La mattina del 16 marzo, dopo aver fatto colazione, mi misi subito al lavoro: sedetti alla scrivania, di fronte al portatile, e presi a leggere e sottolineare le fotocopie sulle quali erano stampati tre articoli accademici collegati all'argomento della mia tesi. Dovevo capire se essi divergessero tra loro nell'interpretazione di alcuni concetti oppure no. Dopo circa quattro ore di analisi, conclusi che nessuno dei tre mi sarebbe stato a prescindere di alcuna utilità. Il tutto si tradusse in una riga di testo nelle note a piè di pagina, e in nessuna aggiunta al corpo del testo.
«Non hai visto che c'era un pacco per te sul mobile vicino all'ingresso?» chiese mio padre, da poco rientrato per la pausa pranzo.
«No» risposi. «Che pacco?»
Lui lo indicò. «Era nella cassetta delle lettere stamattina. C'è il tuo nome sopra.»
Finito di mangiare, andai a recuperarlo. Era una piccola scatola di cartone chiusa con il nastro adesivo. La portai in camera mia, segai lo scotch con un trincetto e l'aprii. Sepolta da uno strato di ciuffi di polistirolo, stava nascosta la copertina rigida di un dark romance di successo in quel periodo: "Il principe della penombra", di Hazel C. Wölfe.
Ero certa di non averlo ordinato. Mi sedetti sul letto a gambe incrociate, con il documento di spedizione tra le mani. Non riconobbi il mittente: risultava essere una certa Scilla Volante, nome che non avevo mai sentito. Il destinatario, invece, ero io: Chiara Reale.
Perché avevo ricevuto quel pacco? Forse era il caso di contattare le poste, rintracciare in qualche modo la mittente dal nome strano e farle sapere che aveva sbagliato indirizzo. Aprii il libro in un punto a caso, sfogliando qualche pagina al raggio di luce che penetrava dalla finestra. Oppure, altra opzione: avrei anche potuto lasciar perdere e tenermelo. In fondo, era solo un libro. Quanto mai poteva costare?
E mi vennero in mente anche altre curiosità: qual era il titolo originale? Chi era il traduttore? Magari l'autrice era un'italiana che pubblicava sotto pseudonimo. Andai, sovrappensiero, al frontespizio per leggere le informazioni generali. Lì, vidi qualcosa che non mi aspettavo. Tratteggiata a inchiostro blu e con bella calligrafia, una lunga dedica si frapponeva tra il nome di Hazel C. Wölfe e il simbolo della casa editrice.
"Cara Chiara" lessi col labiale. Un brivido freddo mi percorse la schiena. "Eccomi qui a scriverti, dopo che tu mi hai mancato di rispetto, lasciandomi in un crudele silenzio."
Rilessi tre volte queste parole senza comprenderle. Poi sollevai il capo e presi a sbattere le palpebre verso il muro. "Crudele silenzio... crudele silenzio".
Presi a saltare delle righe, a leggere alla rinfusa. "Con tutto quello che ho fatto per te, nonostante tutte le cattiverie che ho subito". Salta riga. "Eppure, ci sarebbe ancora una speranza per noi". Non capivo. "Cara Chiara" ripartii dall'inizio, "eccomi qui a scriverti, dopo che tu mi hai mancato di rispetto". Salta riga, salta riga, "Con tutto quello che ho fatto per te". Ma in che senso? "Cara Chiara", di nuovo. Salta riga. "Per quanto sia difficile perdonarti". Salta riga. Poi raggiunsi l'ultima frase. "Potremmo far tornare tutto com'era. Lo so che lo vuoi. Contattami appena leggi queste parole. Con amore, il tuo N. P.".
«Oddio!» Il libro volò per aria e roteò, roteò, finché non cadde, aperto, sul pavimento. Io ero balzata in piedi. «Oddio!» E mi guardavo le mani con disgusto. "Il morbo! Oddio!"
«Che succede?» urlò mio padre dal piano terra.
«Niente! Tutto regolare!» E corsi verso il bagno accanto a camera mia.
Cosa dovevo farne del libro? Doveva sparire subito. Che rimanesse in casa mia era fuori discussione. "Lo brucio? Potrei bruciarlo. Darlo alle fiamme. O sopprimerlo, buttarlo nel fiume legato a una pietra." Presi a lavarmi le mani con il sapone disinfettante. Tremavo. "Farlo a brandelli. Scuoiarlo come un capretto. Scavare una fossa con una pala e seppellirlo nel bosco. Oppure?"
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Recursion
Fantasy«Non c'è evento che avvenga una volta soltanto, né cosa che esista senza esser già esistita.» 11 novembre 2011, ore 00:42 Questa la data e questa l'ora a partire dalle quali Chiara - studentessa di 21 anni nella città di Pisa - non subirà mai più al...
