Capitolo XXIII parte.1 (1•)

4.6K 162 36
                                    

«Harry!» lo chiamò nervosamente Tomlinson, avvicinandosi per la terza volta alla porta della camera del minore. “Tanto carino quanto lento” pensò, bussando più volte alla porta. «Hai fatto, piccolo? O devo entrare per darti una mano?»
“Il tempismo non è proprio il suo forte.”

«H-Ho quasi fatto, D-Daddy..» mormorò imbarazzato il sottomesso, guardandosi per l'ultima volta allo specchio dell'armadio. “Forse non dovrei mettere questo abito..” Harry lanciò un ultimo e veloce sguardo al tessuto che stringeva vergognosamente il suo culo, prima di richiudere l'armadio. “Ma Louis voleva così tanto che lo indossassi...” Il liscio sistemò meglio la giacca che portava con grazia e andò ad aprire la porta, apparendo davanti allo sguardo attento del suo dominatore. «S-scusami, Daddy.» mormorò Harry,  abbassando lo sguardo dall'imbarazzo. «Non volevo farti aspettare.»

Louis osservò silenziosamente il suo sottomesso e si leccò le labbra, trovandolo irresistibile vestito con quel completo elegante e nero che fasciava elegantemente il suo corpicino minuto. «Tranquillo, piccolo.» disse il liscio, facendo un sorriso malizioso al sottomesso. «Non hai fatto così tanto ritardo.» La mano di Louis andò a chiudere la porta prima di posarsi sul culo sodo ma morbido di Harry, stringendolo leggermente. «Però adesso dobbiamo andare, la limousine ci sta aspettando.»

Harry annuì, continuando a tenere lo sguardo basso, e le sue guance si tinsero di rosso quando la mano del suo padrone strinse ancor di più la presa. Louis fece finta di niente e, insieme, uscirono dall'abitazione di Tomlinson per salire nella macchina lunga e nera che gli stava aspettando e che, presto, gli avrebbe portati a uno dei più lussuosi ristoranti della città.

«Posso... Posso sapere dove andremo, Daddy?» chiese Harry non appena Louis chiuse lo sportello della macchina. «Anche se non conosco il posto. Per favore..»

«Che razza di sorpresa sarebbe se te lo dicessi?» chiese il liscio, facendo un sorriso leggero al ragazzino. L'idea di quella cena "romantica" era nata da Tomlinson, qualche sera prima, mentre lavorava ad un progetto per la sua azienda. Improvvisamente aveva ricordato che non aveva mai avuto modo di portare fuori Harry - tranne per quella cena d'affari - e non aveva esitato a proporre l'idea al riccio, che aveva accettato subito.

«Uhm...» mormorò Harry, appoggiando a testa sulla spalla dell'uomo. Gli occhi verdi di Harry caddero sulle sue piccole mani, con le quale prese a giocare. «Giusto..»

Louis accarezzò dolcemente i capelli di Harry prima di lasciare un bacio leggero tra di essi. In quei giorni,  Tomlinson si era mostrato stranamente gentile e amorevole nei confronti del suo sottomesso, quasi come se fosse diventato suo padre. L'aveva riempito di coccole e baci e gli aveva lasciato fare ogni piccola cosa che Harry desiderasse. Harry, d'altro canto, non faceva altro che ringraziare il suo padrone e arrossire imbarazzato ogni volta che lo beccava a guardare qualcosa con interesse: Il riccio non era mai stato un ragazzo viziato o altro, ma chiedere anche una piccola cosa al suo dominatore lo imbarazzava tremendamente, facendolo arrossire fino alla punta dei capelli.
Tuttavia, Tomlinson sapeva che c'erano momenti per le coccole e momenti più piccanti per loro e quel momento poteva diventarlo da un momento all'altro.

«Togliti i pantaloni e piegati sulle mie ginocchia.» disse improvvisamente il liscio, una volta che la limousine lasciò il parcheggio di casa Tomlinson per dirigersi verso il centro della città.

«C-Come?» chiese confuso Harry, alzando lo sguardo verdaceo sul suo padrone che, impassibile, lo guardava con uno sguardo indifferente.

