Ambasciator non porta pena

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era lì che si girava il bigliettino tra le mani, riconoscendo la calligrafia precisa e ordinata del ragazzo.
Seungmin quasi si rimproverò di non averlo capito prima, che quel biglietto provenisse da Hwang Hyunjin in persona. stringeva la carta tra le mani, come se questo lo aiutasse a ricordare la voce acuta e spavalda del ragazzo dai capelli lunghi che gli risuonava spessissimo nelle orecchie, ogni maledetta volta che Hyunjin faceva una battuta di pessimo gusto sulla sua persona.

Eppure pensando a quel ricordo sorrise.
sembrava leggermente un maniaco, se ne rendeva conto, starsene lì, chiuso nella sua stanza, a sorridere come un ebete leggendo più e più volte la frase cento chili di trote su un bigliettino.
<<quale idiota potrebbe mai pensare che a fine giornata noi disponiamo di cento chili di trote...>> si chiese tra sé e sé.
Tuttavia, da quando quell'uomo si era palesato alla loro bancarella, aveva cominciato a pensare in maniera morbosa e inquietante a Hyunjin, e a sentire un vuoto allo stomaco allucinante.
non lo vedeva da quasi un anno ormai.

Ma perchè ci stava così male?
Non era da lui rimuginare così tanto su qualcosa...

...o qualcuno.

Le parole sussurrate flebilmente dal padre inoltre, gli fecero pensare seriamente di dover fare qualcosa.

te ne pentirai.

Ma di cosa?
quelle tre parole, rendevano le cose anche più difficili da gestire per il cuore inesperto di Seungmin.
cosa avrebbe dovuto fare?

e a che scopo?

per come si stavano mettendo le cose, sembrava quasi come se si volesse rimettere in contatto con Hwang Hyunjin.
Ma per come si erano lasciati, supponevano non si sarebbero mai più visti. entrambi non si sono detti a presto, non si sono detti nemmeno spero di incontrarti di nuovo.
il loro orgoglio ha fatto uscire dalle loro labbra soltanto addii.
si prese la testa fra le mani, chiudendo gli occhi e stringendosi le ciocche tra le dita, sperando solo che Hyunjin non continuasse a cercare di mettersi in contatto con lui.
perché Seungmin non avrebbe saputo gestirlo.
era per questo che aveva affidato al mercante quel bigliettino cattivo. sperava in qualche modo che Hyunjin smettesse di cercarlo.
Ma nonostante questo, la settimana successiva il ragazzo inconsciamente continuava ad aspettare l'arrivo di un maledetto cavallo marrone.

Quel giorno di primavera era un giorno così soleggiato, sembrava che niente potesse rovinarlo.
Così tanto che a Seungmin parve un qualsiasi giorno come gli altri, e si scordò quasi che quello fosse un venerdì, e che fosse in un'attesa impaziente di un misero bigliettino stropicciato da parte di un ragazzetto viziato.

Era così terribile, detto ad alta voce.
Non avrebbe mai ammesso a sé stesso che avesse passato tutta la settimana a sperare in una risposta di Hyunjin, benché non sapeva a cosa effettivamente avrebbe potuto rispondere. Il suo messaggio era chiaro infondo: non - ho - bisogno - della - tua - carità.
Si ricordò dopo qualche secondo di avergli dato anche del coglione.

i due pescatori si recarono in paese, e Seungmin si mise in attesa, continuando a sfilettare e squartare pesci con le mani intrise di unto, di un uomo vestito di tutto punto.
Ma più le ore passavano, più i clienti aumentavano, e più dell'uomo non c'era traccia. Seungmin tuttavia, anche mentre serviva quel che sembrava l'ultimo cliente di una lunga fila, non aveva ancora perso le speranze, e il suo sguardo vagava all'orizzonte sperando di veder arrivare una figura a cavallo in lontananza.

<<Seungmin, era l'ultimo... ora possiamo anche andare.>>
La voce roca e calda del padre parlò, distogliendo lo sguardo assente del ragazzo sull'orizzonte.
<<ah, si. Dammi solo un secondo.>>
Disse mettendosi leggermente in punta di piedi, cercando di lanciare il suo sguardo più in là che poteva, come la lenza di una canna da pesca nel mare.
Eppure quel giorno il pesce proprio non voleva abboccare.

The fisher ~Hyunmin~Where stories live. Discover now