Capitolo 33

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Kian bevve un sorso del suo caffè continuando a controllare dati al computer. Da quando aveva lasciato casa dopo quello che gli aveva detto Hallam era corso a lavoro. Si era scusato con il suo capo spiegando la sua assenza del giorno prima con la scomparsa del fratello approfittandone anche per chiedere di poter indagare sulla cosa. Il suo capo gli aveva dato via libera anche se fino a quando non fossero passate 48 ora non poteva coinvolgere nessun altro nelle sue ricerche. La cosa che più lo aveva sorpreso nella sua chiacchiera con il capo era stato scoprire che il giorno prima Thibault lo aveva coperto, nonostante quello che era successo, dicendo che non si era sentito bene.

E ora era li, da dodici ore, che lavorava ininterrottamente per poter trovare il fratello. Non voleva in nessun modo perderlo per una cazzata, e soprattutto voleva essere sicuro che non gli fosse successo nulla di male. Poco gli importava che non aveva chiuso occhio quella notte. Avrebbe continuato con quel ritmo e con tanti caffè fino a quando non avrebbe ritrovato Cassian.

-mattiniero oggi- Kian alzò la testa dal suo computer a quella frase notando Thibault entrare nel loro studio e sedersi alla sua scrivania dopo essersi tolto il cappotto. -non mi rispondi nemmeno?- chiese ancora il castano quando vide che Kian aveva rimesso il suo sguardo sul computer. -dobbiamo parlare di quello che è successo domenica- continuò il ragazzo non ricevendo risposta. -Kian- quasi urlò esasperato -dobbiamo parlare-

Kian gli lanciò un'occhiata di fuoco prima di alzarsi dalla sua sedia per sbattere sulla scrivania del collega una busta e ritornare al suo posto sempre senza rivolgergli la parola.

-cosa...cos'è?- chiese Thibault confuso mentre prendeva la busta sigillata e scrutandola attentamente. Vedendo che il rosso non aveva la minima intenzione di rispondergli prese un tagliacarte e l'aprì. Una volta che lesse il contenuto sgranò gli occhi. Il ragazzo aveva fatto le analisi dopo quello che era successo tra loro ma non solo, non le aveva guardate facendolo fare a lui visto che nella loro discussione aveva fatto capire quanto fosse preoccupato della cosa.

-non dovevi lo sai?- sussurrò Thibault riponendo le analisi nella busta sentendosi quasi a disagio. Quella mattina era entrato li sperando di incontrare Kian e quindi di chiarire con il ragazzo. Preso dalla rabbia aveva completamente ignorato quello che gli stava cercando di dire il rosso e l'aveva capito solo quando l'aveva visto uscire infuriato dalla macchina. Era per quello che voleva scusarsi con il rosso, io suo rosso.

-vaffanculo- gli disse semplicemente Kian continuando a guardare il computer.

-grazie, lo hai letto?- chiese ancora Thibault.

-no coglione, era sigillato- gli rispose di rimando il rosso.

-sei pulito comunque- gli fece sapere il castano con un mezzo sorriso. -possiamo parlare? Per favore-

-no- fu la risposta secca di Kian. Non aveva per niente voglia di parlare con Thibault, non in quel momento e non vedendo tutta l'insistenza del ragazzo.

-ti prego! Non voglio che il nostro rapporto come colleghi sia impossibile, okay? Dobbiamo lavorare fianco a fianco e rimanere così non ci farà per niente bene-

-io non ho niente da dirti quindi non ne voglio parlare-

-ma io si- rimbeccò Thibault -devo parlarti e non voglio aspettare- continuò il castano passandosi una mano tra i capelli -anche perché come ti ho detto non voglio che il nostro lavoro ne risenta-

-per quello dovevi pensarci prima di propormi di scopare e io dovevo pensarci prima di accettare. Ora chiudiamo definitivamente la questione perché io non ne voglio parlare e se pensavi di scopare con me oggi te lo puoi scordare. Trovati qualcun altro- sputò alla fine prendendo la sua tazza per prendere altro caffè ma la trovò vuota e quindi si alzò per andare nella sala comune a riempirsela di nuovo.

Thibault rimase spiazzato da quelle parole e non riuscì a reagire quando il rosso lo lasciò da solo nello studio. La consapevolezza di aver rovinato irrimediabilmente il loro rapporto lo stava distruggendo. Dopo un po' quasi gli venne da ridere per il nervoso. Kian gli aveva detto di trovarsi qualcun altro per scopare e se fosse stato solo quello il problema e soprattutto se fosse successo qualche mese fa non avrebbe fatto una piega, ma in quel momento era tutto diverso. In quel momento lui era follemente innamorato di Kian e nessun altro avrebbe potuto fargli dimenticare che se aveva litigato con il ragazzo poco prima di trovare il coraggio di dichiararsi era solo e soltanto colpa sua. Sapeva di non essere indifferente a Kian, quando gli aveva proposto la loro relazione di scopamici sapeva della leggera cotta che il rosso aveva per lui e la voleva usare a suo vantaggio ma non aveva fatto i conti con i suoi di sentimenti che gli avevano tirano lo sgambetto peggiore della sua vita.

Thibault alzò lo sguardo quando vide rientrare Kian nella stanza con la sua tazza fumante di caffè e rimettersi al computer con la palese intenzione di non parlargli.

-a cosa stai lavorando? È un nuovo caso?- chiese allora Thibault. Il rosso sembrava molto concentrato su quello che stava facendo.

-non sono cazzi tuoi e comunque no- brontolò Kian senza staccare gli occhi dal computer anche se l'unica cosa che voleva fare era spaccare l'apparecchio elettronico visto che non gli stava dando nessun risultato. Come se non bastasse poco dopo il suo telefono prese a squillare e lo prese velocemente sperando in una chiamata da parte di Cassian ma era solo Hallam. Il rosso sbuffò e ignorò completamente il suo telefono che continuava a squillare insistentemente.

-è successo qualcosa?- chiese Thibault osservando attentamente il ragazzo che aveva difronte, perché gli sembrava così strano?

-stai zitto- gli ringhiò contro il rosso e Thibault alzò gli occhi al cielo decidendo quindi di uscire da li per prendere un po' d'aria. Quel giorno Kian era incazzato e Thibault non aveva nessuna intenzione di continuare a parlargli, lo avrebbe fatto una volta che si fosse calmato un po'.

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