Capitolo 30

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Ivy Blue

È la prima volta che torno a casa da sola, senza che ci sia anche mio fratello, ed è strano dormire in questa stanza da sola perché non è mai successo.
Non sono riuscita a dormire, avevo troppi pensieri per la testa e così alle 7 mi sono alzata, mi sono fatta una doccia e sono andata in cucina dove ho trovato mio padre seduto a tavola a bere il solito caffè. Sono rimasta nascosta in corridoio per qualche minuto ad osservarlo e mi sono resa conto di quanto fosse solo e mi sono sentita in colpa, in quel momento ho capito che venire qua è stata la scelta giusta, avrei dovuto farlo prima ma meglio tardi che mai.
Certo non è facile parlare con lui, non lo abbiamo mai fatto davvero e lo dimostra il fatto che siamo entrambi seduti da almeno un'ora in cucina senza dirci niente, ma so che ha capito che c'è qualcosa, ha capito che sono tornata per un motivo ma non chiede, non ha mai chiesto mio padre ha semplicemente aspettato, sempre e io se nessuno mi chiede non parlo e quindi ecco che il silenzio la fa da padrone tra noi due noi.
Domani dovrò tornare a casa quindi non ho intenzione di aspettare ancora, non ho intenzione di andare via senza prima aver risolto tutto con mio padre. Se sono venuta qua è perché è arrivato il momento di riempire questo silenzio, non importa se farà male, perché farà male, ma Kian mi ha insegnato che a volte, per aggiustare un osso c'è bisogno di romperlo.
'Come hai conosciuto la mamma?' Chiedo rompendo finalmente il silenzio.
La sua espressione mi fa capire che non se lo aspettava, e di certo non si aspettava una domanda del genere visto che non abbiamo mai, mai, parlato della mamma da quando è morta, neanche con Kian ne ha mai parlato.
So che parlare di lei non gli piace, che gli fa male ricordarla e so di aver scelto una domanda scomoda per rompere il silenzio ma io non ho avuto la sua fortuna, non ho avuto la possibilità che ha avuto lui di conoscere mia madre e posso conoscerla solo attraverso i suoi racconti e voglio che mi parli di lei, voglio che racconti tutti di lei.
'Come l'ho conosciuta?!' Ripete alzandosi prendendo la caraffa e riempire il suo bicchiere di altro caffè mentre io mio di altro the. 'Non è stato un caso.' Inizia a raccontare tornando a sedersi di fronte a me. 'Ho fatto di tutto per attirare la sua attenzione ma lei non aveva occhi per nessuno se non attraverso l'obiettivo della sua macchina fotografica.' Dice.
'Frequentavate la stessa scuola?' Chiedo curiosa e impaziente di conoscere altro prima che possa pentirsi di aver iniziato a parlare.
'No.' Risponde. 'Quando ho conosciuto tua madre avevo 20 anni e lei 18.' Spiega. 'Lei andava ancora a scuola e l'ho conosciuta perché era l'amica della ragazza di un mio amico.' Dice.
'Era amica di Susan?' Chiedo conoscendo già la risposta.
'Si!' Risponde sorridendo amaramente. 'Erano inseparabili.' Aggiunge.
'Come hai fatto a conquistarla?' Domando.
'È stato difficile da un lato ma semplice dall'altro.' Dice. 'Per lei esisteva solo la fotografia, aveva sempre al collo la sua macchina fotografica, la portava ovunque.' Continua. 'La prima volta che l'ho vista ero fuori dalla sua scuola con Erick, stavamo aspettando la sua ragazza e mentre aspettavamo l'ho vista.' Afferma con il sorriso. 'Era bellissima, ricordo ancora come era vestita quel giorno, credo che non lo dimenticherò mai.' Dice. 'Era maggio, iniziava a fasi sentire l'estate e aveva un vestito che le arrivava poco sopra il ginocchio, bianco e tutto ricamato.' Ricorda ogni dettaglio, come se fosse successo ieri. 'Non sapevo fosse amica di Susan, era la prima volta che la vedevo e ne rimasi incantato.' Dice con aria sognante. 'Quella è stata la prima volta che ci siamo visti, eravamo un po i pali della situazione visto che Erick e Susan uscivano insieme da poco.' Spiega. 'Volevano noi come supporto morale.' Chiarisce. 'Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso, era come una calamita e quando si accorgeva che la guardavo non distoglievo lo sguardo, i suoi occhi mi catturavano ed era impossibile prestare attenzione ad altro se avevo lei davanti.'
Non sapevo niente di tutto questo, solo alcune cose che mi hanno raccontato i miei nonni quando ero più piccola ma niente di più, nessuno di loro poteva farmi conoscere mia madre come sta facendo lui. So che è in difficoltà, so che fa fatica a parlare di lei ma vedo lo sforzo che sta facendo, come se anche lui avesse deciso che è arrivato il momento di parlare, di riempire i silenzi.
'Era bella!' Dico sorridendo.
'Bellissima!' Esclama guardandomi per la prima volta da quando ha iniziato a raccontarmi di lei. 'Le somigli tantissimo.' Aggiunge. 'Sei identica a lei.'
'Perché..perché hai detto che è stato facile ma anche difficile conquistarla?' Chiedo curiosa.
'Diciamo che è stato difficile conquistare la simpatia dei tuoi nonni.' Spiega. 'Mi innamorai subito di lei, a prima vista ed ero deciso a conquistarla, a farla innamorare di me e così andavo ogni giorno fuori la sua scuola con un mazzo di fiori diverso e aspettavo che uscisse per accompagnarla a casa.' Racconta. 'Ogni giorno ero li fuori ad aspettarla e ogni giorno, camminando fino a casa sua l'ho conquistata.' Afferma per poi fermarsi un attimo, fare un respiro profondo per farsi forza a continuare, e poi riprendere ma proprio mentre sta per riprendere il racconto sentiamo la porta di casa aprirsi.
'Aspettavi qualcuno?' Chiedo.
'No.' Risponde lui stranito così entrambi ci alziamo per andare a vedere chi è appena entrato e prima che riusciamo a fare un solo passo ecco che mio fratello fa il suo ingresso in cucina.
'Che ci fai qua?' Diciamo entrambi all'unisono.
'Sono riuscito ad avere due giorni di ferie e sono tornato a casa visto che Amanda è con i suoi.' Spiega. 'Tu invece che ci fai qua?' Domanda sorpreso.
'Storia lunga.' Lo liquido, non è il momento per raccontargli tutto. 'Papà mi stava raccontando come ha conquistato la mamma.' Dico e se prima era solo sorpreso nel vedermi qua ora è letteralmente scioccato nel sentire ciò che ho appena detto.
'State bene?' Chiede. 'È successo qualcosa?'
'No.' Risponde papà. 'Sono felice che sei riuscito a venire anche solo per due giorni.' Aggiunge. 'Vuoi del caffè?' Gli chiede.
'Si.' Risponde un po' titubante mentre tutto e tre torniamo in cucina.
'Sei arrivato giusto in tempo.' Dico tornando a sedermi al mio posto.
'In tempo per cosa?' Chiede bevendo un sorso di caffè per poi sedersi accanto a me e papà di fronte a noi.
'Per sentire la storia.' Dico puntando poi lo sguardo su mio padre che beve prima un po di caffè poi riprende a raccontare.

There You AreWhere stories live. Discover now