Capitolo XXVIII p.1

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«Allora, tesoro? Non vuoi dirmi proprio niente?» domandò il dominatore dagli occhi azzurri, accennando un piccolo sorriso malizioso sul volto. «Il gatto ti ha mangiato la lingua?»

< P-per favore, n-non uccidermi..! > avrebbe voluto dire il piccolo sottomesso mentre, terrorizzato, cercava di non allontanare la mano del suo dominatore dalla sua coscia - Cosa che, molto probabilmente, Harry avrebbe dovuto fare dato che Tomlinson stava guidando e non ad una velocità minima. Tuttavia, la paura aveva completamente bloccato la gola del ragazzino che, anche se avesse voluto dire qualcosa, non sarebbe mai riuscito a spiccicare parola di quel che aveva provato o vissuto.

Quel che aveva visto poco prima, aveva davvero avuto un grande impatto per il ragazzino con gli occhi verdi; vedere Zayn in quel letto d'ospedale, probabilmente paralizzato per tutta la sua vita, l'aveva veramente scosso. O meglio, sapere che fosse stato Tomlinson a ridurlo in quel modo aveva scosso le sue viscere così tanto da farle attorcigliare perché - e questo Harry lo sapeva bene come ogni altro dominatore - se Louis aveva fatto una cosa simile a Zayn, non si sarebbe fatto problemi a farlo anche a lui e Harry conosceva fin troppe storie di sottomessi che venivano uccisi dai loro dominatori.
Per esempio, quella terribile fine era avvenuta a Thomas, un suo ex compagno di stanza: un uomo ricco e dallo sguardo truce l'aveva comprato ad un buon prezzo, l'aveva portato a casa sua ed era tornato dopo due mesi per richiedere un altro sottomesso.
< L'ha picchiato così forte che è morto dopo pochi pugni. > era la voce che si era sparsa nella casa e che, col passare del tempo, aveva avuto abbastanza prove per risultare fin troppo veritiera poiché ogni sottomesso che quell'uomo aveva comprato, non aveva mai fatto ritorno alla "casa". E questo già bastava al riccio per terrorizzarlo a morte.

«Sto parlando con te, Harry. Ti conviene rispondermi.»

«P-perché l'hai fatto, D-daddy?» furono le parole strozzate che uscirono dalla gola del riccio - o meglio, furono le parole che Harry sputò fuori a forza per paura di far arrabbiare ancor di più il suo dominatore - e si accorse troppo tardi che il perché già lo sapeva.
Certo, lo sapeva ma ancora non riusciva a credere alle parole che Tomlinson gli aveva detto in quella stanza. Non riusciva a vedere il suo dominatore con una pistola in mano, con l'intento di ferire una persona di propria volontà per ridurla ad una paralisi mortale; voleva pensare a tutto, tranne che Louis fosse un assassino maniaco come ogni altro dominatore. «N-non capisco.»

«L'ho fatto per te e per noi, Harry. Non c'è molto da capire.» sentenziò il liscio, accarezzando lentamente la coscia del suo sottomesso con l'intento di farlo calmare: la sua presenza tremante e impaurita lo distraeva da una guida sicura e tranquilla.

«G-gli hai sparato!»

Louis scrollò le spalle con un gesto leggero, ignorando il tono colpevole che Harry aveva usato contro di lui. Non se ne faceva una colpa; sapeva di aver fatto la cosa giusta e nessuno avrebbe mai potuto cambiare la sua idea. «Se l'è meritato.» disse infatti mentre guidava nella stradina asfaltata di campagna che ben presto gli avrebbe portati alla sua villa. «Zayn ha sempre avuto la fottuta abitudine di.. usufruire dei miei giocattolini o con le mie cose e sai, con gli altri... Beh, con gli altri ho chiuso un occhio, Harry. Non tenevo a loro e non ho mai avuto intenzione di tenerli, e forse è per questo che gliel'ho lasciato fare. Ma con te» istintivamente, la presa sulla coscia di Harry si fece più stretta e forte. «Tu sei troppo prezioso, piccolo. Lo capisci, vero?»

E Harry capiva, certo, ma... «G-gli altri?» chiese confuso il ragazzino dai capelli ricci, volgendo il suo sguardo timido e terrorizzato verso il suo dominatore. Non era stato il termine "giocattolini" o "cose" a creare un alone di terrore dentro di lui; era stata proprio la parola "altri" a fargli scattare il campanello d'allarme.

Come risposta, Louis annuì.

«G-gli altri cosa, D-daddy?»

«Gli altri sottomessi e sottomesse che ho avuto, tesoro. Cos'altro sennò?»

Una fucilata avrebbe sicuramente fatto meno male al riccio. Come ogni altro dominatore, Louis aveva sicuramente avuto altri sottomessi - magari tantissimi e molto più belli di lui, come si era detto Harry - ma quell'idea non era mai balenata nella mente del ragazzino con gli occhi verdi. Anche perché - fu la domanda che nacque subito dopo nella mente del liscio - dov'erano andati a finire tutti quei sottomessi?
Gli aveva abbandonati? Gli aveva uccisi? No, Harry non voleva nemmeno pensarci. Preferiva seriamente non pensare a una cosa simile.

«Però, tesoro.. io voglio che tu capisca il motivo per il quale l'ho fatto.» disse dopo qualche secondo Tomlinson, attirando nuovamente la completa attenzione del riccio. Stavolta, rispetto alle volte precedenti, qualcosa nel tono di voce del liscio era sicuramente cambiato: la sua voce si era fatta più scura e roca. «So che hai paura, lo sento, e voglio esorcizzzarla perché non voglio che tu sia terrorizzato da me, Harry. Devi capire il vero motivo per il quale l'ho fatto.»

«O-okay, Daddy..»

I'll Save You - Larry Stylinson || SOSPESAWhere stories live. Discover now