Capitolo XIV, prima parte

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Sam si morse il labbro inferiore con fare nervoso, strappando le pellicine delle labbra, e osservò per l'ennesima volta la mappa esterna della villa di Tomlinson.. O almeno, osservò una delle sei mappe delle ville di Tomlinson.

"Fanculo ai ricchi del cazzo" pensò Sam osservando la struttura esterna e il primo piano. Quel bastardo - come l'aveva soprannominato Sam - aveva ben cinque ville e un totale di più di 8 mappe: quella che Sam stava osservando adesso aveva due piani; una aveva solo un piano ma un immenso giardino; due avevano tre piani enormi; e l'ultima aveva anche anche il seminterrato.

L'ex tutor di Harry aveva cercato per due giorni di fila di scoprire in quale villa fosse stato segregato il suo piccolo ricciolino. Le ricerche non avevano portato a niente, così Sam aveva pagato delle sottospecie di spie che avrebbe compiuto il lavoro al posto suo. Forse il tutor aveva agito in modo sbagliato ma si sa: in amore e in guerra ogni cosa è lecita.

"Quella" si disse Sam quando i risultati arrivarono dopo un giorno. "è stata la miglior idea della mia vita!" Adesso Sam doveva solo ideare un piano efficace per rapire il suo sottomesso ma stavolta non avrebbe potuto chiedere l'aiuto di nessuno: aveva speso ogni suo soldo alla ricerca dell'abitazione.

Sam si passò una mano tra i capelli neri e si lasciò cadere come un sacco di patate sulla sedia da ufficio, chiudendo subito dopo gli occhi. Il corpo di Harry gli mancava così tanto che gli sembrava che ne fosse dipendente.
"Una bella dipendenza.." pensò l'uomo. Anche ad occhi chiusi riusciva a vederlo sotto di sé, pieno di graffi e sudato. "Merda, mi manca così fottutamente tanto"

Negli ultimi due giorni aveva sfogato i suoi problemi sessuali su quattro ragazzi vergini, senza badare all'età e ignorando completamente la loro identità. Era stato un puro sfogo perché nessuno di loro si avvicinava minimamente piccolo e dolce Harry e per quanto Sam si sforzasse di crederlo non ci riusciva: Quando li frustava con la cintura non urlavano con dolore e con voce acuta tanto quanto Harry; non sembravano indifesi quanto Harry quando lo pregavano e lo supplicavano di fermarsi; Non erano assolutamente sufficienti a farlo eccitare quanto lo era Harry.
E semplicemente perché nessuno di loro era lui. Harry era insostituibile per Sam, era la sua bambolina preferita tra mille bamboline perché Sam sapeva che avrebbe potuto portarlo fino allo sfinimento ma Harry non si sarebbe mai ribellato alle sue gesta. E infine il suo nome, che era un punto fisso nella testa dell'uomo.

Ma doveva stare senza il suo sottomesso ancora per un po', poi sarebbe stato suo nuovamente. Doveva farsi la pazienza come amica e aspettare perché era tutta questione di tempo. Avrebbe atteso e quanto Harry sarebbe tornato tra i suoi artigli... Beh, Sam voleva recuperare tutto il tempo perso nel minor tempo possibile. Successivamente l'avrebbe fatto sparire una volta per tutte dalla circolazione: non aveva un piano certo ma rinchiuderlo in cantina non gli era sembrata una brutta idea.

Il moro aprì i occhi stanchi e le puntò nuovamente sulla mappa. Per ora avrebbe solo aspettato e studiato con cura la villa che teneva prigioniero il suo ricciolino. Le spie aveva fatto un buon lavoro e gli avevano dato informazioni più che chiare anche sulla parte esterna: quella villa - per esempio - aveva a guardia 2 rottweiler e 2 dobermann addestrati fin dalla nascita per la protezione di individui. Fino ad adesso, nessuno era mai riuscito ad entrare nell'abitazione ma i ladri sciocchi che si erano intrufolati nel suo giardino erano finiti tutti in galera, facendo prima un viaggetto al pronto soccorso col codice rosso. Quello dei cani era davvero un problema..
L'interno di ogni villa era sotto allarmi di sicurezza e solo Tomlinson e la servitù sapevano i codici per disattivarli.

"Potrei corromperne uno" pensò Sam mentre l'idea che quella fosse una fortezza si fece strada nella sua mente. "È una fortezza che protegge qualcosa di molto prezioso e che appartiene a me."

