Segreto

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Quando quella sera Seho ritrovò il corpo inerme e emaciato di Seungmin riverso sul pavimento del bagno, chiamò istantaneamente Hyunjin, che arrivato sul posto rimase scioccato sulla soglia della porta.
Il pavimento piastrellato giallo pallido era ricoperto di pozzanghere di acqua sporca e urina, e il corpo lungo e slanciato di Seungmin vi era immerso a pancia in giù.
Vide la sua schiena coperta di un livido viola e verde che correva lungo la spina dorsale, con una forma irregolare e quasi artistica.
La sua schiena se la ricordava diversa, tutta liscia tranne qualche segno lasciato dall'acne sulla parte delle spalle.

Quando rivoltò il suo corpo per guardarlo, notò che anche sulla pancia e sui fianchi erano presenti ematomi, invece il suo viso era quasi intatto, se non fosse per un leggero rossore sulla guancia schiaffeggiata da Jongho. Sulla testa gli si era aperta una ferita poco più su della tempia, causata dal tonfo sul pavimento e dai numerosi calci che gli erano arrivati addosso. Hyunjin lo portò via caricandoselo sulle spalle, e imprecando ad ogni passo che faceva, imbestialito con un nemico ignoto.
Si bagnò tutta la schiena portandolo in quel modo. Il torace bagnato e puzzolente di Seungmin gli impregnava i vestiti puliti e eleganti, sino a rendere la sua giacchetta bianca e oro simile a una pezza da piedi, ingiallita e consunta.
Non volle l'aiuto di nessuno a portarlo nella sua stanza. Non volle che nessuno toccasse le sue ferite, nona avrebbe permesso ad anima viva il solo sfiorarlo.

Aprì con fatica la porta della sua stanza. Appoggiò il corpo inerme e bagnaticcio di Seungmin su una panca, dopodiché stese un telo sul suo letto, per evitare di bagnare con il corpo di Seungmin le morbide lenzuola di seta. Ci adagiò il ragazzo sopra, e accese le candele nei suoi bellissimi candelabri a muro. La stanza si illuminò piano piano di una luce fioca e aranciata, e così il corpo di Seungmin: la sua pelle si era accesa di un arancio vivido, e i suoi capelli bagnati lanciavano dei riflessi luminosi.
Hyunjin lo guardava con una strana tristezza negli occhi.
<<Seungmin...>>
Si sedette vicino a lui, sul letto. Lo guardò per qualche minuto, e gli venne più volte l'impulso di scuoterlo fino a svegliarlo, e di convincerlo che non ci sarebbe stato niente di male ad abbracciarlo, almeno in quella circostanza.
Ma non lo avrebbe fatto ovviamente.

Preferì dimostrargli il suo affetto mentre era incosciente. Prese una bacinella piena d'acqua, una spugna e delle saponette profumate. Gli strofinò le braccia, la parte del corpo che gli sembrò meno invasiva da toccare.
A toccare il suo corpo non era abituato, Seungmin era sfuggente e non glielo aveva mai permesso, infatti passò a strofinare il petto e il collo con estremo imbarazzo.

Il suo viso mentre dormiva era di una calma e riservatezza da togliere il fiato, la sua bellezza era così delicata e silenziosa. Gli passò un dito sul pomo d'Adamo appena accennato, per poi scendere verso il petto e fermarsi proprio dove poteva sentire il suo battito. Ci poggiò il palmo, e sentiva il suo respiro regolare e profondo così come i battiti lenti e deboli del suo cuore.

Continuò a strofinare il sapone sulla pancia, da dove poteva sentire le costole fino all'ombelico, senza indugiare. Si fermò quando il lembo delle mutande gli impediva di andare oltre, e si chiese che cosa dovesse fare. I boxer erano anch'essi bagnati. Avrebbe voluto dargliene un paio puliti, avrebbe voluto asciugarlo per bene in modo tale da farlo sentire pulito. Infilò un dito nel lembo dei boxer, con quest'idea in testa. La lasciò perdere qualche secondo dopo però, decidendo di passare direttamente alle cosce, ai polpacci, ai piedi.

Lo girò al contrario e prese a strofinargli la schiena, delicatamente, dato che era tutta lividi e doveva fare un male da morire. Anche lì, una volta arrivato alla parte più bassa della schiena, ripensò all'eventualità di togliergli i boxer, ma cambiò idea e passò con la sciacquatura e l'asciugatura di tutto il corpo, evitando diligentemente la zona che aveva deciso gli fosse proibita.
Lo vestì con un suo pigiama, il più bello e confortevole che riuscì a trovare, e lo lasciò dormire lì, nel suo letto, mentre lui uscì dalla stanza, chiudendola a chiave per evitare che qualcuno si potesse introdurre all'interno e continuasse a picchiarlo, e questa volta riuscendo ad ammazzarlo direttamente.

