Capitolo XXI, parte 2

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"Ahi!" Harry si morse il labbro inferiore dal dolore quando il laccio di seta con cui stava giocando si incastrò, procurandogli una pulce-secca lungo il dorso del suo lungo e affusolato mignolo. Il riccio guardò il dito "ferito" e strinse le labbra, formando una piccola linea sottile. "Che male.." pensò con un sospiro, portando lo sguardo alla porta della sua stanza.

Ormai era passata più di un'ora e mezzo da quando Harry aveva finito di fare colazione, aveva fatto un bel bagno caldo e da quando si era vestito, mettendo addosso un maglione color celeste pastello, un paio di jeans strappati ma che gli stavano larghi e un paio di calzini neri. Harry adorava davvero quegli abiti e non perché erano gli unici vestiti decenti che avesse mai potuto avere nella sua vita - beh, forse anche per questo - ma perché li trovava così comodi e carini da rendere anche lui carino. Tuttavia, Harry ci aveva messo un po' a scegliere quali indumenti indossare, cercando di trovare una via di mezzo tra carino e calduccio tra i mille vestiti che Tomlinson gli aveva comprato ancora prima di comprare il suo corpo e si poteva ritenere abbastanza soddisfatto per la sua scelta.

"Speriamo solo che al padrone piacciano.." pensò Harry, continuando a fissare speranzoso la porta della sua stanza. Il riccio ci aveva messo così poco nel fare le cose ordinatogli dalla cameriera e ormai erano più di 30 minuti che continuava a giocare con quel dannato nastrino che aveva trovato per terra una mattina fa perché non aveva la minima di cosa poteva o non poteva fare. Poteva guardare la TV? Poteva usare quello strano oggetto che Genevieve aveva chiamato computer e che Harry non aveva mai visto prima d'ora? Poteva prendere un libro qualunque dalla biblioteca di Tomlinson e leggerlo? Poteva giocare spensierato nel giardino? Harry non sapeva se poteva farlo; Louis non gli aveva mai dato il permesso di farlo.

Harry aveva desiderato farlo, ma semplicemente non poteva ed era qualcosa che aveva accettato nei giorni ma, adesso, avrebbe tanto voluto poter passare il tempo in un altro modo.

Harry si alzò dal letto rifatto e andò verso la finestra che dava al giardino di casa Tomlinson, sospirando dalla noia. Il suo padrone era rientro nella reggia circa trenta minuti prima, circa quando il maggiordomo George era errato in camera sua per prendere il vassoio della colazione quasi intatto e per dirgli chiaramente che "non doveva azzardarsi ad uscire da quella maledetta stanza nemmeno se fosse scoppiato un incendio". E, sinceramente, a Harry non importava tanto di quel che George gli aveva detto: lui voleva capire perché Tomlinson non volesse vederlo. Il suo dominatore gli era mancato così tanto - gliel'aveva fatto presente anche nelle videochiamate che i due avevano avuto nei giorni della sua assenza - e al solo pensiero che non volesse vederlo al suo rientro, a Harry si stringeva il cuore.

“Io... Spero solo che Zayn abbia mantenuto la promessa” pensò malinconicamente il sottomesso, rigirando nervosamente il nastro di seta tra le mani. Il dottore non era passato, né quel giorno né nei giorni futuri, a fargli la visita tanto temuta e questo dava molta fiducia e speranza a Harry, anche se non toglieva il fatto che non riusciva ancora a fidarsi di Zayn.

Harry continuò a viaggiare tra i suoi pensieri fin quando un insistente bussare lo distrasse dai suoi pensieri, riportandolo alla realtà. La porta si aprì giusto in tempo per far voltare Harry verso la porta e fargli sperare che quello a bussare fosse stato Tomlinson ma i suoi sogni si infransero non appena alla soglia apparve Genevieve, il quale sguardo era più scuro del solito.

La serva osservò per qualche secondo il ragazzo prima di entrare nella stanza con passo incerto. «Louis vuole vederti.» fu l'unica cosa che riuscì a dire, distogliendo subito lo sguardo dal volto pallido di Harry che, come per magia si illuminò dalla felicità. «Si trova nel suo studio, adesso.»

«P-posso andarci subito?» mormorò Harry, con voce tremante dall'emozione al pensiero di rivedere il suo padrone.

«Puoi ma..» Genevieve strinse leggermente i pugni e si avvicinò a lui con passo lento, finché non fu abbastanza vicina da poter appoggiare entrambe le mani sulle fini braccia del ragazzo.

I'll Save You - Larry Stylinson || SOSPESAWhere stories live. Discover now