Capitolo X: Parte Prima

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Harry dormiva tranquillamente nel suo nuovo letto, il volto rilassato e angelico. Erano quasi le sei e le medicine che il maggiordomo gli aveva fatto prendere con la forza stavano facendo effetto: non si sentiva più male come prima, la testa non gli girava più e le ossa non erano così pesanti come lo erano prima. Aveva iniziato a sentirsi meglio quando il maggiordomo aveva fatto capolino in camera sua per il pranzo e aveva pensato che un riposino non avrebbe fatto altro che migliorare la situazione...
Ma si sbagliava. I suoi incubi, come di routine, erano tornati, più vividi che mai, per distruggere il suo sonno angelico.

*

Quando Tomlinson entrò spaventato nella camera del riccio, Harry piangeva e urla dalla angoscia già da qualche minuto. Louis era stato avvertito dal suo maggiordomo, che diceva di aver sentito le urla angoscianti del ragazzino, e il liscio era corso velocemente da lui. Non si era informato di altro, era semplicemente andato con la speranza che Harry non stesse subendo una sorta di attacco psico-fisico.

Tomlinson spalancò di scattò la porta e i suoi occhi corsero su il suo giocattolino: Harry piangeva e urlava, dicendo cose incomprensibili, mentre si rigirava velocemente tra le coperte. E in un secondo Tomlinson fu accanto a lui: afferrò Harry per le spalle e lo scuotè più volte per farlo svegliare.

< Harry?! > lo chiamò Tomlinson, spaventato per il comportamento del sottomesso. È nel bel mezzo di un incubo vivido?  Louis non riusciva a darsi altre spiegazioni.

Harry, che aveva preso a tremare violentemente, si era calmato improvvisamente non appena le mani dolci e calde dell'uomo si erano posate sul suo corpo. Le lacrime che uscivano copiosamente dai suoi occhi andarono a diminuire ma quando Harry aprì gli occhi, essi erano rossi e pieni di terrore. Il ragazzo guardò il padrone con terrore prima di riconoscerlo e fu a quel punto che si strinse tra le braccia di Louis, affondando il volto sul suo petto.

< H-ho a-avuto tanta p-paura. > balbetto piangendo il riccio mentre il padrone lo guardava confuso e accarezzava con fare dolce la schiena del ragazzino. < M-mi p-picchiava c-così forte! >

Tomlinson non si sarebbe mai aspettato quel gesto simile dal suo sottomesso: Harry si stava affidando alle sue braccia in cerca di protezione. < Va tutto bene, Harry. > disse con voce dolce Tomlinson mentre la sua mano accarezzava la schiena scheletrica del ragazzino. < Adesso ci sono io con te. >

È così piccolo e fragile Tomlinson sorrise leggermente quando Harry annuì lentamente, strusciando il volto sulla maglia di Tomlinson.

< Calmati, piccolo.. > ma per quanto Louis cercasse di far tranquillizzare Harry, il sottomesso non riusciva proprio a calmarsi. Quell'incubo l'aveva scosso troppo e la paura stava abbandonando il suo corpo con una lentezza mortale. Così Louis, con una delicatezza infinita che non era solito possedere, alzò il volto del più piccolo e lasciò sulle sue labbra un bacio dolce e delicato. < Adesso sei qui, a casa mia, e niente e nessuno arriverà mai a farti del male. > sussurrò Tomlinson con voce roca, guardando il suo sottomesso negli occhi. < Niente e nessuno, ed è una promessa. >

Stavolta fu Harry a baciare il suo padrone: prese il volto dell'uomo tra le mani e appoggiò le labbra sulle sue, per dargli un bacio casto... che velocemente si trasformò in qualcosa di più spinto. Harry agiva come sotto incantesimo perché, per la prima volta nella sua vita, sentiva qualcosa di caldo che gli stringeva lo stomaco in una morsa delicata ma ferma e sapeva che a procurargliela era il suo padrone.
È così... diverso pensò il riccio mentre la lingua di Tomlinson entrò nella sua bocca per sfiorare quella del ragazzo. Sam è così diverso da lui... lui non mi permetteva di baciarlo e mi picchiava sempre dopo averlo svegliato per colpa di un incubo

I'll Save You - Larry Stylinson || SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora