Il mio piccolo candelabro in rame

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Smontarono da cavallo con il sole tramontante. Il cielo era limpido, senza nessuna nuvola, vi era solo una nebbia leggera ed evanescente che accarezzava il suolo.
All'arrivo dei due ragazzi accorse la servitù. Una ventina di uomini, chi si accingeva a pulire le scarpe di Hyunjin, chi si inchinava profondamente e aspettava in silenzio i suoi ordini.
Tutti però guardavano Seungmin in maniera strana, chiedendosi forse il motivo per il quale Hyunjin avesse portato con sé un umile pescatore.
La realtà che Seungmin non sapeva era che Hyunjin aveva speso gli ultimi mesi a stressare ognuno di quegli uomini, facendosi aiutare da loro a decifrare quei messaggi che il pescatore gli mandava. Infondo Hyunjin non aveva amici fidati a cui confessare la sua cotta per il ragazzo, e nemmeno il coraggio necessario per ammetterla a sé stesso.

Seungmin tuttavia riconobbe tra i volti stanchi degli uomini alcuni che avevano ricoperto il ruolo di messaggeri in quei mesi. L'arrivo di quegli uomini a cavallo era così speciale per lui che ognuno dei loro volti gli era rimasto impresso nelle iridi.
Tuttavia vederli in quella veste, sprovvisti della maestosità che donava loro il cavallo imponente su cui erano in groppa quando li vedeva arrivare, li rese quasi irriconoscibili.
Seungmin guardava il ragazzo steso per terra mentre puliva le scarpe del nobile con un panno. Le sue ginocchia erano tutte sporche di terra e non poteva vederlo in viso per via della posizione di riverenza che aveva assunto, mentre lucidava le calzature di Hyunjin.
Si chiese se anche lui avrebbe fatto quella fine, avendo accettato la proposta di entrare nella servitù.
Finire per essere tutto quello che il nobile avrebbe voluto.

<<Signorino Hwang, come è andato il viaggio? È stanco?>> chiese uno della servitù.
Hyunjin non guardava in faccia i suoi uomini, Seungmin lo notò benissimo. Non lo avrebbe più guardato in viso?
<<riferite a mio padre che sono tornato. Preparate dei vestiti puliti per il nuovo ragazzo.>>
Alcuni guardavano Seungmin con curiosità, altri bisbigliavano nelle orecchie dell'altro, chissà per dirsi cosa. Il ragazzo pensò che lo stessero prendendo in giro a bassa voce, ma la realtà era che tutti erano stupiti nel vedere finalmente le sembianze di questo fantomatico Seungmin figlio del pescatore con il quale Hyunjin aveva una "corrispondenza".

Il ragazzo distolse disturbato lo sguardo dal gruppo che lo scrutava, e i suoi occhi iniziarono a vagare per il giardino chilometrico dell'abitazione, colmo di arbusti e pini. La varietà di piante era incredibile, vi erano sempreverdi, ciliegi, qualsiasi cosa che la mente umana potesse immaginare. Seungmin credette di non aver mai visto una simile varietà tutta nello stesso posto.
I suoi occhi continuavano ad arrampicarsi e a perdersi su quegli alberi, fin quando non si fermarono su un soggetto che catturò la sua attenzione.
Su un albero vicino all'entrata, Seungmin notò un foglio di carta gialla appeso con un chiodo, per quanto la sua vista appannata gli permetteva di vedere.
Si avvicinò ad esso allontanandosi dalla schiera di schiavi e il suo nobile, per controllare meglio.
Quando i contorni dei due visi dipinti su quel foglio si fecero chiari ai suoi occhi, la sua bocca si schiuse in un'espressione stupita.
Rimase lì, in piedi, a guardare le figure su quel foglio per molto tempo, mentre i suoi occhi erano più aperti del solito.

Quando Hyunjin notò che Seungmin si fosse allontanato il suo sguardo vagò velocemente per tutto il giardino, spostò un servo che gli stava impedendo la vista, per poi notare la sua figura immobile proprio davanti a quell'albero. Strinse le labbra, spostò un altro servo che gli intralciava la strada, per potersi avvicinare al ragazzo.
Seungmin sentì una presenza dietro di sé, ormai aveva imparato a riconoscere chi fosse.
<<sai che fine hanno fatto?>> chiese immobile il pescatore.
Il nobile accennò un sorrisetto amaro.
<<secondo te se avrebbero voluto comunicare le loro intenzioni le avrebbero comunicate proprio a me?>>
Seungmin stette in silenzio. Il dolore era troppo grande, e Hyunjin aveva ragione.
<<non si fidano di me. Non si fidavano allora e non si fideranno mai più, ammesso che li rivedrò mai più. Mi hanno preso in giro, ingannato e odiato. Non mi stupirebbe affatto.>>
Seungmin strinse gli occhi, non aveva mai smesso di guardare il foglio davanti a sé.
<<c'è una taglia sulla loro testa.>>
<<Cinquanta milioni.>> rispose il nobile con la bocca ormai secca.

Furono scortati all'interno dell'abitazione, dal portico Seungmin poteva già sentire un forte odore di timo e miele. Riconobbe l'odore di Hyunjin quando fu investito da una nuvola d'incenso una volta entrato nell'androne.
Quell'odore superbo lo aveva sentito addosso ai vestiti del nobile e gli era rimasto impresso nella mente come sigillo di cera sulle lettere.
Il nobile guardava sorridente Seungmin che scrutava con gli occhi spalancati l'enorme abitazione.
<<allora che ne pensi?>>
Seungmin fissava il bellissimo e maestoso candelabro poggiato sul tavolo presente nella stanza. Le candele erano spente ma già poteva immaginare lo splendore di quel manufatto dorato quando esse sarebbero state accese. Più lo guardava più i bracci di esso sembravano aumentare da quanti erano. Rinsavì quando sentì la voce del nobile.
<<mh?>> si girò a guardarlo.
Hyunjin potè vedere tutto lo stupore nei suoi occhi, e questo gli fece tenerezza.
<<è una casa grandissima. Ci credo se nella mia ci stavi stretto.>> disse con una punta di amarezza, perdendosi nel ricordo del suo misero candelabro di rame a solo due bracci presente nel salotto.
<<ho imparato a stringermi.>> disse Hyunjin catturando finalmente il suo sguardo fuggitivo.
Si guardarono per qualche istante, per poi sorridere leggermente e diventare timidi il secondo dopo.

Proseguirono il giro della casa con la servitù che guardava da dietro i due ragazzi, la nuca del pescatore sempre rivolta verso l'alto a guardare i mille candelabri dorati attaccati alle pareti, la nuca di Hyunjin sempre rivolta a guardare Seungmin.
Giunsero davanti alla camera del nobile, e tutti gli uomini si scambiarono sguardi curiosi, tutti per lo stesso motivo.
Almeno questo fantomatico Kim Seungmin figlio del pescatore avrà il privilegio di mirare il quadro intoccabile del nobile?
A quanto pare no, poiché Hyunjin bai passò la stanza, come fosse invisibile, come se non esistesse. Quel quadro per Hyunjin era troppo personale, tutti avrebbero voluto sapere che cosa ci aveva dipinto sopra, ma il nobile negava sempre l'accesso alla tela a chiunque.
E a quanto pare anche a Kim Seungmin.
A quanto pare nemmeno Kim Seungmin ci era riuscito, ad ammorbidire il caratteraccio del nobile.

The fisher ~Hyunmin~Where stories live. Discover now