Capitolo 41

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Mancano esattamente due mesi al 15 giugno, giorno in cui inizieranno gli esami finali che dureranno due settimane. Finito gli esami ci sarà il solito spettacolo finale, dove gli attori entrano in scena, i musicisti suonano e gli artisti, tra cui anche io, mostreranno i loro lavori affinché qualcuno li noti e offra loro un lavoro.
Lo scopo dello spettacolo è proprio questo, vengono invitate persone che lavorano, in teatro, nella musica e nell'arte in generale e si guardano intorno alla ricerca di un nuovo acquisto, è una sorta di pubblicità che a volte può cambiarti la vita ed è successo, molti ragazzi uscito da qui ora sono attori famosi, musicisti che viaggiano in giro per il mondo, disegnatori e fotografi tra i più richiesti quindi è una grande occasione. Prima di arrivare al tanto atteso spettacolo ci sono gli esami però, e non sono una passeggiata, non lo sono per niente, ci si può aspettare di tutto e se non sei preparato lo capiscono subito.
Louis è quello più nervoso, questi due mesi sono i più impegnativi, sopratutto per chi fa teatro e infatti stiamo provando anche meno in questo periodo, io continuo a disegnare e cerco di migliorarmi ogni volta, Niall non fa che suonare chitarra e pianoforte, Louis non parla più, recita le sue battute e basta, qualsiasi cosa gli chiedi lui ti risponderà con una battuta del suo personaggio, ormai le sappiamo a memoria anche noi. Poi ci sono Summer e Ivy, la prima va a lezione e torna a casa la sera tardi, prova e riprova ogni coreografia e ogni passo, la seconda invece continua a fare foto e a sistemare i suoi album e sopratutto sta cercando di scegliere quali foto consegnare per lo spettacolo finale, quello che sto facendo anche io anche se entrambi non abbiamo idea di quali consegnare.
Questi sono i mesi cruciali per noi dell'ultimo anno, la nostra vita può cambiare in un attimo e i nostri sogni iniziano a prendere forma.
Le lezioni sono più leggere in questo periodo, la maggior parte dei professori ci parla dell'esame, di come si svolgerà e alcune lezioni sono un ripasso, almeno per noi. Riguardiamo gli argomenti più importanti, ci concentriamo sui dettagli perché sono quelli che fanno la differenza. Il professor Jenkins, il mio professore di disegno anche in questi ultimi mesi è strano, ha smesso di fare lezione, secondo lui sappiamo già tutto e non abbiamo bisogno di sapere altro e invece di insegnarci cose nuove ha ideato una sorta di gioco a premi. Lui fa una domanda, lancia la sua amatissima pallina da tennis a uno di noi e se la risposta è esatta guadagniamo 3 punti, se ne diciamo metà ne guadagnano 2 se è sbagliata 1 e se non diciamo niente 0 punti. È strano, come sempre del resto, però funziona perché a modo suo ci sta facendo rivedere le cose che abbiamo studiato in cinque anni, perché non fa domande che riguardano solo cose fatte quest'anno, non è da lui fare cose facili, ci fa domande su qualsiasi cosa, a volte anche su cose che non riguardano la sua materia, si diverte a fare domande sulla vita privata in realtà.
Questa mattina non è stato diverso, è arrivato in ritardo come al solito e ha subito iniziato a fare domande e a lanciare la pallina. Prima di iniziare questa sorta di gioco disse che se qualcuno non voleva partecipare era libero di farlo, restava in aula e ascoltava senza ricevere mai la pallina, ovviamente chi non avrebbe partecipato sarebbe stato escluso dalla sua scelta per la mostra. Praticamente tutto il lavoro che avevamo fatto per l'intero anno non sarebbe servito a niente se non avremmo partecipato.
'Malik!' Mi chiama lanciandomi la pallina che fortunatamente prendo al volo. 'Ti sei innamorato?'
Mi ha lanciato la pallina cinque volte da quando è iniziata la lezione, ha fatto domande sulle tecniche del disegno, sulle matite, sui pennelli, sui colori e tante altre domande alla quale tutti abbiamo risposto in modo giusto, era strano che ancora non aveva fatto domande che riguardavano il privato, era troppo bello per essere vero.
'Mi sta chiedendo se ho trovato una ragazza?' Chiedo.
'Ti sto chiedendo se ti sei innamorato.' Dice.
'Cosa c'entra questo con la lezione di oggi?' Domando.
'Niente.' Risponde. 'Sono curioso.' Afferma. 'Ti sei innamorato?' Chiede ancora.
'Io non..si ma..si.' Odio quando mi fa domande del genere, lo sa anche lui ma è come Louis, si diverte a mettermi in imbarazzo.
'È la ragazza dei ritratti?' Domanda ancora.
'Si.' Rispondo e sono pronto a rispondere ad altre domande che non hanno niente a che vedere con la sua materia ma fortunatamente si riprende la pallina, il mio turno di rispondere è finito, almeno per ora.
'Ottimo lavoro!' Esclama dandomi una pacca sulla spalla. 'Sei stato davvero bravo.' Afferma per poi tornare a sedersi sulla cattedra e ricominciare con le domande.
Oggi potrebbe rivelare chi ha scelto per la sua mostra, la settimana scorsa abbiamo consegnato ognuno il proprio lavoro e ora stiamo aspettando. Ogni volta che abbiamo lezione con lui spero ci dica chi ha scelto, e se da un lato spero di essere io dall'altro spero di no. Voglio che scelga i miei disegni, voglio che siano esposti e che tutti possano vedere cosa so fare, voglio far vedere che sono bravo ma allo stesso tempo ho paura e quindi non vorrei che scegliesse me, non vorrei che i miei disegni fossero esposti ad una mostra, ci sono io in quei lavori, c'è una parte di me che poche persone conoscono e mostrare quei disegni vorrebbe dire mostrare a tutti Zayn e non credo di essere pronto, molto probabilmente non lo sarò mai. È una continua lotta, ci sono giorni in cui non lascio vincere la paura e mi dico che se dovesse scegliere me sarebbe la mia grande occasione, poi ci sono giorni in cui prego di non essere scelto, prego che qualcuno abbia fatto meglio di me lasciando così alla paura di vincere.
'Prima che andiate devo dirvi un paio di cose.' Dice a lezione finita. 'Vi rubo pochi minuti.' Afferma e tutti restiamo ai nostri posti ad ascoltare. 'Prima di tutto voglio farvi i miei complimenti, siete arrivati fino a qui, manca poco agli esami finali.' Dice. 'Poi volevo dirvi che i vostri lavori sono fantastici, mi avete sorpreso ed è stato difficile scegliere, sono stato combattuto fino a due giorni fa poi ho deciso.' Afferma.
'Non ci tenga sulle spine, ci dica chi ha scelto.' Dice un ragazzo parlando a nome di tutti.
'Che sia chiaro, quelli che non sono stati scelti non vuol dire che hanno fatto un cattivo lavoro, ripeto siete stati tutti eccezionali.' Dice. 'In quanto a tecnica siete impeccabili, non c'era niente di sbagliato e se avessi dovuto scegliere solo in base alla tecnica dovevo scegliervi tutti.' Afferma. 'Quindi mi sono concentrato su ciò che volevate trasmettere, su ciò che siete riuscite a far trasparire soltanto con una matita e così sono arrivato alla mia decisone.'
'E cioè?' Chiede un altro ragazzo.
Invece di rispondere lancia la pallina, la lancia tre volte a tre persone diverse, quelle scelte da lui per esporre i loro disegni alla sua mostra.

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