Capitolo VIII: Parte prima

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Le luci calde del mattino colpirono il volto di Harry, facendo uscire dalle sue labbra morbide dei piccoli gemiti per il fastidio. Il riccio si girò dall'altra parte, per evitare i raggi, e si strinse nelle coperte morbide e calde cercando di trarre più calore possibile da esse. Affondò la testa nel cuscino e mugolò stranito: lo trovò stranamente troppo morbido e profumato per essere il suo. Controvoglia aprì lentamente gli occhioni verdi e si guardò intorno, confuso e intorpidito per il dolore alla testa, che gli girava violentemente. Ci mise qualche secondo prima di mettere a fuoco l'oggetto che aveva davanti: era una lampada in stile moderno sopra un cassettone nero. Il riccio passò una mano sul volto, pensando che fosse un'allucinazione: Quella non era la sua lampada; prima d'ora, Harry non aveva mai avuto una lampada. Si tirò su ma un dolore alle natiche lo fece sobbalzare e gemere di dolore.

E ricordò improvvisamente tutto:
Ricordo della macchina; di Mr Tomlinson che lo puniva; delle sfere che aveva usato su di lui (e che successivamente aveva tolto mentre Harry si era appisolato); e quando.. e quando era venuto.

Sam... Sam non mi rivolgerà più la parola per quel che ho fatto pensò Harry, provando un profondo odio e disgusto verso sé stesso e la sua debolezza. Non sarebbe dovuto venire come un verginello alla sua prima volta, eppure l'aveva fatto e adesso si sentiva un completo schifo. Il riccio abbassò la testa, stringendo le piccole mani a pugno, mentre le sue spalle presero a tremare e le prime lacrime uscirono dai suoi occhioni. Si morse il labbro inferiore con forza e sprofondò di nuovo nel letto, prendendo a piangere con più foga mentre il senso di colpa cresceva dentro di lui. Il riccio iniziò a mormorare parole spezzate dai singhiozzi e troppo basse per essere comprese, ma era a Sam che le rivolgeva ed erano solo scuse per il suo comportamento oltraggioso.

Il riccio si mise in posizione fetale e il solito forte mal di terra cronico lo fece sussultare dal dolore: la testa era sul punto di scoppiare ed era quasi pressata sotto un macchinario invisibile e tutto quel pianto non faceva altro che peggiorare la situazione. Nell'ultima settimana aveva avuto più volte quel mal di testa ma non era mai arrivato a fargli così tanto male; adesso era fisicamente insopportabile.

Se mi riposo un altro po' pensò Harry, singhiozzando dal dolore. il mal di testa andrà via Chiuse gli occhi pieni di lacrime e cercò di calmarsi, ma il suo respiro si fece sempre più frenetico avvertì una sensazione di freddo nelle ossa che nemmeno quelle coperte riuscirono a fargli passare ma che Harry riconobbe subito: era la stessa sensazione strana che aveva prima che la febbre entrasse in circolo nel suo corpo. N-non posso ammalarmi!

I suoi pensieri si volatilizzarono quando la maniglia della porta si abbassò improvvisamente, per poi rinchiudersi poco dopo. Harry si nascose spaventato nelle coperte e tenne chiusi gli occhi, sentendo i passi che si avvicinavano verso di lui. Il riccio sapeva già chi fosse, ancor prima che l'uomo fiatasse.

< Buongiorno, piccolo. > mormorò Mr Tomlinson, sedendosi con grazia accanto a lui. Il dominatore allungò una mano e accarezzò dolcemente i capelli di Harry, passando le dita lunghe tra i ricci morbidi. Li sistemò in modo da poter vedere il volto incantevole del suo bellissimo sottomesso. < Dormito bene? > chiese, spostando la mano sulla guancia e Harry sussultò a quel contatto, mentre Mr Tomlinson avvertì subito il calore eccessivo che le guance rosse del riccio emanavano. < Stai bene, fiorellino? >

Harry annuì e si coprì fino al naso, cercando di chiudere la conversazione: non voleva che il suo nuovo padrone sapesse che non stava bene.

< Baby... è solo una semplice domanda, ti va di rispondermi? > chiese dolcemente il liscio, guardandolo con altrettanta dolcezza.

Harry era seriamente confuso dall'atteggiamento del suo nuovo padrone: il giorno prima era stato cattivo e rude con lui, mentre adesso era dolce e carino.
Vorrà fare sesso con me...? pensò Harry, incapace di trovare una risposta adeguata al comportamento del uomo.

Tomlinson socchiuse gli occhi, sospettoso, quando Harry non gli rispose e appoggiò la mano sulla fronte del suo acquisto. A quel tocco, Harry scuotè la testa, cercando di sfuggire alla sua mano.

< È inutile che ti ribelli, so che hai la febbre. > disse Tomlinson, togliendo la mano dalla fronte del ragazzo per poi poggiarla sulla sua gamba ed accarezzarla da sopra le coperte. < Non mi aspettavo che fossi così tanto maleducato e scontroso. > pensò il liscio, ad alta voce, osservando i segni viola sul collo che gli aveva fatto ieri. < Dovrò lavorare duramente con te. Molto duramente.. >

Harry si immobilizzò e prese a tremare dalla paura. Non aveva paura delle punizioni di Louis, ma ogni dannata volta che Harry aveva la febbre Sam lo picchiava e gli urlava contro minacce e offese: "inutile", "antisesso", "grasso" e "da gettare via" erano le parole più dolci che l'uomo riusciva a dire. Perché quando Harry aveva la febbre, Sam evitava di fare sesso con lui e odiava il fatto di rimanere in astinenza. Harry, col tempo, aveva imparato a evitare di beccarsi le malattie ma non era certamente un robot e, per quanto si sforzasse, non poteva fare a meno di sentirsi male una volta all'anno.

< L-la prego.. n-non m-mi fa d-del male > pianse il riccio, coprendo il volto con le mani. Stava per aggiungere altro, ma iniziò a tossire, sentendo un male tremendo alla gola: ultimamente non era in piena salute e sia il mal di testa che il mal di gola erano all'ordine del giorno.

< E perché mai dovrei fartene, Harry? > chiese Tomlinson, confuso. < La tua punizione per esserti comportato male arriverà, ma non adesso. > si abbassò su di Harry e gli tolse la mano dal viso, scoprendo i suoi occhioni verdi e rossi. Harry non lo fissò negli occhi, ricordando subito la punizione del giorno prima. < Piccolo, hai solo la febbre. Non ti picchierò mai per un'influenza. >

< Qu-Quindi.. > ballettò il riccio muovendo appena le labbra, che erano diventate rosse come i suoi occhi. < n-niente botte? >

Quant'è bello e dolce... pensò Tomlinson, scuotendo la testa. Non ho fatto una cazzata, spendendo tutti quei soldi

< Aspetta... perché mi hai fatto questa domanda? > chiese il liscio, ripensando alle parole di Harry. L'uomo socchiuse gli occhi azzurro ghiaccio e fissò il riccio duramente.

Harry si morse il labbro involontariamente in modo innocente, facendo venir a Tomlinson una gran voglia di fotterlo in quel letto. Il riccio scosse la testa e socchiuse gli occhi pieni di lacrime, rendendosi conto che aveva fatto la domanda sbagliata nel momento sbagliato.

< Qualcosa non quadra.. > sussurro confuso Tomlinson. Afferrò il volto di Harry tra le mani e lo obbligò a guardarlo negli occhi. < Guardami negli occhi, Harry. > strinse la presa sul volto del sottomesso e quest'ultimo alzò lentamente lo sguardo, intimorito. Louis si era fatto un'idea sul comportamento sospetto del riccio e voleva chiarire la situazione, perché se Harry avesse confermato i suoi sospetti... beh, Louis avrebbe perso le staffe. < Continui a ripetere che non devo farti del male. > Harry annuì tremante. < Voglio sapere se qualcuno abusava di te, in quel posto di merda. >

Harry scuotè velocemente la testa e abbassò lo sguardo, mordendo il labbro inferiore. Non voleva mentire al suo nuovo padrone ma non poteva nemmeno mettere in pericolo Sam. Sam veniva prima di tutto e di tutti.

< Dimmelo, Harry. Non posso aiutarti se non mi parli. > disse duramente Tomlinson, guardando attentamente la reazione del ragazzo a quella domanda. Sapeva che c'era qualcosa sotto.. < Devo saperlo, così saprò contro chi agire. Non devi avere paura con me, piccolo. >

Harry scosse nuovamente la testa e strinse con forza il labbro inferiore tra i denti. Doveva riuscire a cambiare argomento ma non sapeva come. Harry non era mai stato bravo, ma era sicuramente bravo in altro...
Si liberò dalle mani di Louis e si abbassò verso il pacco del dominatore senza dire niente. Sapeva che quello era l'unico modo per farlo zittire.

I'll Save You - Larry Stylinson || SOSPESAWhere stories live. Discover now