gioco.
'Solo perché mi dispiace per te.' Dice. 'Ma se mi offendi ancora non ti parlerò più!' Esclama decisa.
'Non lo farai.' Dico sicuro. 'Ormai non puoi fare a meno di me e dei nostri pomeriggi insieme.' Affermo.
'Sei tu che hai bisogno di me.' Dice.
'Ok hai vinto!' Esclamo ridendo e facendo ridere anche lei.

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