Capitolo XXX :)

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«Ne sei sicuro, Louis?»

Il liscio annuì dall'altro capo del telefono. Poi, ricordò che l'altro non avrebbe mai potuto sentirlo e si limitò a rispondere con un «Sì.» quasi stanco. «Sì, Mary. Ne sono perfettamente sicuro.»

La donna, dall'altro capo del telefono, si limitò ad annuire pensierosa e a scrivere qualcosa sul bloc-notes alla sua destra. Gli ordini che Tomlinson le aveva dato erano abbastanza chiari e ora stava a lei fare in modo che ogni pedina del loro gioco potesse girare nel modo giusto. «Quando vuoi che lo inserisca?»

«Non ora. Aspettiamo un mese.»

«Un mese?»

Louis annuì di nuovo e si passò una mano tra i capelli, smozzando la tensione. Non era da lui reagire in quel modo a quel tipo di notizie; non era così che aveva imparato a gestire le situazioni. Tuttavia, quelli erano giorni veramente difficili - sia per lui che per il suo sottomesso - e la tensione si era palesata non appena aveva preso il cellulare per comporre quel dannato numero. «Sì. Harry non è ancora pronto per..»

«Sì, ho capito. Ma..»

"Lo so che hai capito, Mary. Sei l'unica che può capirmi e che non mi tradirebbe mai." «ma cosa?»

«Ma lui sta bene, Louis?»

Già, che bella domanda.
Una domanda che spesso il liscio si faceva ma alla quale non riceveva quasi mai risposta. E forse perché non c'era una vera risposta. Harry stava con lui da quanto? Più di 5 mesi, ormai, e Louis avrebbe già dovuto farsi un'idea del tipo di persona che il ricciolino era. Tuttavia, qualcosa glielo impediva. Come se Harry avesse eretto un muro tra di loro; un fottuto muro che impediva a Louis di andare avanti e di poterlo capire a fondo, proprio come avrebbe voluto. E questo, naturalmente, influiva sul loro rapporto dominatore-sottomesso: Harry ormai si stava estraniando sempre di più, diventando quasi un piccolo burattino.

«Sì. Sta bene.»

Il tono con il quale Louis disse quelle tre parole non piacque affatto alla donna, ma questa non glielo fece capire. Del resto, non erano affari suoi quel che Louis faceva o non faceva con il suo sottomesso come non era affar suo lo stato d'animo del riccio. Oltretutto, Mary non conosceva nemmeno Harry ma il modo in cui Louis gliene aveva parlato le aveva subito ispirato simpatica e spesso si ritrovava a pensare a come sarebbe stata la sua vita se non fosse stato buttato in una "casa del piacere" fin da piccolo.

«Va bene, allora-»

«Allora abbiamo finito.» disse il liscio. Si appoggiò completamente sulla poltrona, rilassando la schiena testa e contratta dal nervosismo. «Il piano è semplice ma delicato. Attieni ad esso e andrà tutto bene.»

«Ti ricordi con chi stai parlando, vero?»

«Con la migliore.»

«Esatto, quindi non aver paura. Mandami i file e le foto entro la fine della settimana e ti prometto che alla fine del mese sarà già sul mercato.»

«Va bene. Grazie mille, Mary.»

«Grazie a te, Louis.»

"Grazie al cazzo." Il liscio riattaccò e appoggiò la testa allo schienale della poltrona. Chiuse gli occhi e lasciò che le sue labbra si schiudessero per far uscire un leggero sospiro stanco. In quel momento avrebbe tanto voluto un bel massaggio da qualche brava massaggiatrice ma aveva molte cose da fare - il suo lavoro, come si ripeteva sempre - non è mai full stop - e sapeva che anche quella paura gli sarebbe costata.

«D-Daddy..»

Louis aprì subito gli occhi a quel richiamo soffice e delicato e gli puntò sul piccoletto che stava appoggiato alla porta. «Harry?»Che ci faceva lì? Chi gli aveva detto di entrare nel suo ufficio senza bussare? Louis non voleva nemmeno saperlo. Non aveva tempo per Harry; non aveva tempo per un acquisto totalmente inutile come lui. "Eppure ho speso un sacco di soldi per te, stupida cagna..." Un sottomesso che non sapeva fare il sottomesso - ecco come l'aveva chiamato Louis. «Ti serve qualcosa?»

I'll Save You - Larry Stylinson || SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora