Solo per qualcosa in cambio

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Le goccioline sul vetro battevano insistenti, mentre la luce lieve della luna faceva capolino nel piccolo bagno, riflettendosi nella superficie dell'acqua gelata e limpida della tinozza in cui il suo corpo nudo si lavava. Sembrava come risplendere, quell'acqua. se la gettava addosso, un po' sul petto, un po' sulla schiena, cercando di lavare via il fango e tutti i suoi pensieri. Peccato che quelli non vanno via con l'acqua e un po' di sapone.

Seungmin intanto si sedette sul pavimento della sua stanza, non volendo sporcare il suo letto con il fango di cui i suoi vestiti erano pieni, aspettando che Hyunjin uscisse dal bagno e gli permettesse di lavarsi i pensieri di dosso.
E da quando i suoi occhi avevano incontrato di nuovo Hyunjin, ecco che la sua testa se ne riempì immediatamente.
Era passato così tanto tempo, che nemmeno lo aveva ancora realizzato, che Hyunjin fosse tornato a trovarlo. E le domande nella sua testa, rimbombavano rumorosamente nel silenzio della stanza come brocche che cadevano a terra.
Perché era tornato?
Che sia... che sia per lo stesso motivo per il quale Seungmin lo voleva rivedere?
<<che stupidaggine. È impossibile.>>
Si ritrovò a sussurrare, prendendosi la testa con le mani, e appoggiandola sulle ginocchia, sentendosi ridicolo.

Dopo qualche minuto egli alzò di scatto il capo, rendendosi conto che erano passati altri dieci minuti, e Hyunjin non era ancora uscito dal bagno.
Con un'espressione scocciata si alzò, avvicinandosi alla porta nel quale il ragazzo si era chiuso a chiave e iniziò a battere forte il pugno contro di essa.
<<Hyunjin! Andiamo sei lì da tre ore, è arrivato il momento di uscire! Mi devo lavare anche io!>> gridò allo stremo della sopportazione, sperando solo che il ragazzo lo ascoltasse, e pensando che avrebbe dovuto svuotare l'acqua dalla grossa botte di legno che usava per fare il bagno e riempirlo con l'acqua del pozzo, prima di riuscire a darsi una ripulita.
Tuttavia i secondi passavano e la risposta di Hyunjin non arrivava.
<<hey! Mi ascolti oppure fai finta di non->> smise di battere il suo pugno contro la porta e si ammutolì, rimanendo con un pugno all'aria, sentendo la serratura della porta aprirsi.
La porta venne tirata, e la figura del nobile si prostrò davanti al viso di Seungmin.
La sua bocca si incurvò in un sorriso piccolissimo.
<<stavo uscendo, datti una calmata. Era così rilassante fare il bagno con il rumore della pioggia sul vetro.>> disse continuando ad asciugarsi i capelli con un panno, per poi allontanarsi dalla figura del pescatore e avviarsi verso la camera da letto.
Seungmin fece fatica a mantenere il contatto visivo, dato che il suo corpo seminudo e ancora ricoperto da goccioline umide lo metteva particolarmente a disagio e in soggezione.
Non lo avrebbe mai ammesso, ma guardando il ragazzo dirigersi verso la camera da letto, l'occhio gli era sfuggito sulla linea della sua spina dorsale, che correva dritta lungo il suo corpo longilineo, fino a interrompersi bruscamente andando a nascondersi dietro al lembo del tessuto che copriva il suo bacino.

Quella notte era particolarmente fredda, continuava a piovere e il cielo era pieno zeppo di nuvole chiare.
Era uno spettacolo bellissimo secondo Hyunjin, tanto che avrebbe voluto immortalarlo per sempre, e tenerlo come ricordo di una notte di pioggia.
L'unico stratagemma che aveva imparato ad usare quando questa sensazione gli pervadeva la mente era la pittura.
Quando qualcosa gli provocava delle emozioni, gli piaceva abbozzarlo su un quaderno, su una tela, su qualsiasi cosa gli capitava tra le mani, cosicchè quella sensazione potesse rimanergli addosso per sempre.
Non gli importava venisse fuori qualcosa di ben fatto o di realistico, anche linee confuse e istintive bastavano per imprimere le emozioni che stesse provando sulla carta per sempre.

I suoi quadri erano spesso così.
Confusi, i colori stavano sulla tela in maniera disarmoniosa, che sembravano in lotta l'uno con l'altro, e le linee imprecise e istintive davano loro un contorno, in un casino che nella testa di Hyunjin sembrava avere perfettamente senso.

E quella notte, guardando fuori da quella piccola finestra di legno, quella sensazione gli piovve addosso, come pioggia bagnata.
Non avendo fogli con sè, né tantomeno un carboncino, iniziò a sbattere ripetutamente le palpebre, per vedere se nella sua retina potesse rimanere impresso almeno qualche contorno di quello scenario, per ricordarselo una volta che sarebbe tornato a casa, e poterlo disegnare in tutta la sua malinconica bellezza.

The fisher ~Hyunmin~Where stories live. Discover now