Capitolo 12

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Si dice che il buongiorno si vede dal mattino e posso confermare che è vero, la mia mattinata non è iniziata nel migliore dei modi. Louis sembrava impazzito da stamattina, per il weekend non si è visto, è tornato a casa e ci siamo sentiti pochissimo ma dal suo tono di voce ho capito che non era per niente tranquillo e questa mattina ne ho avuto conferma. Non ha ancora chiamato Ariel, dice che lo farà ma non so se credergli, è strano quando si tratta di quella ragazza, non capisce più niente e ha paura di fare qualsiasi cosa. Stamattina si è svegliato prestissimo e di conseguenza ha svegliato anche me e Niall perché Louis e il silenzio non vanno d'accordo, per quanto io e il mio amico irlandese abbiamo provato a fingere di non sentire il baccano che stava facendo è stato impossibile, credo abbia svegliato mezzo dormitorio in realtà quindi alla fine abbiamo rinunciato al nostro sonno tranquillo e ci siamo preparati anche noi per le lezioni.
Tutti sanno, sopratutto Louis, che amo dormire e che odio essere svegliato bruscamente quindi grazie a lui ero già leggermente nervoso ma, come se non bastasse, a rendere la mia mattinata un vero inferno si è aggiunto il compito che la mia dolcissima insegnate di scrittura ci ha dato per questa settimana. Decisi di seguire questo corso per pura curiosità, dovevo scegliere un corso extra e visto che mi piaceva leggere e in passato avevo provato a scrivere delle poesie decisi di iscrivermi, anche solo per vedere se ciò che scrivevo poteva avere un senso. Nessuno ha mai letto ciò che ho scritto, nessuno lo leggerà mai però è un corso che mi appassiona e mi incuriosisce. In cinque anni ho imparato tante cose, ho perfezionato il mio modo di scrivere e seguire le lezioni mi ha aiutato tantissimo, le vecchie poesie che avevo scritto le ho modificate tutte grazie a queste lezioni e ogni tanto provo a buttare giù qualche riga, niente di buono però mi rilassa. Certo non mi aspettavo che dopo cinque anni la mia insegnante chiedesse a tutti noi di provare a scrivere una poesia pensando ad una persona a noi cara, chiunque essa sia, l'importante è riuscire a far capire a questa persona ciò che significa per noi attraverso una poesia, niente di più semplice insomma, sopratutto considerata la settimana di tempo che abbiamo a disposizione. C'è da dire che almeno questo compito non avrà un peso sulla valutazione finale, è solo un modo per vedere cosa abbiamo imparato in questi cinque anni, se riusciamo a fare ciò che fa ogni scrittore o poeta. Non è il compito in se a preoccuparmi, provare a scrivere qualcosa si può fare, il mio problema sarà leggerlo ad alta voce davanti a tutti, il mio problema sarà consegnare una mia poesia in mani estranee. È la mia insegnante, il suo compito è questo e so che non andrà in giro a mostrare le nostre poesie, ma è comunque un qualcosa che mi spaventa e non ho la più pallida idea di cosa scrivere, di chi scrivere. Sarà una settimana infernale, sabato è anche Halloween quindi direi che sono in tema, potrei scrivere una poesia horror, tutte quelle che ho già scritto fanno paura perciò sono a posto.
A concludere la mattinata non poteva mancare il professor Jenkis che ultimamente, non so per quale motivo, si diverte a prendersi gioco di me e mettermi in imbarazzo nonostante lui sappia quanto mi dia fastidio.
Come al solito è in ritardo, in cinque anni non è mai arrivato in orario ad una lezione, una volta è arrivato quando ormai era finita dicendo che aveva completamente rimosso dalla testa che avevamo lezione, era convinto che dovessimo vederci ad un'altra ora, è il professore più bizzarro di tutta l'accademia ma è anche il più bravo, non solo nel suo mestiere ma è anche una gran bella persona, anche se si diverte a rompermi le scatole.
'Buongiorno!' Esclama facendo la sua entrata in aula. 'Oggi niente lezione.' Afferma sedendosi, come suo solito, sulla cattedra.