E mentre Harry pensava di aver capito bene, dalle labbra del liscio uscirono nuovamente le stesse parole: «Togliti i pantaloni e piegati sulle mie ginocchia.»

Harry deglutì silenziosamente e annuì, proferendo un piccolo "Sì, Daddy", prima di fare esattamente quel che gli era appena stato ordinato. Il riccio non si sarebbe mai immaginato una cosa simile e così all'improvviso: aveva passato quei giorni in completa tranquillità e tra le coccole di Tomlinson, dimenticandosi completamente il motivo per il quale era lì. Lo stesso motivo per il quale era stato comprato.

«Sai..» mormorò Louis, accarezzando il culo sodo e nudo di Harry. Le mani di Tomlinson erano stranamente calde contro la pelle fredda del riccio, che sussultò ogni volta che il liscio appoggiava la mano su di essa. «Voglio fare un gioco con te, Harry. Perché sei un bravo bambino, non è così? E so che non mi deluderai.»

Il liscio aveva pensato più volte, in quei giorni, a quel che avrebbe fatto tra qualche minuto.
- Sto correndo? - si era chiesto. - Forse dovrei aspettare un po' - e anche - Dovrei prendermela comoda -
Ma più tempo era passato, più Louis si era reso conto che aspettare non sarebbe servito a niente: il tempo non avrebbe riportato la verginità di Harry.

«C-Che gioco?» sussurrò Harry, voltandosi per cercare di guardare il suo dominatore che, nel frattempo, aveva tirato fuori dalla tasca qualcosa di bianco e di grandezza simile a quella di un tampone. «D-Daddy, che cos'è?» chiese intimorito il riccio, non appena lo vide.

«Fai un bel respiro, piccolo.» disse con voce piatta Louis, ignorando completamente le domande fatte dal minore. Non appena Harry fece per fare un respiro, le dita di Tomlinson furono veloci a inserire il "tampone" dentro di Harry, facendolo gemere dalla sorpresa e dal dolore. «Se riuscirai a tenerlo tutta la sera senza venire, ti darò un premo.» disse prima di spingerlo più a fondo e in quel momento il riccio seppe esattamente che non si trattava di un "tampone" ma di un piccolo vibratore.

Il sottomesso fece per aprire bocca, chiedendogli in che modo potesse non venire con un oggetto simile dentro di sé, ma dalle sue labbra uscirono una serie di gemiti acuti quando Louis accese l'apparecchio e lo spinse in profondità, fino a raggiungere quel punto sensibile e proibito.

«Se oserai venire durante la cena..» continuò Louis legando la corda fine del vibratore contro la coscia del minore, così che non potesse uscire dal suo corpo o spostarsi. «ti punirò a dovere.»

«S-si, Daddy..!» Harry mugolò di piacere e mille brividi di piacere corsero sulla sua schiena, impedendogli di tirarsi a sedere senza tremare come una foglia. Tuttavia, una volta sedutosi sul sedile, Harry non riuscì a fare a meno di iniziare a gemere e a mugolare dal piacere, non riuscendo a trattenersi. “N-non riuscirò mai a tenerlo f-fino alla fine della serata..” pensò Harry, portando una mano tremante al basso ventre.

«C'è qualcosa che non va, Harry?» chiese Tomlinson, vedendo il suo piccolo sottomesso in serie difficoltà a gestire la faccenda. La mano del liscio si posò sulla gamba del più piccolo, che accarezzò prima di incrociare i suoi occhi verdi che lo pregavano di togliere quel sex toy da sento di lui. «Non ti senti bene?»

Harry rimase sbalordito davanti a tutta quella indifferenza, dato che era stato proprio lui a mettere quel macchinario dentro il suo corpicino, ma non lo diede a vedere. «N-non credo che r-resisterò, D-Daddy..» mugolò Harry, con voce flebile e acuta. «N-non posso toglierlo?»

«Ce la farai, piccolo.» fu quel che rispose Louis, prima di voltare lo sguardo verso le luci artificiali della città vicina al buio. I suoi occhi azzurri crearono mille riflessi contro lo scenario, illuminandosi improvvisamente. «Oppure ti punirò.»

I'll Save You - Larry Stylinson || SOSPESAWhere stories live. Discover now