Capitolo 4

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Il tempo che Flavio gli aveva finito di mostrare tutto che Cassian stanco morto per la giornata trascorsa si era steso sul letto addormentandosi senza nemmeno mettersi il pantalone di tuta e la maglietta che gli aveva prestato Flavio come pigiama.

Aveva dormito bene, anche perché il letto dell'ospedale era mille volte meno comodo di quello che aveva in casa Flavio e si era svegliato solo a mattinata tarda per via della luce del sole che aveva iniziato a dargi fastidio visto che si era scordato di abbassare la tapparella.

Il biondo si era stiracchiato prima di uscire cautamente dalla sua camera. Non sentendo nessun rumore provenire dalla camera difronte alla sua, che era quella di Flavio, si diresse verso il bagno facendo attenzione a non fare il minimo rumore. Entrato in bagno trovò delle asciugamani piegate accuratamente sul lavandino con un bigliettino di Flavio che gli spiegava che erano per lui. Cassian sorrise mentre iniziava a sentirsi ancora più in colpa per tutto quello che stava chiedendo al castano.

Si lavò velocemente la faccia per svegliarsi definitivamente e si diresse con calma in cucina, cucina dove trovò un altro bigliettino di Flavio:

"Sono andato a lavoro, tornerò per l'ora di pranzo nel mentre fai come se fossi a casa tua. Sul piano cottura c'è la macchinetta se vuoi farti un caffè altrimenti c'è o il latte o il succo nel frigorifero.

Buona giornata"

Cassian osservò quel biglietto dandosi dello stupido. Ovvio che non sentiva nessun rumore, il ragazzo era andato a lavorare come sempre e lo aveva lasciato dormire di più.

Riguardando il biglietto Cassian decise che un caffè non lo avrebbe disdegnato quindi cercò con lo sguardo la macchinetta ma rimase fermo perplesso. Non aveva mai visto una macchinetta del genere ed era confuso: come avrebbe dovuto usarla. Cercò per minimo dieci minuti di capire come usare quella cosa e alla fine decise di lasciar perdere andando verso il frigorifero e prendere uno dei succhi presenti. Avrebbe chiesto a Flavio come usare quella cosa a pranzo.

Insieme al succo si prese anche due biscotti che aveva trovato in un baratto sul ripiano della cucina. Mangiò con calma anche se era poco visto che non sapeva cosa fare per tutto il giorno. Di certo nei giorni a seguire avrebbe cercato in ogni modo di mettere chiarezza nella sua testa e soprattutto cercarsi un lavoro. Non poteva assolutamente continuare ad approfittarsi della disponibilità e gentilezza di Flavio. Prima di trovarsi un lavoro però avrebbe dovuto iniziare a studiare l'italiano. Se quello che aveva visto in ospedale era vero aveva bisogno di imparare quella lingua a lui completamente estranea prima di trovarsi un lavoro.

E li arrivava la domanda: cosa cazzo ci era andato a fare in Italia? E perché nessuno della sua famiglia o dei suoi amici lo aveva cercato in quegli otto, quasi nove, mesi? Era da solo? Non aveva amici?

No, non doveva fare pensieri tristi altrimenti si sarebbe depresso troppo e non ne aveva intenzione.

Decise allora di guardare un po' la televisione ma una volta accesa si accorse, anzi si ricordò, che si trovava in Italia e che quindi tutti i programmi sarebbero stati in italiano. Sospirando scocciato guardò tutti i canali fino a quando non trovò quello sullo sport. Almeno poteva guardarlo anche senza capire quello che i commentatori stavano dicendo.

La mattina passò lentissima e Cassian ringraziò chiunque quando sentì la porta della casa aprirsi e rivelare un Falvio molto stanco che gli sorrise trovandolo seduto sul divano.

-tutto bene? Vuoi una mano?- chiese Cassian alzandosi e vedendo che il castano stava portando con se tre buste.

-no, tranquillo- gli disse Flavio andando in cucina e iniziando a sistemare la spesa che aveva fatto sotto lo sguardo attendo di Cassian. -questo è per te. E' il mio vecchio telefono che avevo lasciato a lavoro per evenienza, il mio numero è già salvato così puoi chiamarmi in qualunque momento- Flavio mostrò al biondo un cellulare che sembrava tutto tranne che vecchio e sospirò sentendosi sempre più in colpa.

-grazie- sussurrò poi prendendo l'apparecchio in mano.

-ma di niente, ho necessità di un mezzo per poterti contattare in caso di bisogno- spiegò il castano mentre Cassian annuiva.

-voglio imparare l'italiano. Non so quando mi tornerà la memoria e di certo non posso continuare a fare da parassita qui- disse poi Cassian mentre Flavio lo guardava sorpreso.

-va bene, vuoi un insegnant...-

-mi basta che tu mi parli in italiano. Non so perché ma sento che posso imparare velocemente- lo bloccò Cassian. Non voleva che Flavio gli pagasse anche un insegnante e poi quello che aveva detto era vero: sentiva davvero di poter imparare velocemente.

-va bene- disse ridacchiando Flavio prima di uscire due contenitori di alluminio e li mise difronte a loro sul tavolo. -scusa per questo pranzo già pronto ma devo tornare velocemente a lavoro-

-potevi restare li...-

-ma non c'era niente da mangiare in casa- protestò Flavio -non ti preoccupare se faccio tardi Michele mi copre- lo rassicurò poi Flavio porgendogli una forchetta e facendogli cenno di sedersi.

Cassian fece come gli era stato detto e iniziò a mangiare con guasto quella pasta. Dopo il primo boccone sgranò gli occhi. Era sicuro di non aver mai e poi mai mangiato una cosa del genere e soprattutto così buona. E Flavio si era pure scusato perché era già pronto!

-è buonissimo- diede voce ai suoi pensieri Cassian mentre Flavio lo guardava confuso.

-stasera ti cucino qualcosa poi vediamo se lo ritieni ancora buonissimo questo coso- borbottò il castano anche se Cassian non lo stava minimamente ascoltando essendo completamente preso dalla pasta che stava mangiando.

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