Capitolo XVII

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Harry sembrò non notare molto i giorni di assenza del liscio.. O almeno così fece pensare. Aveva passato il primo giorno a gironzolare per la casa come se giocasse alla caccia al tesoro e si era sconvolto quando aveva visto quante stanze possedesse quell'edificio. Si era anche perso, inizialmente, e fu in quel modo che scoprì come finire nel giardino posteriore, che portava alla sera di vetro.
La sera stessa aveva ricevuto una veloce chiamata da parte di Louis e Harry era stato così felice di rivederlo che non aveva nemmeno dato ascolto alle risate di Freddie come sottofondo.

Il secondo giorno, oltre a fare un secondo giro della casa, fece amicizia con una governante giovane e carina, il cui nome era Genevieve. Era stata lei a trovarlo nel letto morbido del liscio mentre schiacciava un risposino ristoratore. Harry si era addormentato poche ore prima dell'arrivo della ragazza e la scelta del letto non era casuale: sentiva il bisogno di crogiolarsi tra le braccia di Louis e il suo letto faceva proprio al suo caso. La cameriera l'aveva svegliato, avvertendolo che da lì a poco avrebbe dovuto dare l'aspirapolvere, e Harry era saltato giù dal letto con le guance rosse per l'imbarazzo di essersi fatto beccare in fragrante. La governante iniziò a pulire la stanza subito dopo del risveglio del riccio e quest'ultimo si offrì per darle una mano, incapace di restare fermo.

< Sai, Louis non è così male come sembra. > aveva detto Genevieve, spolverando il cassettone di legno scuro vicino alla finestra. < È quasi il contrario, a dirla tutta. E non lo dico perché sei il suo nuovo pupazzo, okay? > chiarì, volendosi verso di lui. A Harry erano bastati quindi minuti per farsi raccontare quasi tutto della vita della ragazza: si chiama Genevieve, aveva 25 anni e un bimbo di tre, e viveva nelle periferie della città. Il suo sogno era studiare filosofia e insegnarla, ma si era affrettata ad aggiungere che era un sogno quasi irrealizzabile per lei. < Mi ha assicurato sin dal primo giorno di lavoro e mi paga i giorni di ferie, le malattie e non brontola nemmeno quando gli chiedo di farmi uscire prima per... Insomma, i soliti problemi da mamma. >

< Louis vuole la perfezione e non posso dire che sbaglia ad averla. > continuò la governante. < Ma, detto fra noi, non gli importa come viene fatta. Lavoro in questa casa da due anni, ormai, ed è l'unica cosa che mi abbia mai chiesto. >

Tuttavia, per quanto Genevieve fu cordiale e aperta, Harry non riuscì a tirare fuori una parola di sé. L'egocentrismo della ragazza l'aveva disorientato ma in fondo le piaceva il suo carattere e i suoi modi di fare. Almeno lei non lo guardava dall'alto in basso...

Anche quella sera Tomlinson lo chiamò, come gli aveva promesso inizialmente. Stavolta fu Harry a parlare quasi tutto il tempo e gli sembrò che Louis fosse felice quando gli raccontò di Genevieve. Quando Tomlinson riattaccò, Harry sentì una sensazione di vuoto dentro di sé e rimase a fissare il telefono per qualche minuto, incapace di pensare altro se non alla voce di Louis.

*
Ora...

Genevieve era intenta a pulire il ripiano cottura di marmo in cucina, quando sentì il campanello di casa Tomlinson suonare. Nella villa c'erano solo altri tre camerieri ed era sicura che nessuno di loro si sarebbe smosso per andare ad aprire la porta, così posò lo straccio sul ripiano e si diresse verso l'entrata.

"Non può essere il padrone" si disse. "Lui non torna mai senza avvertire almeno un giorno prima e questa settimana non aspetta consegne di nessun genere."

La bionda aprì il portone quanto bastava per vedere la figura che sostava fuori e aggrottò le sopracciglia non appena capì chi fosse stato a suonare. "Il signor Tomlinson non mi ha avvertito del suo arrivo.."
< Signor Malik > disse, aprendo di più il portone. < Come posso aiutarla? Il suo arrivo non mi è stato raccomandato. >

< In fatti questa è una sorpresa, mia casa Genevieve. > disse il moro, togliendosi i costosi occhiali da sole. Dopo tutto il tempo trascorso con Louis, Zayn aveva imparato a mente i nomi delle sue domestiche più fidate. < Allora, zuccherino? Vuoi lasciarmi bruciare sotto il sole o vuoi farmi entrare in casa? >

I'll Save You - Larry Stylinson || SOSPESAWhere stories live. Discover now