Capitolo XXVIII p.2

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«Devi capire il vero motivo per il quale l'ho fatto.»

«O-okay, Daddy..»

Tomlinson osservò la strada e, silenzioso come la morte, si prese qualche secondo prima di poter dar voce ai suoi pensieri. «Posso.. e so per certo qual è l'immagine che ti sei fatto di me, Harry. Insomma... ti ho punito, offeso e deriso, rinchiuso in uno sgabuzzino e ti ho mostrato con orgoglio quel che ho fatto al mio socio.. e se l'ho fatto, Harry, non è perché sono psicopatico o perché ho problemi di egocentrismo» "Beh, sì.. l'egocentrismo c'entra sicuramente." «Non sono niente del genere, tesoro. Ma, ripeto, voglio che tu capisca perché l'ho fatto.»

"P-perché sei fottutamente pazzo!" «O-Okay, Daddy.» mormorò Harry e si affrettò a togliere le lacrime di terrore dal suo volto: non voleva che il suo padrone lo vedesse piangere nuovamente.

«Quel che ho fatto, Harry... quel che ho voluto fare, l'ho fatto solo per te. Non per me o per "noi", tesoro. L'ho fatto solo per te e per la tua incolumità.» continuò poi Tomlinson, continuando a guidare verso casa. «Pensa, tesoro: che razza di dominatore sarei se permettessi a qualcuno di violentare il mio sottomesso e di passarla liscia? Che razza di dominatore sarei se glielo lasciassi fare continuamente, fingendo di non sapere niente? Che persona del cazzo sarei nel vederti distrutto a tutti quegli abusi del cazzo che io stesso ho permesso che ti accadessero? Capisci quel che intendo?»

«S-sì, Daddy.»

«Se ti ho portato via da quella topaia del cazzo, l'ho fatto solo per te, Harry. L'ho fatto perché voglio darti una vita degna e decente; una vita che ogni ragazzo... che ogni sottomesso della tua età si merita.»

"A-allora perché mi hai v-violentato, quella sera, i-in quel hotel? È-è questa l-la vita di un vero s-sottomesso?" si chiese confuso il ragazzino dai capelli ricci, evitando di guardare il suo dominatore. "P-perché io non ho m-mai scelto questa vita!"

E, anche se Harry non aveva aperto bocca, il suo padrone sembrò recepire i suoi pensieri come se li avesse espressi ad alta voce. «Ammetto... ammetto di aver sbagliato, quella volta all'hotel. Ho sbagliato a farti del male, piccolo, ma cerca di capire: ero accecato dalla rabbia contro quel figlio di puttana e ti odiavo così tanto per esserti ceduto alle sue braccia che non riuscivo a capire che eri stato costretto a farlo. Non lo capii perché la rabbia me lo impedì, Harry. E.. ho agito veramente come un coglione, ma solo perché volevo capire come agire contro di lui e contro chi ti ha sempre ferito. Avevo bisogno che tu mi dicessi- Ma che cazzo è successo?!»

Harry alzò di scatto lo sguardo verso la strada e i suoi occhi, ancora lucidi e lacrimosi, si spalancarono quando vide le luci blu delle macchine della polizia che avevano circondato la villa. "C-che sta.. che sta succedendo?" Si chiese confuso e spaventato Harry, prima di voltare lo sguardo verso il suo dominatore: l'uomo si era tolto la cintura di sicurezza e guardava preoccupato le auto della polizia. «D-Daddy?»

«Sta buono e rimani qui, piccolo.» furono le uniche parole che Tomlinson disse prima di uscire dalla macchina e Harry boccheggiò confuso quando si richiuse la portiera alle spalle, dirigendosi verso i poliziotti.

"C-che sta succedendo?" Si chiese confuso il piccolo sottomesso, osservando spaventato la zona e solo un momento dopo si accorse del perché tutte quelle macchine si erano radunate lì: il motivo, l'unico motivo, era l'abitazione. "Cos... oh mio Dio..!" Sfasciata, vandalizzata e semi-distrutta.
Sicuramente erano quelle le parole più giuste per descrivere com'era messa la villa in quel momento. La porta era ancora aperta, le finestre rotte, e - Harry avrebbe potuto giurarlo, anche perché non poteva vederlo - dentro era ridotta come una discarica. "Che diavolo è successo? C-chi è stato?" Pensò confuso e socchiuse gli occhi per vedere meglio oltre i cespugli che confinavano la villa ma qualcosa... o meglio, qualcuno glielo impedì, facendolo urlare di terrore: Furono gli stessi occhi marroni e penetranti che per anni l'avevano osservato con rabbia e desiderio; gli stessi occhi che gli erano sembrati risplendere ogni notte da lì a quale mese quando il loro proprietario si infilava silenzioso tra le sue coperte; gli stessi occhi che l'avevano fissato vuoto ogni volta che si era approfittato di lui.

Gli occhi scuri
E
Gelidi
Di Sam.

// La fine è vicina.

I'll Save You - Larry Stylinson || SOSPESAWhere stories live. Discover now