Ultimamente ho paura di quello che dirà, arriva in aula e tira fuori una delle sue tante idee bizzarre ed è capitato spesso, quest'anno, che a lezione invece di spiegarci qualcosa ci faccia fare altro, guardare film ad esempio, documentari, una settimana fa si fece fare un ritratto, si sedette sulla cattedra proprio come ora e disse che dovevamo disegnare lui. Devo ammettere che fu divertente, nessuno lo ritrasse in quella posizione, ognuno aveva una sua immagine in testa e un ragazzo lo ritrasse in versione punk, pieno di tatuaggi e pircing mentre io, non so per quale motivo, lo immaginai come un personaggio dei fumetti, il personaggio più sfigato però gli piacque, mi fece i complimenti e il giorno dopo mi disse di aver appeso il mio disegno in soggiorno. Non gli credetti, ormai avevo capito che mi prendeva in giro quindi non credevo a niente di quello che mi diceva poi però mi fece vedere la foto del quadro appeso in soggiorno w dovetti credergli ore forza.
'Guarderemo un altro documentario su come si riproducono i conigli?' Chiede qualcuno.
Perché si, ci fece vedere un documentario di un'ora, noiosissimo peraltro, su come si riproducono i conigli e ci fece disegnare i conigli mentre si accoppiano, quella lezione non la dimenticherò mai, non può neanche chiamarsi lezione.
'In realtà pensavo di chiedere a te una dimostrazione questa volta.' Risponde facendo ridere tutti. 'Comunque no, niente documentario, oggi voglio vedere come procede il compito che vi ho assegnato il primo giorno.' Afferma.
'Vuole vedere i disegni?' Chiede una ragazza.
'Esatto!' Esclama saltando giù dalla cattedra. 'Voglio vedere tutti quelli che avete fatto, se ne avete solo uno pronto non importa, vedrò quell'unico disegno.' Aggiunge.
'Scusa prof ma io non li ho qui.' Dice un'altro ragazzo.
'Vai a prenderli e torna subito.' Dice e così alcuni escono dall'aula per andare a prendere i loro disegni. 'Iniziamo!' Esclama chiedendo alla prima ragazza di mostrargli ciò che ha fatto fino ad ora.
È bizzarro, strano anche nel modo di vestire e di parlare, però non è mai stato un professore severo, dal primo giorno che lo abbiamo conosciuto ci ha sempre messi a nostro agio, ha sempre cercato di aiutarci, ci ha sempre sostenuto e ha sempre creduto in noi e nelle nostre potenzialità, sopratutto quando eravamo noi i primi a non credere in noi stessi. È uno di quei professori che ama il suo lavoro, ama insegnare, ci mette passione in quello che fa e si vede, è un professore che ti fa amare le sue lezione e ti invoglia a seguirle perché sono appassionanti, documentario sulla riproduzione dei conigli a parte. Non ha mai voluto che gli dessimo del lei, dal primo giorno ci ha detto di rivolgerci a lui come se fosse un'amico, un padre considerata la mia età, ci disse e inizialmente nessuno lo faceva poi però con il tempo tutti ci siamo rivolti a lui come se fosse uno di noi ed è bello perché non si sente superiore ai suoi allievi, anzi il contrario ci ha detto una volta, perché come noi impariamo da lui e dalle sue lezione lui impara da noi.
'Malik!' Esclama puntando il suo sguardo su di me. 'È il tuo turno.' Afferma sorridendo. 'Hai trovato la tua musa ispiratrice?' Chiede divertito.
'Credo di si.' Rispondo porgendogli il mio blocco con tutti i ritratti che ho fatto ad Ivy da due mesi a questa parte.
In realtà ho due blocchi da disegno con i suoi ritratti, uno in bianco e nero che è quello che sta sfogliando ora Jenkins, e l'altro a colori che per ora terrò per me perché è più incompleto di questo.
'Sei innamorato Zayn?' Mi chiede e per la prima volta in cinque anni il suo tono di voce è serio.
'Come scusa?!' Dico non capendo il perché di questa sua domanda.
'Ti ho chiesto se sei innamorato.' Ripete. 'Se sei innamorato di questa ragazza.'
'Perché me lo chiedi?' Domando.
'Niente.' Dice tornando a guardare i ritratti. 'Sono molto belli.' Aggiunge chiudendo tutto per poi rimandarmi a sedere con pensieri che fino a pochi minuti fa non avevo.

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