Capitolo 6

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Marvin. Quel nome non lo aveva lasciato in pace per tutto il resto della serata. E le domande che erano sorte dopo quel primo ricordo erano davvero molte: erano migliori amici veramente o lo erano stati per poco? Marvin si era accorto della sua scomparsa? E se si perché non lo aveva cercato? Tanti dubbi nella sua testa che non lo stavano minimamente aiutando a dormire. Il biondo allora prese il telefono che aveva lasciato a caricare sul comodino e iniziò a cercare qualche corso gratuito di italiano. Quella sera dopo la pizza Flavio gli aveva insegnato qualche parola, ma erano parole semplici e comuni, per di più saluti, e lui aveva voglia di imparare di più.

Fu così che il ragazzo passò buona parte della notte a fare un giochino stupido per bambini per imparare l'italiano e si sorprese di quanto fosse utile nonostante la sua stupidità. Solo verso le cinque si riaddormentò ma essendosi nuovamente dimenticato la finestra aperta si svegliò verso le sette e mezza e sospirando si alzò dal letto e con passo strascinato si diresse verso la cucina. Cucina nella quale trovò già Flavio che con calma stava facendo colazione.

-buongiorno- gli disse in italiano Cassian e vide gli occhi di Flavio illuminarsi per quel saluto.

-buongiorno anche a te-

-come usare quella?- si ricordò di chiedere Cassian indicando la macchinetta del caffè e se possibile gli occhi di Flavio si sgranarono ancora di più. Non si era aspettato una domanda del genere.

-quando hai imparato?-

-non riuscivo a prendere sonno e mi sono visto qualcosa su internet- spiegò il biondo e Flavio annuì alle sue parole alzandosi e andando verso la macchinetta. In pochissimo tempo spiegò al biondo come usarla e Cassian si diede dello stupido per non aver compreso prima il funzionamento elementare di quell'aggeggio.

-questo è il modo per fare il caffè più velocemente ma se vuoi puoi usare anche la moka- spiegò il castano.

-moka?- chiese Cassian curioso e a quella richiesta Flavio fece vedere al biondo anche come preparare il caffè dalla moka.

-cavolo in quanti modi fate il caffè?- borbottò Cassian mentre si erano seduti entrambi al tavolo e stavano consumando tranquillamente la loro colazione che per Flavio consisteva in caffè e biscotti mentre per Cassian caffè e una fetta di pane con sopra formaggio spalmabile.

-ce ne sono tanti ma io so usare solo la macchinetta o la moka- gli rispose Flavio finendo abbastanza velocemente la sua colazione -domani ho giornata libera quindi andiamo in giro per fare un po' di spese. Non puoi continuare a stare con le stesse robe-

-con quali soldi? Non voglio disturbarti troppo e lo sai-

-non mi pesa aiutarti, posso permettermelo- gli disse sinceramente il castano e Cassian stava per protestare nuovamente ma lo sguardo di Flavio lo fece desistere. Avrebbe ripagato tutto, con il tempo ma lo avrebbe fatto.

Dopo cinque minuti Flavio era già uscito e Cassian ne approfittò per usare nuovamente l'applicazione della sera per imparare qualche altra parola. Voleva parlare in italiano con Flavio, il ragazzo sapeva parlare in inglese tranquillamente ma Cassian aveva notato che il tono della sua voce variava leggermente dall'italiano all'inglese e quando il castano parlava in italiano andava fuori di testa.



-allora come va con il prof?- chiese il moro divorando di gusto il suo panino mentre Cassian lo guardava tra lo schifato e il triste.

-come vuoi che vada?- borbottò il biondo mangiando con calma una delle sue patatine, solo per non farle finire velocemente.

-non lo so se non me lo dici tu Sian- gli rispose Marvin finendo il suo panino e iniziando a leccarsi le dita sporche di salsa.

-lo sai perfettamente o comunque lo puoi intuire. Lui mi vede solo come il suo migliore studente e per giunta è etero!- sbottò il biondo per poi guardarsi intorno spaventato che il suo professore potesse essere entrato nel McDonald, ma dell'uomo non c'era traccia per sua fortuna. Cassian non amava mangiare al Mc vicino al suo college ma Marvin insisteva con il fatto che li i panini fossero i migliori quindi non poteva litigare con il moro ogni santa volta.

-dovresti semplicemente dimenticarti del tuo professore visto che vi passate minimo trent'anni. Perché non ti guardi intorno? Ci sono tantissimi ragazzi sexy in giro- era l'ennesima volta che Marvin gli faceva quel discorso e Cassian era consapevole che l'amico avesse ragione ma non poteva farci niente: era attirato dal suo professore.

-lo sai che ogni volta che esco con qualcuno della mia età mi viene in mente Maurice- sussurrò il biondo mentre il mulatto alzava gli occhi al cielo.

-ancora con il coglione? Eri al liceo maledizione e tra due mesi ti laurei!- protestò Marvin che nel mentre aveva ordinato un altro panino.

-la prima cotta non si scorda mai e lo sai. O per caso ti devo ricordare Gwen?- chiese il biondo mentre riceveva un'occhiataccia da Marvin che valeva più di mille parole. -ora vado, devo far correggere la tesi-

-vedi di non farti scopare sulla scrivania del tuo bel prof-

-vaffanculo Marvin-

-ti voglio bene anch'io Sian-




Cassian aprì gli occhi di scatto con il cuore che batteva a mille. Si era addormentato sul divano mentre stava memorizzando qualche nuova frase e aveva fatto quel sogno. Sogno che molto probabilmente era un ricordo, ma cosa aveva fatto scaturire quel ricordo in lui? La sera precedente era stata la pizza ma in quel momento non sapeva proprio cosa fosse stato. Guardò verso il telefono e lesse la frase che era rimasta immobile per tutto quel tempo:

" Shakespeare era uno scrittore"

Shakespeare. Era stato quello? Possibile visto che era l'unica parola straniera presente nella frase. Anche se Flavio gli aveva detto di non forzarsi troppo per ricordare Cassian si concentrò un Shakespeare fino a quando l'immagine di lui seduto difronte a un professore che parlava non gli si fece largo nella mente e insieme ad essa l'ansia. Era un esame! E fu allora che si ricordò una cosa importantissima: era laureato in lettere! E l'esame si Shakespeare lo aveva dato con il professore del quale era stato innamorato per tutti gli anni del college, il che spiegava anche l'ansia immane di quel ricordo.

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