Capitolo X: Parte Seconda

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Harry strinse tra i pugni la giacca del suo padrone, tirandolo a sé, mentre le loro lingue e le loro labbra si divoravano a vicenda per saziare la loro fame di baci. Il ricciolino sentiva mille farfalle che volavano nel suo stomaco e il fuoco dell'inferno sulle guance dall'emozione. Voleva di tutto e di più da il suo padrone che, con poco facilità, sarebbe sicuramente riuscito ad accontentarlo. Harry sapeva che era una cosa sbagliata, perché stava tradendo Sam, ma allo stesso tempo giusta, perché in quel momento si sentiva ardere come mille fuochi.

< Hey, piccolo, sta' calmo... > mormorò Tomlinson sulle sue labbra, facendo un sorriso malizioso quando si staccò. Anche questo bel bambolotto ha un lato perverso pensò mente Harry mugolò quando si staccò da lui. < Più tardi potremmo dedicare tutto il tempo che vorrai a questi baci, ma non adesso. >

Harry si morse il labbro inferiore e abbassò lo sguardo sulle coperte limpide, sentendosi a disagio. Lui voleva quei baci e quelle attenzioni adesso, in quel momento perfetto, ma non poteva andare contro al suo padrone; non voleva dimostrarsi un ingordo d'affetto e amore; non voleva sembrare una puttana ai suoi occhi. < Mi scusi... > mormorò mentre le sue guance si accesero di un'altra tonalità di rosso.

< Tranquillo, baby, l'importante è che tu abbia capito. > rispose Tomlinson mentre accarezzava i ricci morbidi del ragazzo. < Ti senti meglio adesso? >

Harry scivolò lentamente dalle braccia del dominatore e si rannicchiò contro lo schienale del letto. Come poteva stare male dopo quei baci che avevano scombussolato il suo stomaco e il suo cervello, inondandoli di piacere?
Harry annuì lentamente.

Tomlinson annuì lentamente a quelle parole e, per scacciare ogni pensiero sulla sera che sarebbe dovuta venire, afferrò il termometro da sopra il comodino color mogano in chiave vittoriana. < Vieni qui, piccolo. > disse e Harry fece come gli venne chiesto. Louis misurò la febbre al suo bimbo, che aveva iniziato a tremare dalla paura che non fosse andata via, e fece un'enorme sorriso quando vide che la febbre era sparita del tutto. < Buone notizie, amore. La febbre se n'è andata > disse, mostrando il risultato anche a Harry.

Harry non aveva la minima idea del significato di quei numeri ma annuì lentamente.

Ho tutto il diritto di portarmelo alla cena Louis appoggiò il termometro sul comodino e fece sparire il sorriso dal volto. < Harry, adesso devi ascoltarmi, okay? > disse con voce ferma, voltandosi verso il suo sottomesso. Il riccio annuì lentamente e si coprì completamente, confuso dal cambio di atteggiamento di Louis. < Devi essere sincero con il tuo Daddy, okay? Dovrai esserlo sempre. Se non te la senti, dimmelo e capirò. Ti prometto che non subirai nessun tipo ti punizione se rifiuterai, Baby. >

Harry annuì nuovamente e sussultò spaventato quando Louis prese le sue mani e le strinse tra le sue, senza fargli del male.

< Tra poche ore si terrà una cena in un locale non poco lontano da qui. > spiegò il liscio, guardando il suo bambolotto negli occhi. < È una cena a cui dovrò essere presente e alla quale tengo particolarmente e vorrei avere la tua delicate e affascinante figura al mio fianco. Trascorrerai tutta la serata al mio fianco, così che io possa proteggerti, e nessuno potrà avvicinarsi a te se non col tuo o il mio consenso. Se vorrai tornare a casa, anche dopo qualche minuto, lo faremo. > disse Louis con sincerità. Erano tutte cose che era disposto a fare pur di portare il suo nuovo sottomesso a quella dannata cena. < Forse ti sto chiedendo troppo, bimbo, ma desidero averti davvero al mio fianco. Te la senti, baby?  >

< Sì.. > sussurrò Harry, incantato dalle labbra del maggiore, senza pensarci due volte: primo, perché l'idea di trascorrere la serata da solo non lo allettava e tutto quel che voleva era stare insieme al suo Daddy, fino ad esso, si era mostrato gentile e premuroso; secondo, Harry aveva capito subito che era una cena alla quale il suo padrone teneva molto e non voleva dargli buca in un momento come quello. < Per favore, mi ci porti. >

Tomlinson sorrise soddisfatto a quelle parole e come premio lasciò un piccolo bacio sulle labbra del minore. < Sei un bravissimo bimbo, sai? > disse, facendo arrossire fino alle radici dei capelli il più piccolo. Era felice che Harry non gli avesse dato buca, era stato troppo stronzo a mentire sul fatto che non l'avrebbe punito in caso contrario.

I'll Save You - Larry Stylinson || SOSPESAWhere stories live. Discover now