Capitolo 34

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Thibault entrò nel suo studio sbadigliando. La sera prima aveva deciso che finirsi una srie tv da 40 episodi fosse un'ottima cosa da fare ed era rimasto sveglio fino a poco prima che suonasse la sua sveglia per andare a lavoro.

Pensava di essere arrivato prima di Kian ma si dovette ricredere accorgendosi della presenza del rosso dietro la sua scrivania sempre concentrato sul suo computer tanto da non essersi minimamente accorto dell'ingresso di Thibault nella stanza. Andò a sedersi alla sua scrivania dopo un ciao al ragazzo che non gli rispose ma poco dopo tornò con il suo sguardo smeraldo verso il rosso. C'era qualcosa che non lo convinceva e non riusciva a capire il perché. Solo dopo un'attenta osservazione di due minuti buoni capì cosa gli aveva attivato la campanella nel cervello: non solo Kian aveva delle occhiaie enormi ma era vestito con gli stessi abiti del giorno prima. Si era almeno mosso da li? E soprattutto cos'era che lo teneva così incollato al computer.

-Kian- disse con convinzione alzandosi e avvicinandosi al collega. -da quanto tempo sei qui?- chiese preoccupato.

-non sono cazzi tuoi-

-certo che si se mi muori davanti agli occhi. Sembri malnutrito e soprattutto sembra che tu non dorma da giorni quindi rispondi sinceramente- continuò Thibault.

Kian fece per rispondergli nuovamente in modo brusco quando qualcuno entrò nello studio facendo girare verso di se i due ragazzi che guardarono confusi in direzione del loro capo.

-Moore sei qui allora, non ti ho visto arrivare- disse l'uomo sospirando -qualche novità?- chiese l'uomo e Kian scosse la testa.

-nessuna- confermò poi a bassissima voce.

-allora attiveremo una squadra per le ricerche visto che sono passate le 48 ore. Mettiti a lavoro anche tu Adams- finì l'uomo uscendo dallo studio e lasciando Thibault ancora più confuso.

-di cosa stava parlando? Le 48 ore si aspettano solo se scompare qualcuno- chiese il castano preoccupato. Almeno Kian avrebbe dovuto rispondergli visto che anche lui faceva parte del team adesso.

-Cassian è scomparso. Da domenica pomeriggio- sussurrò allora Kian trovandosi con le spalle al muro. Thibault sgranò gli occhi capendo finalmente il perché di tutti quei brutti comportamenti di Kian in quei giorni.

-cazzo- sussurrò Thibault -hai un'idea del perché? Dove potrebbe essere andato?-

-sono qui da lunedì a pranzo credi che non abbia già visto tutto?- urlò Kian scoppiando a piangere e lasciando completamente spiazzato Thibault. Il castano sospirò prendendo la sua sedia e sedendosi vicino al rosso.

-lo troveremo, più persone insieme potrebbero fare la differenza e se me ne avessi parlato prima nonostante io capisca il tuo odio nei miei confronti ti avrei aiutato. L'unica cosa che devi fare in questo momento è riposarti perché non dormi da giorni e il troppo caffè non fa bene- concluse Thibault.

-non posso riposarmi-

-invece devi, giuro che ti porto di peso a casa- lo minacciò il castano serio. Quel ragazzo si stava ammazzandoti di lavoro ma l'unica cosa che doveva fare era riposarsi e poi riprendere le ricerche. -adesso ti aiuto io-

-no, devo farlo perché è mio fratello e..-

-dio mio- sussurrò Thibault prima di prendere con forza il viso di Kian baciandolo ferocemente e tappandogli anche il naso. Kian cercò di staccarsi da quel bacio visto non riusciva a respirare ma poco dopo le forze abbandonarono il suo corpo facendolo crollare su Thibault. Thibault che controllò il battito del ragazzo sospirando di sollievo nel trovarlo. Aveva capito che l'unico modo per far dormire il rosso era quello di farlo svenire e non gli era venuto nient'altro in mente. Con molta cautela prese il ragazzo in braccio e lo portò verso il divanetto che si trovava nel loro studio per stenderlo sopra. Come coperta gli mise la sua giacca e tornò al computer di Kian per controllare tutto quello che aveva cercato in quei giorni e anche gli appunti che aveva preso.

Studiò quegli appunti per tutta la mattinata nonostante anche su di lui la mancanza di ore di sonno stava iniziando a farsi sentire. Decise solo durante l'ora della pausa pranzo di uscire per prendere un cestino sia a lui che a Kian per poi mangiare in studio iniziando finalmente le sue di ricerche lanciando comunque qualche occhiata verso Kian.

Kian che aprì gli occhi solo nel pomeriggio inoltrato e lo fece prendendo un'enorme boccata d'aria e iniziando a tossire successivamente.

-come stai?- gli chiese prontamente Thibault avvicinandosi al rosso che lo guardò come se volesse ucciderlo da un momento all'altro.

-volevi uccidermi?-

-no, farti riposare. E mi sembra tu che ti sia abbastanza riposato. Ti stavi uccidendo di lavoro- gli spiegò tranquillamente Thibault. -e credimi dovresti tornare a casa questa sera. Adesso ci sto lavorando anch'io quindi dovremmo avere più risultati-

-vaffanculo- sussurrò tra le lacrime Kian perché sapeva perfettamente che Thibault aveva tremendamente ragione.

-ehi- lo scosse Thibault sedendosi al suo fianco sul divano -lo troveremo- gli sussurrò lasciandogli un bacio sui capelli. Kian non disse niente e si lasciò abbracciare da Thibault nonostante fosse ancora arrabbiato con il castano. Castano che cercando di non spostarsi troppo da quella posizione prese il pranzo che aveva in precedenza preso per Kian e glielo porse avvertendo la fame del rosso. Rosso che dopo un po' di esitazione iniziò a mangiare con calma mentre Thibault gli faceva disegni astratti sulla schiena per farlo calmare.

-ti devo chiedere scusa per domenica. Ho reagito male e non dovevo visto che non era colpa tua- decise di parlare Thibault, era l'unico momento nel quale poteva farlo -me ne sono accorto quando ho sbollito un po' la rabbia e mi dispiace davvero. Anche perché ti ho perso dopo quello che ho fatto e vorrei assolutamente rimediare-

-ti odio- borbottò Kian tra un boccone e l'altro -ma diciamo che tra una settimana potrei averti perdonato- continuò il rosso sospirando. Thibault parve felice di quella cosa e fece per baciarlo ma Kian lo bloccò.

-quello scordatelo. Abbiamo chiuso con sesso- non voleva più sentirsi come quei giorni e dire quella frase gli era anche costato tanto ma sapeva che non poteva tornare indietro, non se significava farsi del male da solo. Kian vide chiaramente lo sguardo di Thibault diventare vitreo ma il castano non insistette oltre annuendo alle parole del rosso. Avrebbero riparlato più avanti e con più calma.

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