Capitolo XXIV p.3

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«È stato strano, Louis, ma anche divertente.» pensò ad alta voce Micheal mentre si metteva un impermeabile di Burberry sulle spalle, dato l'improvviso freddo che era arrivato subito dopo le 18. «Mi è piaciuto, alla fine. Non è che ci faresti un pensierino, vero?» scherzò poi, fscendogli l'occhiolino, e Louis rise leggermente, scuotendo la testa di rimando.

«Sfortunatamente per te, le mie idee sono ben diverse da quello che pensi.» disse l'uomo prima andare ad aprire il cancello della sua villa con un pulsante posto vicino citofono, in modo che la macchina del padre del ragazzo potesse entrare nello spiazzo dell'abitazione. «Tu, piuttosto, pensa a studiare e a passare l'anno invece che far impazzire i tuoi genitori.»

«Mio padre parla troppo, a quanto pare.» sospirò il ragazzo e aspettò che Tomlinson gli aprisse il portone di casa prima di sgusciare via dall'abitazione. «Beh, spero di averti aiutato.» disse Micheal, voltandosi verso il liscio e soffermandosi sul primo scalino. «E, sul serio, non esitare a chiamarmi se Harry ti dovesse dare altri problemi.»

«Non preoccuparti, William.» Tomlinson salutò con la mano l'uomo dentro la Mercedes nera, cioè il padre di Micheal... O meglio di William Schubert, il figlio di Andrew Schubert, un suo dipendente. «Non credo che Harry mi darà altri problemi dopo oggi.»

«Lo credo anch'io ma..» il ragazzo dai capelli ricci alzò le spalle in un movimento leggero, prima di fare un sorriso all'uomo che stava fermo davanti alla porta. «Va beh', a presto, Louis.» lo salutò, invece di continuare sul suo discorso, e velocemente scese gli scalini, correndo incontro alla macchina del padre.

“Spero proprio di non chiamarti più..” Tomlinson aspettò che il ragazzo fosse salito e che la macchina fosse sfrecciata via prima di rientrare dentro e chiudersi la porta alle spalle, impedendo così al vento freddo di entrare in casa sua. Un brivido scosse il suo corpo e subito si affrettò ad alzare il calore dei termosifoni, ritenendo che se non l'avesse fatto si sarebbe sicuramente ibernato. “Adesso tocca a Harry..” si ritrovò a pensare, nel preciso istante in cui il suo sguardo finì sull'orologio digitale appeso al muro che segnava le 21 e 05. “Sono sicuro che dopo questa batosta la verità verrà a galla, e anche abbastanza velocemente.”

E Louis sapeva benissimo che quella era stata una fottuta bravata. Al liscio non c'era voluto molto per decidere come agire contro il ragazzino dagli occhi verdi, soprattutto perché era una bravata che aveva avuto modo di organizzare da solo, e nemmeno gli dispiaceva di aver fatto una cosa simile: Louis aveva spiegato ad Andrew la sua situazione - tralasciando molti particolari - e aveva chiesto a suo figlio di fingere di essere il suo "ragazzo" per un'intera giornata, così che Harry si potesse sentire alle spalle al muro. Come aveva pensato il riccio, il piano era riuscito perfettamente e adesso Louis aveva solo bisogno di tirare fuori tutta la verità dalle labbra di Harry, così da sapere perfettamente contro chi agire... Chi distruggere.
Naturalmente, William era stata l'ultima spiaggia del piano di Tomlinson: tutto era iniziato con le minacce di riportarlo alla "Casa"; poi era passato nel rinchiuderlo nello sgabuzzino umido e che non usava più da anni;  era slittato ad ignorarlo; e infine - l'ultima assoluta spiaggia - aveva finito l'acquisto di un altro sottomesso. Tomlinson sarebbe potuto andare avanti all'infinito ma conosceva abbastanza bene Harry da sapere che l'avrebbe smontato con così poco.

“William ha fatto un buon lavoro.” osservò Louis non appena si fermò davanti allo sgabuzzino minuscolo nel quale aveva rinchiuso il suo sottomesso e il suo sguardo si aggrottò quando sentì un e più singhiozzi  provenire da dentro. “Dio, Harry... Eri così perfetto, ma ti sei voluto rovinare con così poco..”
Esattamente come Tomlinson si era immaginato il suo sottomesso era rimasto nello sgabuzzino fino a quell'ora tarda come gli aveva ordinato, senza uscire nemmeno per i pasti. Tuttavia, Louis non aveva la minima idea se Harry avesse passato
tutta la giornata a piangere o meno: Il liscio era stato troppo impegnato per permettersi di passare anche solo un secondo ad assicurarsi che il riccio stesse bene. “Ma adesso è l'ora di ascoltare anche la tua versione.”

I'll Save You - Larry Stylinson || SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora