Capitolo XVI

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La donna dai lunghi capelli castani osservò con fascino la luna piena e argentea, che splendeva alta nel cielo e che inondava le strade di una luce soffusa. “È così affascinante la natura” pensò non appena la sua attenzione venne catturata dalle luci di una limousine che riconobbe subito  e che si stata dirigendo verso la sua abitazione. “Non pensavo che sarebbe arrivato così presto.” Posò il bicchiere di cristallo mezzo pieno di vino rosso sopra il tavolo di marmo rosa e si strinse nella vestaglia di seta, per poi avviarsi al portone d'entrata. “Anche se Louis è sempre stato puntuale”.

La macchina oltrepassò il cancello aperto dell'abitazione e si fermò sotto la ghiaia gracchiante a pochi metri dall'entrata, lasciando a Briana il tempo di andare ad aprire il portone bianco della sua villa. La donna si appoggiò contro di esso, aspettando di veder scendere Louis dalla macchina. Sapeva con certezza che sarebbe venuto lui stesso a prendere suo figlio; Louis non avrebbe mai mandato nessuna guardia a prenderlo al posto suo.

< Louis.. > disse la donna non appena Tomlinson uscì dalla macchina con il solito fascino e la solita sensualità che erano capaci di far perdere la testa alla modella. “È ancora affascinante e bello come un tempo..” pensò Briana, sentendo una morsa stringerle il petto. “Ma è così cattivo dentro.” < entra pure. > continuò la stilista, rientrando nella sua abitazione per prima. < Ti trovo parecchio in forma, per essere stato occupato così tanto occupato. >

< Quand'è che la finirai con queste battute acide e insensate? > Tomlinson entrò dentro la villa e si guardò intorno con lo stesso stupore e la stessa curiosità che aveva avuto la prima volta che l'aveva vista.

Briana alzò le spalle con noncuranza e chiuse il portone alle spalle dell'ex-marito. < Posso offrirti qualcosa, Louis? O vai di fretta? >

< Dov'è Freddie? > chiese a sua volta il liscio, ignorandola. Briana non era mai stata gentile con lui prima d'ora e quel comportamento lo fece insospettire. “Sicuramente starà architettando un'altra delle sue scenate di rabbia” pensò, voltandosi per guardarla. < Sono venuto qui per lui, non per prendere un caffè. >

< Freddie è nella sua cameretta. Ma, seriamente, vuoi qualcosa? > Briana oltrepassò l'ex marito, dirigendosi verso l'enorme salotto dove lei e Tomlinson - tempo fa - avevano passato notti passionali uno tra le braccia dell'altro. Quelle notti erano così impresse nelle loro menti che nessuno dei due riusciva a sentirne la mancanza, perché quel che prima era stato un amore passionale adesso era odio puro e cristallino.

< No, Briana. > rispose Tomlinson, seguendo con sguardo attento le curve della ex-moglie che si muovevano sotto la stoffa della vestaglia. “Il suo corpo è bello come quello di una volta” pensò mentre Briana si abbassò per raccogliere delle foto dal tavolo nero e basso.

< E dimmi.. > la donna si voltò verso di lui nell'esatto del quale Louis distolse lo sguardo. La sua voce era satura di rabbia e acidità. < Se fosse stato il tuo nuovo giocattolino ad offrirti qualcosa, l'avresti accettato, non è vero? >

“Ci risiamo..” < Di cosa stai parlando? > chiese Tomlinson, cercando di non alzare gli occhi al cielo. Era abituato alle scenate della ex-moglie, ma non aveva assolutamente voglia di rovinarsi la serata ad ascoltarla.

< Di queste, Louis. > la donna lanciò improvvisamente le foto all'ex-marito che, colto alla sprovvista da quel gesto, riuscì a prenderne solo due. < Questo è quel che vuoi realmente, Louis?! > chiese rabbiosa la stilista, guardandolo con uno sguardo omicida mente le altre foto finivano a terra una dopo l'alta. < Un fottuto ragazzino con la faccia da topo?! >

< Come hai fatto ad averle? > chiese Tomlinson guardando attentamente le foto che ritraevano lui e Harry. “Fottuta ossessiva” pensò, contraendo la mascella dalla rabbia. Sapeva che non sarebbe finita bene la serata - era riuscito a sentirselo fin dal primo momento - e adesso era sicuro che non poteva fare altro che peggiorare.

< È stata la mia assistente a procurarmi tutto questo schifo. Io.. > Briana si passò una mano sul volto con fare stanco e sospirò. < Non so che dire. Hai scelto un topo di foglia al mio posto. >

< È la mia vita, Briana. Non devi dire assolutamente niente. > ribatté Tomlinson, cercando di nascondere la rabbia nella sua voce. Fin da quando era entrato, era riuscito a nascondere il nervosismo ma adesso sentiva che stava perdendo le staffe. < Non devi nemmeno provare a metterti di mezzo. >

Briana annuì lentamente, cosciente del fatto che era dalla parte del torto, e deglutì qualcosa che le sembrò acido solforico. “Ha scelto quello sgorbio.. Quel pezzo di spazzatura.. Al mio posto” pensò mentre la rabbia e il nervosismo la divoravano lentamente. < Non provi nemmeno un briciolo di affetto per lui. >

< Briana, ti ho- >

< Se gli volessi bene > continuò la donna, furiosa per il comportamento del liscio. < mi avresti distrutto pur di farmi smettere di dire che sembra un fottuto topo! >

< Non è mio figlio, non è mio fratello e tantomeno il mio ragazzo. > disse Tomlinson, con tono duro. < Chiamalo topo, chiamalo "schiavetto" o quel che ti pare ma non ti azzardare mai più a mettere in discussione il mio affetto sulle mie cose. > il liscio guardò la stilista con occhi scuri e cattivi, per poi passare una mano tra i capelli per cercare di scaricare la tensione e il nervosismo. Lo era stato non appena aveva lasciato Harry da solo, a casa sua e, per quanto non volesse pensarci, sapeva che Harry avrebbe dovuto trascorrere anche i giorni successivi da solo. Quella cosa non gli piaceva affatto: primo, perché Harry non conosceva nemmeno un quinto della casa; secondo, perché Harry era un ragazzo fin troppo timido e non conosceva nessun badante - se non il maggiordomo -; e terzo, perché Harry avrebbe dovuto fare un controllo medico tra pochi giorni e l'avrebbe affrontato sotto la sorveglianza del maggiordomo.
«Dovrei esserci io con lui.» si era detto Louis, poco prima di entrare nella stanza del riccio. «Ma in confronto al mio bambino, non è niente. Preferirei spendere una sola ora ogni dieci anni con Freddie che tutti i giorni con quel ragazzino intimorito dalla sua stessa ombra.»

< Come vuoi, Louis. Come vuoi. > disse Briana, prima di avviarsi verso l'ala destra della villa. Con passò svelto andò verso la camera del bimbo, uscendone pochi secondi dopo con un bambino paffuto che dormiva tranquillamente tra le sue braccia.

< Ti conosco troppo bene, Louis. > disse la donna, porgendo il figlio all'ex-marito. < So che prima o poi ti stancherai anche di lui. Solo che.. > Continuò mentre Louis prendeva Freddie dalle sue braccia. < vorrei che la smettessi con tutto questo, ora che Freddie sta crescendo. Mi fa ribrezzo il fatto che tu... Come uomo e padre, abbia queste perversioni. >

< Quel che faccio non è affar tuo, Briana. > ripeté il liscio mentre la stilista si abbracciava le braccia come per creare una sorta di scudo tra lei e il liscio. < E non ho assolutamente intenzione di tornare su questo argomento. > Tomlinson si tolse la giacca dell'abito e rinvoltò in essa il figlio per tenerlo al caldo. < Quindi... Buonanotte, Briana. >

Tomlinson non aspettò che fosse la stilista ad aprirgli la porta e uscì velocemente dalla villa, dirigendosi verso la macchina. Non si voltò per incrociare lo sguardo lucido della donna e salì dentro, chiudendosi la porta alle spalle. Briana era come una sorta di ferita aperta che continuava ad infettarsi dopo ogni cura, ma era anche una ferita che trasudava verità da tutti i pori.

I'll Save You - Larry Stylinson || SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora