Capitolo 32

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Nell'ultima settimana la parola che più mi rappresenta, o meglio che più mi è stata affibbiata, è coglione.
Mia madre mi ha dato del coglione dopo che le ho detto ciò che era successo con Ivy, mio padre non è stato da meno dicendo che se mi facevo scappare una ragazza come Ivy Blue, perché lui la chiama così, ero super coglione, le mie sorelle ovviamente erano d'accordo con i miei e quindi anche da parte loro ho ricevuto molto affetto.
Il giorno dopo che Ivy era partita sono partito anche io, sono tornato in Accademia per la festa organizzata da Louis ed ero convinto di trovarla li visto che era andata via da casa mia ma non c'era, ho scoperto grazie ai miei amici che era a casa sua e sarebbe tornata il giorno dopo quindi alla festa non ci sarebbe stata. Hanno voluto sapere cosa fosse successo e dopo aver raccontato ai miei amici tutto il casino che avevo combinato anche loro mi hanno dato del coglione, Louis mi ha anche definito senza palle ma almeno è finita lì con loro, dopo avermi rimproverato hanno anche cercato di aiutarmi in qualche modo, a differenza delle ragazze, di Summer sopratutto che non appena mi ha visto era pronta a saltarmi addosso e uccidermi, fortunatamente Liam è riuscito a tenerla ferma ma ha comunque usato parole poco carine nei miei confronti. Le altre si sono limitate, come tutti, a darmi del coglione e dirmi che non capisco niente mentre Summer, essendo la sua migliore amica, voleva davvero uccidermi ed è comprensibile ma ha anche esagerato perché è tornata da una settimana ma non sono riuscito a parlare con lei neanche una volta, c'era sempre Summer in mezzo. L'altro giorno sono andato nella loro stanza deciso a parlare con lei ma ovviamente è stata Summer ad aprire dicendomi che Ivy non c'era nonostante fosse seduta sul letto e io potevo vederla, ho provato a ribattere ma mi ha sbattuto la porta in faccia. Ovviamente non mi sono arreso, ogni giorno ho cercato di parlare con lei, mi manca e questi giorni senza vederci mi sono serviti per capire, per capirmi e ho davvero bisogno di parlare con lei e oggi è la mia occasione visto che sono finalmente riprese le lezioni. Conosco il suo orario, sono fuori dalla sa aula e so per certo che Summer invece avrà lezione per almeno un'altra ora quindi non avrà modo di intromettersi, è la mia occasione e non ho intenzione di sprecarla.
La lezione è finita, stanno tutti uscendo dall'aula e nonostante la calca la vedo così senza pensarci più di tanto la raggiungo.
'Ivy!' La chiamo fermandomi davanti a lei così da bloccarle il passaggio.
'Oddio!' Esclama fermandosi prima di finirmi addosso. 'Ma sei impazzito.' Dice. 'Mi hai spaventata.'
'Scusa.' Dico. 'Possiamo parlare per favore?' Chiedo.
Summer ci ha messo del suo per evitare questo momento ma so che anche lei ha fatto del suo meglio per evitarmi, non è uscita con noi neanche una sera e non ha lavorato al bar questa settimana, Eveline mi ha detto che aveva dei giorni di riposo e se li è presi quindi non la trovavo neanche li. Inizialmente ammetto di non aver creduto ad Eve, pensavo me lo stesse dicendo così che io non andassi li ogni giorno poi però Louis me lo ha confermato ma sono comunque andato al bar ogni giorno, ho rispettato i nostri appuntamenti nella speranza che venisse.
'Non abbiamo niente da dirci.' Dice spostandosi di lato per allontanarsi da me.
'Per favore.' Dico seguendola.
'Se ti servo per altri disegni va bene, possiamo continuare a vederci per quello, non mi tiro indietro.' Dice. 'Siamo..siamo amici no.' Aggiunge forzando un sorriso.
'Non è di questo che voglio parlare.' Affermo. 'Non voglio essere tuo amico.' Dico e dalla sua espressione capisco di aver appena detto una cazzata. 'Non intendo dire quello.' Cerco di rimediare ma non mi da il tempo di aggiungere altro.
'Hai reso bene il concetto.' Dice.
'Per favore Ivy possiamo parlare?' Chiedo ancora. 'Ho bisogno di dirti delle cose.' Dico. 'Per favore!' Esita, si guarda intorno poi torna a guardare me e annuisce così insieme usciamo dall'edificio.
Non ho intenzione di andare al bar, ci sarebbero troppe persone e voglio restare da solo con lei, non voglio spettatori quindi mi dirigo verso l'esterno, nel giardino sul retro dove non c'è nessuno.
Ci siamo venuti spesso qua proprio per stare da soli, è uno dei nostri posti ed è perfetto per parlare senza il rischio di essere interrotti da qualcuno o che qualcuno possa origliare la nostra conversazione.
'Ho..ho lezione tra poco.' Dice quando arriviamo sul retro.
'So che non è vero.' Affermo sedendomi sull'erba invitando lei con lo sguardo a fare lo stesso.
Ci pensa, si guarda intorno come ha fatto prima poi cede e si siede mantenendo però una certa distanza da me ma è comprensibile.
'È vero che ho visto Brittany, è vero che l'ho baciata ed è vero che l'ho vista anche dopo che tu sei andata via, prima di tornare a casa.' Dico.
'Zayn sinceramente non sono cose che mi interessano.' Afferma.
'Lo so ma voglio essere sincero con te.' Dico. 'Come ti stavo dicendo l'ho vista e l'ho baciata e quando sono andato da lei, dopo che tu sei andata via, stava per succedere altro ma non è successo.' Chiarisco subito. 'Non perché lei non volesse ma perché l'ho fermata io, ero andato da lei per un motivo preciso e non era quello di fare sesso.' Affermo. 'Ho sbagliato, mi sono comportato malissimo con te ma non rinnego di averla vista, non rinnego neanche di averla baciata perché è così che ho capito.' Dico.
'Se vuoi dirmi che sei innamorato di lei puoi evitarlo perché davvero non sono cose che riguardano me, non devi darmi nessun tipo di spiegazione perché non eravamo niente.' Dice interrompendomi.
'Ivy posso finire il mio discorso?' Chiedo divertito.
'Non c'è niente da ridere.' Mi rimprovera seria.
'Hai ragione.' Dico tornando serio. 'In questa settimana mi sono sentito dire da chiunque mi conosce che sono un coglione, una testa di cazzo e altre parole che la tua migliore amica ha inventato solo per me.' Affermo. 'Ma ho meritato ogni parola, ogni coglione che mi è stato dato perché è vero, sono un coglione.'
'Vuoi che te lo dica anche io?' Chiede.
'Me lo meriterei, sopratutto da te.' Affermo. 'Ma non è questo che voglio, non è per questo che ho chiesto di parlare con te.'
'Allora per dirmi cosa?' Chiede. 'Ti ho già detto che per il tuo compito non mi tiro indietro.'
'Neanche per questo.' Affermo. 'Quando ti ho chiesto di venire a Bradford con me non avevo di certo considerato il fatto di rivedere Brittany, o di lasciarti da sola o di comportarmi da stronzo.' Dico. 'Ero felice che avessi accettato di venire, ero sicuro che la mia famiglia ti avrebbe adorato e non vedevo l'ora di fartela conoscere così come non vedevo l'ora che loro conoscessero te.' Affermo. 'La ragazza che mi ha stravolto, letteralmente, ero impaziente di far conoscere alla mia famiglia la ragazza di cui sono innamorato!'

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