10 chili di trote

412 35 13
                                    

era un giorno come un altro nella tranquilla e colorata campagna vicino casa di Seungmin. quel venerdì, come ogni settimana, si svolgeva  una grossissima sagra nel paese, durante la quale venivano esposte le più squisite prelibatezze di quella terra, così prolifera di prodotti diversi tra di loro.
c'era chi aveva bancarelle di frutti della passione, chi dei più colorati e succosi ortaggi coltivati nel loro orto, e chi invece offriva le carcasse di leprotti o piccoli animali della selva da loro cacciati, come anche quelle di grossi cinghiali piuttosto che cavalli.

Seungmin e suo padre ovviamente, erano presenti, con la loro bancarella del pesce.

il miglior pesce che ci si potesse procurare, veniva dal frutto della pazienza e della fatica di ore interminabili passate sulla riva del fiume.

il paese, in quelle occasioni di mercati, era sempre un frastuono; le strade si facevano sempre più affollate e piene di vita, insieme ai profumi dei mille magnifici prodotti della terra che riempivano l'aria e le narici del popolo.

ma non era solo la plebe a partecipare a quel tripudio di colori e sapori.
infatti, molti nobili mandavano mercanti o commercianti a scambiare le merci di quella così prolifera terra, con del denaro.

e quel venerdì, non era così diverso dagli altri per Seungmin.

con il padre aveva montato la bancarella nel solito punto del paese, in centro, vicino alla piccola chiesetta, e insieme si erano messi a vendere come al solito i prodotti da loro pescati.
Quando vi erano molti clienti, come quel giorno, l'uomo si occupava di tagliare le parti del pesce, mentre Seungmin si occupava del conteggio delle monete e di pesare il prodotto, dato che il padre era molto più lento nel farlo.
come ogni settimana, passarono tutto il pomeriggio in paese, e vendettero quasi tutto ciò che avevano esposto.

<<sono 2700 mun*.>> *valuta principale della Corea intridotta nel 1633 e rimase in uso fino al1892.
annunciò Seungmin ad una signora anziana, uno dei suoi ultimi clienti da soddisfare per quel pomeriggio, e sperava fosse l'ultimo. l'affluenza di persone nella piazza era notevolmente diminuita, e le ultime luci del giorno cominciavano pian piano a dare spazio al crepuscolo.
nonostante la sua stanchezza, cercò comunque di sfoggiare un sorriso di cortesia nei suoi confronti, e a trattarla in maniera educata.

le piccole e tremolanti manine della donna frugarono velocemente nel borsello che si era portata dietro, tirando fuori una per una le monete necessarie, mettendo a durissima prova la pazienza e la gentilezza del ragazzo, allo stremo delle forze.
quando tutte le monetine furono contate dalle mani poco agili della signora, quest'ultima le porse finalmente al ragazzo, che non perse altro tempo prima di arraffarle con avidità, perdendo la cordialità e l'educazione di qualche minuto prima.
Dopo averla salutata sbrigativamente poi, si accovacciò a terra sulle sue ginocchia.

<<oggi abbiamo venduto bene Seungmin. sei esausto, ah?>>

il ragazzo guardò il padre, in piedi vicino a lui. Egli aveva un sorriso un po' meno largo del solito, rovinato anch'esso dalla stanchezza.
<<sì.>>

il loro discorso fu interrotto dall'arrivo di un uomo, che da come era vestito si distingueva in maniera piuttosto appariscente dal resto della plebe.

Seungmin, vedendo un cenno del capo da parte del padre - che indicava l'arrivo di un nuovo cliente - si alzò frettolosamente, sistemandosi i vestiti e girandosi nella direzione dell'uomo, che lo aspettava ora di fronte alla bancarella.

gli porse un inchino di cortesia, chiedendogli poi di cosa avesse bisogno.
a quella domanda, l'uomo rispose prontamente.
<<cento chili di trote.>>

Seungmin e il padre strabuzzarono gli occhi, scambiandosi una veloce occhiata confusa.
l'uomo di tutta risposta non si scompose di un millimetro, stando tranquillo e impassibile nei suoi bei panni eleganti e costosi.

i due pescatori si resero effettivamente conto che non fosse un cliente come gli altri. concentrandosi sul suo vestiario, poterono classificarlo come il primo - e ultimo - cliente nobile della giornata.

