Capitolo 3

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-grazie, ti ripagherò il prima possibile- disse Cassian in direzione dell'altro medico che gli aveva portato dei vestiti nuovi di zecca che consistevano in un paio di jeans e un maglioncino blu. Il maglioncino era leggermente largo ma era meglio di niente.

-che ha detto?- chiese Michele all'amico guardandolo confuso.

-che ti ringrazia per i vestiti e che ti ripagherà- gli tradusse Flavio scuotendo la testa per quanto fosse impedito l'amico con l'inglese. Era assurdo come non riusciva a capire nemmeno le frasi più semplici.

-digli che non serve- borbottò Michele e Flavio fece come gli era stato detto mentre Cassian sospirava intenzionato a ripagare il moro nonostante quest'ultimo non volesse. E avrebbe ripagato anche la disponibilità di Flavio. Gli stavano dando tanto aiuto e non sarebbe mai stato abbastanza per tutto quello che stavano facendo.

-grazie ancora- disse nuovamente il biondo prima di legarsi i capelli in una coda bassa e guardarsi in torno per verificare di aver preso tutto, e per tutto intendeva le carte per la dimissione dall'ospedale visto che al momento era l'unica cosa che aveva.

-possiamo andare- disse Flavio sorridendo incoraggiante al biondo che gli annuì salutando poi con la mano Michele visto che l'altro medico a quanto pareva non conosceva l'inglese perfettamente.

-buon viaggio e buonanotte- disse Michele salutando entrambi anche se Cassian non capì le sue parole. Falvio fece strada al biondo fuori dalla struttura fino alla sua macchina.

-entra, non ci vorrà molto per arrivare- e Flavio si andò a sedere al posto del guidatore dopo aver messo il suo zaino nel sedile posteriore. Cassian non se lo fece ripetere due volte ed entrò nella bmv nera sentendosi anche leggermente a disagio.

La consapevolezza che in poco tempo avrebbe iniziato a vivere nella stessa casa di Flavio. Con il camice addosso era da urlo e vederlo con addosso una maglietta a maniche corte, che Cassian non riusciva a capire come facesse ad indossarla visto che faceva molto freddo, e un jeans scuro.

-grazie ancora, davvero. Farò di tutto per sdebitarmi- disse nuovamente Cassian, si sentiva troppo in debito con il castano.

-ma non pensarci minimamente!- rispose a tono Flavio mentre stava guidando verso casa -lo faccio perché voglio e non perché devo- concluse il castano. -e poi posso anche controllarti ogni giorno. Il mio scopo adesso è farti tornare la memoria e cercare di capire anche come mai nessuno ti abbia mai cercato per tutti questi mesi-

-è quello che vorrei capire anch'io- sussurrò il biondo guardando fuori dal finestrino il paesaggio che cambiava velocemente. Rimasero in silenzio per tutto il resto del viaggio che come aveva preannunciato Flavio non durò molto.

I due scesero dalla macchina che il castano aveva parcheggiato all'interno di quello che era a tutti gli effetti un parcheggio privato e Cassian si ricordò di prendere la sua cartella clinica prima di seguire Flavio verso uno dei tre palazzi presenti in quello spiazzo, precisamente in quello centrale.

-scale o ascensore?- chiese il castano una volta che furono entrati nel portone.

-quanti piani sono?- chiese invece il biondo, se erano pochi poteva farli tranquillamente a piedi.

-cinque-

-meglio ascensore- sussurrò allora Cassian sentendosi leggermente a disagio per la cosa.

-ehi tranquillo, sei stato dimesso oggi dall'ospedale non mi aspetto mica che tu riesca a farti cinque piani a piedi. Ho chiesto solo per cortesia ma ti avrei fatto andare in ascensore comunque- gli disse Flavio chiamando l'aggeggio che non ci mise molto ad arrivare.

-comunque il tuo inglese è fantastico. Sei l'unico che riesce a dirmi frasi complete senza rimanere fermo per minuti interi cercando le parole giuste- sussurrò Cassian una volta dentro l'ascensore. Era rimasto sorpreso delle capacità di Flavio in inglese, soprattutto quando aveva sentito tutti gli altri medici cercare di parlargli e facendolo confondere più del dovuto.

-ho studiato a Londra per un po', il mio inglese è ancora arrugginito comunque- spiegò il castano mentre con un ding metallico l'ascensore avvisò i due ragazzi di essere arrivato al piano scelto dai due, due che uscirono dall'ascensore per dirigersi alla porta alla loro destra che Flavio aprì solo dopo aver tolto l'allarme.

-è comunque meglio di quello degli altri, credimi- borbottò Cassian mentre Flavio ridacchiava sotti i baffi. Sapeva che Michele era una frana in inglese, tanto che non aveva mai voluto continuare a studiarlo, ma non pensava che anche gran parte del suo reparto fosse in difficoltà. Ringraziava davvero tanto di essere stato lui il primo a trovare Cassian sveglio, qualcun altro al posto suo sarebbe andato in panico facendo peggiorare la situazione del biondo.

-eccoci qui- disse Flavio chiudendo la porta alle sue spalle mentre Cassian si guardava intorno curioso. Era una casa abbastanza anonima, sui toni del bianco e grigio, segno che il ragazzo non ci viveva molto segno del suo lavoro che lo portava a stare mezza giornata fuori casa. La prima stanza che si trovava davanti all'ingresso era un salotto con due divani, rigorosamente grigi, intorno a un tavolino ovale di cristallo mentre la televisione era posta al centro di un altissimo mobile bianco con tanto di libri, Cassian non sapeva l'italiano ma immaginava fossero libri di medicina.

Alla sinistra dell'ingresso era presente una porta scorrevole e fu proprio in quella direzione che andò Flavio e Cassian lo seguì. La porta scorrevole portava nella cucina, cucina composta da un semplice piano cottura, un forno, un frigorifero, e un tavolo per quattro al centro della camera. Sulla destra poi era presente una porta finestra che portava a quello che sembrava un terrazzo.

-questa è la cucina, non è molto grande perché passo pochissimo tempo qui ma comunque si può cucinare tranquillamente- spiegò il castano mentre Cassian annuiva. -ti mostro anche il bagno e la tua camera-

Cassian seguì il castano fuori dalla cucina e verso l'altra porta presente nel soggiorno che portava direttamente in un corridoio con tre porte: una a destra una a sinistra e l'altra difronte.

-quello è il bagno- Flavio indicò la porta che si trovava difronte a loro -quella è la mia camera, per qualunque cosa vieni a bussare e non farti problemi- il castano indicò la porta alla sinistra -e quella è la tua camera- concluse aprendo la porta alla destra e mostrando al ragazzo la camera completamente bianca, tanto che sembrava un pugno agli occhi per quanto era luminosa.

-grazie ancora-

-non lo dire nemmeno. Per qualunque cosa non esitare a chiedere-

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