40

111 6 13
                                    

Edith

«Edith, sei lì?» 

Interruppi i miei movimenti e spostai lo sguardo oltre la spalla. «Sì, dimmi.»

Sentii girare la chiave nella serratura e vidi la testa di Haywood sporgere dalla porta del bagno. I nostri occhi si trovarono. «Ho dimenticato i vestiti puliti. Potresti passarmeli, per favore? Sono nel borsone.» 

Annuii. «Sì, un minuto.» 

Chiusi la zip dello zaino e avanzai verso il letto matrimoniale sistemato al centro della stanza. Feci il giro, scavalcai gli anfibi che avevo gettato sul pavimento e raggiunsi la borsa da viaggio di Haywood: prodotta in cuoio giaceva accanto alla portafinestra.
Mi chinai, tirai verso destra la cerniera e poi mi bloccai: in cima ai vestiti erano appoggiate la lista e la collana di Elle - la mia-  che avevamo trovato al West Loop. Le presi in mano, facendo attenzione a non produrre alcun rumore, e le guardai.

Avrei potuto metterle in tasca e Haywood non se ne sarebbe accorto. Non subito, almeno. Quindi avrei potuto trovare una scusa per andarmene, per tornare nel Queens, per sistemare la questione Cindra e per sparire senza lasciar tracce. Sarebbe stato perfetto, no? Il mio mantra diceva: sii egoista, sempre.

Proprio quando feci per infilarla nella tasca della felpa, la voce di Haywood mi richiamò. «Sei riuscita a trovarli o devo uscire nudo?» 

Rise e io con lui. «Un attimo.»

Il suo umore era decisamente cambiato e sembrava star meglio, per cui mi chiesi se meritasse davvero che rovinassi tutto, che mi appropiassi della lista per poi fuggire quando, di fatto, mi aveva detto di non aver trovato nulla.

Forse ero solo paranoica.

Niente più mi collegava ad Elle: sui registri del West Loop si parlava di Violelle e, dopo il giro al RedMoon Haywood non aveva trovato nulla. Almeno, questo era ciò che mi era stato detto. Avrei dovuto fidarmi?

Mi guardai intorno per qualche secondo: il suo portatile era appoggiato sul comodino, la cartella rossa giaceva sulla libreria sopra al piccolo televisore e le uniche prove erano quelle che tenevo tra le mie mani, le stesse che lui aveva lasciato alla portata di tutti. Alla mia portata.
Avrei potuto rubare tutto in qualsiasi momento, eppure non l'avevo fatto. Come lui non mi aveva nascosto nulla, d'altronde.

Si fidava.

Sospirai e feci un passo indietro. Te ne pentirai, Edith.

«Eccoli!» Gettai la collana e la lista nella borsa, afferrai i primi vestiti che mi capitarono sotto mano, mi alzai e mi avvicinai al bagno. Con le nocche bussai alla porta, ma questa non era chiusa e si aprì lievemente.

Imprecai e, sperando che Haywood non se ne accorgesse, sollevai lo sguardo. La mia attenzione si fermò sull'immagine riflessa nello specchio e per poco non andai nel panico, rischiando anche di prendere fuoco: Atkinson era girato di schiena, integralmente nudo e sexy, e se non fosse stato per il lavandino che lo copriva avrei visto molto di più dei muscoli che guazzavano lungo il suo corpo costellato di tatuaggi o parte del suo sedere sodo.

«Edith?» Lo sentii avvicinarsi.

Che figura di merda! Mi allontanai di scatto e lui mise di nuovo la testa fuori dalla porta e allungò un braccio. 

«E-Ecco i tuoi vestiti.» Glieli lanciai piuttosto che passarglieli ed indietreggiai.

«Grazie.» Aggrottò le sopracciglia. «Tutto a posto?» 

«Sì sì.» Annuii energicamente.

«Okay.» Richiuse la porta, perplesso.

«Grande figura di merda, complimenti.» Sussurrai ritornando a ciò che stavo facendo poco prima.

Succederebbe Tutto - H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora