Capitolo 22

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Il compleanno di Aria è stato divertente, mi sono davvero divertito e Ivy è riuscita anche a farmi ballare, missione impossibile ma ormai mi sono rassegnato all'idea che lei riesce a farmi fare tutto ciò che vuole.
Quella ragazza mi ha davvero stravolto, mi ha colpito dalla prima volta che l'ho vista, la sua bellezza, il suo modo di porsi, ma la cosa che proprio mi ha stregato sono stati i suoi occhi. Due perle azzurre, due pezzi di ghiaccio che possono sembrare freddi a prima vista, poi scopri che sono l'opposto perché un suo sguardo riesce a scaldarti, ti calma, un suo sguardo vale più di mille parole ed è più caldo di un abbraccio.
Le cose tra noi vanno bene, benissimo anche se continuiamo a non dare un nome a quello che c'è tra noi, ci stiamo frequentando senza etichette per ora e va bene così, non abbiamo fretta e non abbiamo bisogno di un etichetta, non c'è bisogno di dare un nome a quello che abbiamo, stiamo bene così, io sto benissimo come non stavo da troppo tempo. Mia madre ha capito subito che c'è qualcosa di nuovo, ha capito che qualcosa mi ha scosso, in positivo questa volta e continua a chiedere e fare domande per sapere cosa mi è successo, per sapere chi è riuscito a farmi tornare a sorridere, sorridere davvero senza più il bisogno di fingere. Ha già capito che la novità è una ragazza ma vuole che sia io a parlarne, fa domande ma non insiste più di tanto perché sa che quando sarò pronto lo dirò, lei sa che ho i miei tempi e quindi aspetta, continuando però a fare domande così da spronarmi a parlare.
Secondo Louis sono una persona completamente diversa da quella che aveva conosciuto cinque anni, e ha ragione. So che quando sono arrivato ero antipatico, freddo, non davo confidenza a nessuno, per aprirmi con lui ci ho messo un po' ma da quando ho conosciuto Ivy sono un'altra persona. Più che un'altra persona mi piace pensare che Ivy sia riuscita a riportare fuori il vecchio Zayn, che non è tanto diverso da quello che ero quando sono arrivato solo che avevo perso fiducia nelle persone, non mi fidavo più di nessuno, neanche di me stesso.
Per tanto tempo mi sono dato la colpa di quello che è successo, ho pensato per troppo tempo che se lei mi aveva tradito era per colpa mia, ero io a non essere alla sua altezza poi questo pensiero è sparito ma un altro si è fatto spazio nella mia mente, ho perso fiducia in me stesso, nella mia capacità di giudizio, mi ero fidato del mio migliore amico e mi davo la colpa di quello che aveva fatto perché era mio amico, ho scelto io di diventare suo amico, in un certo senso me la sono cercata quindi non davo la colpa a loro ma a me. Ho scelto di fidarmi di quello che ritenevo un fratello, mi sono fidato di quella persona che credevo mi amasse almeno la metà di quanto l'amavo io, tutto mi riportava a me e alle mie scelte e non è stato facile far uscire questi pensieri dalla mia testa, venire qui è stata una fortuna perché se sarei rimasto a Bradford dubito che sarei riuscito a riprendermi e poi non avrei conosciuto Ivy.
Non so cosa ha fatto, non so come è riuscita a farmi tornare a sorridere davvero, sorridere di cuore, me lo chiedo ogni giorno come ci sia riuscita ma non ho una risposta e forse neanche la voglio, non voglio sapere come ci è riuscita, l'importante è che io sia ritornato ad essere me ed è solo grazie a lei. Solo la sua presenza mi fa stare bene, averla intorno rende la giornata migliore, la rende luminosa ed era quello che mi mancava perché prima di incontrarla, prima di permetterle di entrare nella mia testa, ero spento, non c'era più luce intorno a me poi però è arrivata Ivy Blue, con la sua parlantina, il suo essere così esuberante, un po' pazza, divertente, dolce, con un solo sguardo ha la capacità di leggermi dentro, anche se ci conosciamo da poco riesce a capirmi e non avevo mai incontrato qualcuno che riuscisse a capirmi, a volte fatico a capirmi anche da solo quindi non è facile ma lei ha questa capacità, lei mi conosce e sopratutto non mi giudica, non cerca di cambiarmi o modellami a suo piacimento, a lei vado bene così come sono, con i miei pregi e miei mille difetti.
Mi sono abituato ad averla intorno, a girarmi e trovarla la e so che mi mancherà durante le vacanze perché lei tornerà a casa e anche io, per una settimana ma sarà strano non averla più intorno, non avere più i nostri appuntamenti quotidiani al bar dove lei scatta foto a chiunque e a qualunque cosa e io disegno, disegno lei e devo dire che sono davvero fiero del mio lavoro, mi piace ciò che sto facendo e anche se il professore non dovesse scegliere me per la mostra non importa, io so che il mio lavoro è fatto bene, so di essere riuscito a portare su carta le sue emozioni, le sue mille espressioni, i suoi mille colori e finalmente sono riuscito a trovare la combinazione perfetta di azzurro per fare i suoi occhi. Ci ho messo quasi quattro mesi per riuscire a trovare l'azzurro perfetto ma nessuno mi convinceva, nessuno le rendeva giustizia ma ci sono riuscito, ho ricreato l'azzurro dei suoi occhi e devo dire che emanano, anche su carta, calore, quel calore che ti trasmettono quando ti guarda e non era facile, riuscire a portare su carta il calore dei suoi occhi non era per niente facile e infatti ci è voluto tanto tempo però alla fine l'ho fatto, nessuno mi ha detto che ci sono riuscito, lo penso io ma ne sono convinto perché vedo i suoi occhi quando mi guarda e i miei disegni mi trasmettono le stesse cose, con meno intensità però le emozioni sono le stesse e ammetto che farle vedere a tutti non mi rende entusiasta perché tutti vedrebbero quello che vedo io e da egoista vorrei tenerlo per me, tenere me quel calore.