<<ah... signore, temo che cento chili siano troppi, quelli li avevamo all'inizio della giornata.>> disse Seungmin, senza nemmeno il bisogno di controllare.
<<oh.. e allora mi dia tutto ciò che rimane.>>
La coppia non smetteva di stupirsi di tutta la leggerezza con la quale i nobili potevano permettersi di vivere.

<<si.. credo che non siano rimasti più che dieci chili di trote piccole.>> stimò il padre di Seungmin, dando un rapido sguardo a ciò che rimaneva della loro pesca settimanale.
<<d'accordo, mi accontenterò di questo.>>

i due furono contenti, avrebbero ricavato un ultimo gruzzoletto da quel cliente. solitamente quando le persone comprano da loro, non vanno oltre i quattro chili - quando le famiglie hanno un numero generoso di componenti - e comprano per sfamarsi la sera a venire, al massimo per il giorno dopo. nessuno si sarebbe mai sognato di comprare dieci chili di pesce fresco.
Figuriamoci cento.

<<grazie mille.>>
Rispose l'uomo prendendo la busta con il suo ordine, porgendo un inchino cordiale ai due.
Caricò il bottino sul suo cavallo, poco più avanti parcheggiato, attaccato con la corda a un anello di ferro che sporgeva da un muro di una abitazione in pietra.
<<grazie mille davvero. sapete? ho fatto molta strada apposta per venire a prelevare il vostro pesce. il mio signore voleva a tutti i costi dieci chili di trote della famiglia kim. e in effetti...sembra freschissimo.>>
Sentenziò, sbirciando nella busta e ammirando i cadaveri di due decine di trote abbandonate nel sacchetto.

Seungmin e il padre si guardarono straniti, da quella insolita affermazione.
<<come? solitamente non siamo conosciuti da nobili che abitano particolarmente lontani.. è strano sa?>>

<<si, lo penso anch'io. infatti prima di questo incarico, non vi avevo mai sentiti nominare da nessuno. soltanto il mio signore continuava a farlo.>>

Seungmin ne era rimasto assai sorpreso, di quella notizia, tanto che ne volle sapere di più.
<<e lei per caso sa come il suo signore ci conosce?>>
sperava di essere sulla bocca di qualche nobile, che portava buon nome alla loro attività.

<<ahm... no, in realtà non me ne ha mai parlato più dettagliatamente di così... ma aspetta..>>

frugò nella sua tasca, ritrovando un biglietto stropicciato, nel quale il suo signore aveva scritto gli ordini che avrebbe dovuto eseguire.
lo lesse un'altra volta, in maniera sbrigativa, per poi porgerlo a Seungmin, che lo prese.
<<quando mi diede la lista delle cose da comprare, mi disse di fare esattamente ciò che c'è scritto.>>

città di Pohang, provincia del nord Gyeongsang.
Bancarella del pesce della famiglia Kim, ordina 100 chili di trote piccole.
Se non dovessero averne abbastanza lascia comunque una mancia di 50 000 mun.

seungmin storse il naso, leggendo quella lettera scritta in maniera impeccabile, su della carta giallastra e stropicciata.

<<ah? una mancia?>>

<<si ecco, effettivamente non ho idea del perché mi abbia chiesto di lasciare una mancia di così tanto denaro. quando vado a prelevare altre merci non me lo chiede mai. è stata la prima volta..

...il signorino Hwang deve proprio amare i vostri prodotti.>>

Seungmin, che continuava a fissare la lettera, strinse d'un colpo la carta tra le dita, strappandola leggermente.

<<comunque, dato che lui vuole che io lasci questa quantità di denaro, è mio compito farlo.>> disse l'uomo, porgendo una busta al padre di Seungmin, che guardava suo figlio titubante, il quale aveva assunto un'espressione indecifrabile.

The fisher ~Hyunmin~Where stories live. Discover now