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Edith

Le porte scorrevoli dell'ingresso si aprirono ed Haywood ne uscì come una furia.

«Devono andare a fanculo.»

Sentendolo imprecare alle mie spalle, mi alzai di scatto dal marciapiede e lo raggiunsi con poche falcate. Cos'era successo?

«Dovevo aspettarmelo.» Disse appoggiandosi contro il muro e sollevando il viso verso il cielo.

«Fanculo.»

«Lasciami indovinare...» Solo una persona poteva farlo imbestialire così tanto all'infuori di me. «Tuo padre?»

Mi accostai a lui e, sospirando, imitai i suoi movimenti.

«No, il mio superiore.» Lo guardai di sottecchi. «Ha chiamato la polizia di Chicago per proibirmi di accedere alla scena del crimine.» Si tirò i capelli alla radice. «Che poi, come faceva a sapere che sarei venuto qui? Sono così prevedibile?»

Aggrottai le sopracciglia, confusa.

Perché mai il suo capo avrebbe dovuto impedirgli di svolgere il suo lavoro?

Poi, improvvisamente, ricordai.

«Conoscendolo, andrà a Chicago, indagherà e tornerà con un pugno di mosche in mano. Allora rinuncerà alla sua causa e noi potremo stare tranquilli.»

«Haywood è sveglio, ma non abbastanza. Il fatto che si faccia manipolare da noi, non ne è la dimostrazione?»

Spalancai la bocca. Iniziava ad essere tutto più chiaro: l'uomo che aveva parlato con Lyle alla centrale di polizia era il capo di Haywood, e i due gli stavano tendendo una trappola. Anzi, lo avevano già incastrato.

C'è qualcosa di davvero grosso sotto, merda. 

Avrei dovuto informarlo? Però in quel caso si sarebbe distratto, sarebbe tornato indietro e avrebbe comunque perso.

No, non potevo dirglielo.

Lui doveva reagire, agire.

E sì, senza distintivo era uno schifo, ma Haywood era intelligente, scaltro, determinato, impavido. Non si sarebbe arreso, giusto?

Strinsi i pugni lungo i fianchi.

«Ma tu hai il distintivo!» Protestai spostandomi davanti a lui.

Non poteva lasciar vincere quei due bastardi. Cosa avevano in mente?!

E perché diamine stavo prendendo le difese di Haywood?!

Per mia mamma. Mi ricordai. Lo difendo per mia madre. Perché merita giustizia.

«Non vale un cazzo, a quanto pare.»

Haywood si passò una mano tra i capelli mentre il suo sguardo cercava il mio. I suoi occhi assunsero un colore più scuro, le sue labbra vennero premute in una linea dura, e la sua mascella si irrigidí. La vena sul suo collo pulsava ininterrottamente e le sue dita erano chiuse in un pugno, chiaro segno che fosse arrabbiato e frustrato.

Mi innervosii anch'io. «Posso fare qualcosa per te?»

«Eh?» Sbattè le palpebre, forse sorpreso.

«Posso fare qualcosa per te?» Quando ripetei la domanda per la seconda volta, mi sentii la gola andare a fuoco.

Mi era costava tanto chiederglielo, ma era giusto così. Negli ultimi due giorni Haywood si era preso cura di me, anteponendo il mio stato di salute fisico e psicologico al suo lavoro, quindi lo avrei aiutato con piacere, se solo me lo avesse permesso. Ero una bugiarda, però sapevo ancora cosa significasse ricambiare un favore.

Succederebbe Tutto - H.S.Where stories live. Discover now