'Amico hai fumato?' A volte mi chiedo come abbia fatto, e come continuo, a sopportare Louis ma la maggior parte delle volte evito di darmi una risposta, forse è per questo che siamo ancora amici, non mi do risposte.
'Ancora no.' Rispondo. 'Che fai?' Chiedo vedendo che si sta sedendo al posto di Ivy.
'So che il posto della tua ragazza.' Dice. 'Ma sappiamo entrambi che non arriverà prima di mezz'ora.' Aggiunge e su questo non posso ribattere.
Abbiamo un orario per il nostro appuntamento quotidiano ma nessuno dei due lo rispetta quindi so che ha ragione.
'Non è la mia ragazza comunque.' Su questo posso ribattere eccome però.
'Si come vuoi!' Mi liquida velocemente. 'Dobbiamo parlare.'
'Non lo stiamo già facendo?' Domando.
'Sei spiritoso oggi!' Esclama. 'Hai fatto sesso?' Domanda.
'È la tua faccia a ispirarmi.' Rispondo. 'Che vuoi?'
'Stasera Liam e Harry ci hanno invitato da loro.' Dice. 'Tutti, anche la tua ragazza.' Aggiunge.
'Smettila!' Esclamo. 'Non è la mia ragazza.' Ripeto per l'ennesima volta.
'Scherzavo.' Dice. 'Comunque credo che resteremo a dormire lì visto che domani nessuno ha lezione.'
'A che ora dobbiamo andare?' Chiedo.
'Per le 19.' Dice. 'Io passo a prendere Ariel e Eve e andiamo lì direttamente quindi tu vieni con Ivy e Summer e Niall passa a prendere Aria.'
'Va bene.' Dico. 'Devi dirmi altro?' Chiedo.
'No.' Risponde.
'Sicuro?' Domando ancora guardandolo diritto negli occhi.
'Che vuoi sapere Malik?' Chiede. 'Chiedi senza girarci intorno.'
'Se la metti così.' Dico. 'Come va con Ariel?' Domando.
'Va bene.' Dice. 'Andiamo alla grande e lei è una forza della natura.' Afferma sorridendo.
Credo di non aver mai visto Louis così preso da una ragazza, credo proprio che sia innamorato di Ariel ma lo conosco bene e so che non è ancora pronto ad ammetterlo, sopratutto a se stesso.
'È una cosa seria?' Chiedo.
'Credo di sì.' Dice. 'Cioè non lo so, non abbiamo parlato di questo, non ho fatto come Niall chiedendole di essere la mia ragazza.' Aggiunge.
'Vorresti farlo?' Domando. 'Chiederle di essere la tua ragazza intendo.' Dico. 'Vorresti che lo fosse?'
'Si ma non credo debba chiederlo.' Dice. 'Non lo so, non ho mai dovuto pensare a queste cose però non credo che sia necessario, per me lo è.' Afferma. 'Lei non esce con nessuno e neanche io.'
'Giusto!' Esclamo. 'Però credo che dovresti parlarne anche con lei.' Dico.
'Tu perché non ne parli con Ivy?' Chiede.
'Tra me e lei è diverso.' Dico. 'Io e Ivy ci siamo baciati, ci baciamo qualche volta ma non è lo stesso.' Affermo. 'Tu e Ariel vi frequentate, uscite insieme.'
'Si ma Ivy ti piace.' Afferma. 'Non capisco cosa ti frena amico.'
'Non voglio rovinare tutto.' Dico. 'Lo abbiamo deciso entrambi e nessuno dei due sente il bisogno di dare un nome, un'etichetta a ciò che c'è tra noi.' Affermo. 'Non è amore, mi piace tanto ma non posso dire di amarla, sarei finto ma non posso neanche dire che è solo un'amica quindi prima di prendere una decisone, prima di dare un nome a quello che abbiamo ho bisogno di capire e lei uguale.' Spiego.
'Capito!' Esclama. 'So che l'ho già detto ma lei ti fa bene!' Afferma per poi alzarsi. 'Ciao Ivy!' La saluta e dopo aver dato una pacca sulla spalla anche a me va via.
'Ehi.' Mi saluta sedendosi al posto di Louis, al suo posto in realtà.
'Ciao.' Ricambio il saluto. 'Sei in ritardo.' Le faccio notare.
'Si lo so.' Dice. 'Ma non eri da solo oggi.' Aggiunge sorridendomi.
'Louis mi ha detto di questa sera.' Dico. 'Della festa a casa di Liam e Harry.'
'Si lo so.' Dice. 'Dormiremo li.' Aggiunge.
'Me lo ha detto.' Dico. 'Ti va di uscire?' Chiedo. 'Voglio portarti in un posto.'
'Che posto?' Chiede.
'Ti piacerà!' Esclamo. 'Andiamo?'
Stranamente non fa domande, si alza e mi segue fuori senza chiedere niente.

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