L'uomo afferrò la tazza di caffè amaro e ne bevve un sorso. Si sarebbe ripreso il suo Harry e ne era certo, anche a costo di finire in prigione. E per Tomlinson... Beh, per lui stava già architettando qualcosa per quel bastardo che aveva osato portargli via il suo piccolo. Gliel'avrebbe fatta pagare molto cara.

Nel Frattempo...

< No, p-per favore! > pregò Harry, arreggendosi con la mano libera al lavandino marmoreo del bagno. < Mi lasci stare! >

L'idea che qualcuno che non fosse il suo verso padrone lo punisse lo scosse dall'interno dalla paura. Con Sam aveva provato tante cose dolorose sulla sua pelle ma col tempo Harry aveva capito fin dove si poteva spingere il suo ex tutor; Con Louis non aveva ancora le idee chiare perché ancora non aveva capito fin dove il liscio si sarebbe spinto con lui; ma con Malik? Si sarebbe fermato quando Harry gli avrebbe chiesto di farlo? Gli avrebbe fatto molto male? Harry non poteva saperlo e certamente non voleva saperlo. Zayn non era come Tomlinson e non sembrava essere capace di punire senza farti del male.

Il pakistano ringhiò sommessamente e diede uno strattone al riccio, facendolo sbattere contro il suo petto. < Riceverai la tua punizione, piccoletto. > disse severamente l'uomo mentre l'odore di tabacco presente nei vestiti dell'uomo si stava entrando nei polmoni dilatati dalla paura del riccio. < Che ti piaccia o no. >

< H-ho già un padrone! > disse Harry, cercando di spostarsi. < G-gli dirò che sono stato cattivo e m-mi punirà lui! P-per fa- >

Fu lo schiaffo forte di Zayn a fargli morire le parole in gola. < Ti ho ordinato di parlare? > chiese Malik, afferrandogli il collo con una morsa dolorosa e ferma. < Smettila con le tue suppliche del cazzo. >

Anche se la stretta era forte, non era niente in confronto alla vera forza del pakistano. Malik sapeva quanto fosse pericoloso il gioco che stava giocando con Harry e sapeva che Tomlinson l'avrebbe ucciso se avesse visto i segni delle dita sul collo del suo sottomesso. E dato che Zayn non aveva nessuna voglia di morire, ci stava andando piano ma senza rinunciare al brivido che quel momento gli stava dando: in parte perché era un amante del pericolo e dell'adrenalina, che riusciva a espandere al sua eccitazione; e in parte perché aveva bisogno di uno sfogo carnale. Liam si era sentito male dopo la vacanza che i due avevano fatto e il suo atto di ribellione era dovuto allo stress sessuale che Zayn gli aveva inflitto. Così, con Liam in punizione, Malik stava cercando un altro sfogo che lo compiacesse.

< M-Malik.. > sussurrò Harry respirando a fatica mentre piccole lacrime si formarono ai suoi occhi. L'unica cosa che voleva in quel momento era il suo vero padrone, anche se sapeva che non sarebbe mai arrivato.

Zayn fece un ghigno quando capì di aver ottenuto il rispetto attraverso la paura e lasciò il ragazzino. < Oh, Harry.. > l'uomo prese la mano del sottomesso e l'appoggiò contro il cavallo gonfio e duro dei pantaloni. < Penso proprio di aver bisogno di te là sotto. > Zayn fece un sorrisino. < Sono sicuro che sembrerà enorme tra le tue piccole manine. >

Harry sussultò quando sentì la grandezza del pacco di Zayn e la sua mano perse a tremare. < N-no.. > I nervi del sottomesso stavano per collassare. Doveva andarsene prima che Zayn avesse il tempo di fare il prossimo passo.

< Ti ho detto di smetterla! > lo sgridò il moro, cercando di tirarlo via.

Harry fu più veloce: raccolse tutto il coraggio che aveva e tirò un pugno nell'occhio dell'uomo, facendosi male anche lui. Non badò al dolore e ne approfittò per scivolare tra le braccia del pakistano quando questo urlò di dolore e lo lasciò andare, portandosi le mani al volto. Non osò guardarsi indietro e corse dal suo padrone, che non aveva idea di quel che era appena successo al suo adorato sottomesso.

Hey! Vi va di passare a leggere High by The Beach - Larry Stylinson? La troverete sul mio profilo;)

I'll Save You - Larry Stylinson || SOSPESAWhere stories live. Discover now