Aveva sempre saputo che quella gente fosse feccia. Bastava vedere quanto essa disprezzasse la nobiltà tranne quella che faceva loro comodo. Se consentiva loro di vivere dignitosamente, se consentiva loro di mangiare tutti i giorni, se consentiva loro di avere uno stipendio, allora era una nobiltà tollerabile. E quell'odio represso, che veniva seppellito nel più profondo dell'animo nella servitù per ottenere ogni giorno vantaggi dagli Hwang, si era riversato su Seungmin, l'unica persona a cui Hyunjin tenesse in quella casa.

Si svegliò con il primo sole del mattino che gli batteva sugli occhi chiusi, in una posizione che gli faceva rimpiangere il suo materasso per terra piatto e duro nella stanza per la servitù.
Era sdraiato a pancia in giù, la faccia spiaccicata da un lato, e le braccia alzate vicino alla testa. Per di più era disteso orizzontalmente sul letto, e aveva i piedi che fuoriuscivano dal materasso.

Si alzò con fatica, gemendo quando dovette inarcare la schiena per sollevarsi. Si asciugò un filo di bava che gli era colato sulla guancia con il dorso della mano, e si grattò il capo.
Solo in quel momento realizzò di essere in una stanza che non era quella dei servi. Riconobbe che quella fosse la stanza di Hyunjin, e non capì che cosa ci facesse li. Il nobile doveva averlo recuperato dal pavimento del bagno, dopo che aveva perso i sensi.
Si sentì a disagio a farsi vedere in quelle condizioni da Hyunjin, non avrebbe mai voluto dargli l'impressione di essere un debole.
Ma la cosa che lo preoccupava di più, era che ora il divario tra lui e la servitù si era fatto più grande, infinitamente di più.
Aveva paura e vergogna di varcare la soglia di quella stanza per sapere come gli altri lo avrebbero guardato, come Yoon lo avrebbe giudicato, come Jongho lo avrebbe deriso accusandolo di essere la puttanella di Hyunjin.

Si alzò dal letto, stordito e dolorante, e constatò con grande sorpresa di non essersi rotto niente, ma faceva fatica a stare in piedi e avrebbe dovuto stare a riposo per alcuni giorni. Si sgranchì le braccia ruotandole nell'aria, scrocchiò le caviglie e i polsi. Poi si guardò allo specchio a figura intera, uno dei tanti specchi nella stanza, guardando il suo riflesso assonnato. Il numero di specchi di qualsiasi dimensione presenti in quella camera era indicibile. Non capiva se servissero a soddisfare qualche strana perversione sessuale oppure per appagare il gigantesco ego di Hyunjin. Effettivamente entrambe le ipotesi avevano senso.

Specchiandosi notò che nella zona delle mutande il pigiama era bagnato. Si girò per capire se fosse così anche dietro, e per constatare non si fosse pisciato addosso, e così era. Hyunjin lo aveva lavato e ripulito in tutto il corpo tranne che nelle mutande, e ne fu sollevato.
Tuttavia Seungmin si maledisse per aver subito pensato che fosse stato lui a prendersene cura, senza prendere in considerazione l'opzione che lo avesse lasciato fare a qualcun altro.
Ed effettivamente, non se lo immaginava Hyunjin sporcarsi le maniche e mettersi a pulire a fondo il corpo di qualcuno che non fosse una sinuosa e sensuale donna.
E guardando il suo corpo lungo e informe, non fece che convincersi di quella opzione.
Tuttavia nel riflesso, dietro di lui, spiccava come luminoso il grande telo bianco colpito dal sole, che lo faceva brillare alla luce, catturando il suo sguardo. Seungmin spostò l'attenzione  dalla sua figura a quel telo, e i suoi occhi si fecero curiosi.

Si allontanò dallo specchio, avvicinandosi al cavalletto coperto dal solito telo bianco. Hyunjin aveva lasciato incustodito il suo tesoro. Ma Seungmin ignorava che praticamente tutta la servitù e tutti i familiari di Hyunjin avessero bramato la vista di quella tela come niente al mondo, e lui era la prima e unica persona che aveva l'occasione in quel momento di alzare quel telo.
Afferrò il lembo con la mano, e tirò su il tessuto, lasciando che esso cadesse per terra.

Seungmin rimase a bocca aperta. Rimase a guardarlo per infiniti secondi, da destra a sinistra, dall'alto verso il basso, i suoi occhi si muovevano lenti su ogni dettaglio, mentre qualche lacrima gli rigò le guance senza che lui potesse controllarlo.

The fisher ~Hyunmin~Where stories live. Discover now