La piccola fattoria dell'amore

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<<figliolo!>>
Gridò l'uomo appena vide Seungmin sull'uscio della porta. Gli si gettò addosso con nostalgia, stringendo il suo corpo piccolo e slanciato tra le braccia muscolose.
<<m-mi fai male!>>
<<quanto mi sei mancato! Sentivo la solitudine come un cane randagio! Fatti vedere!>>
Lo allontanò da se tenendolo dalle spalle, guardandolo negli occhi, mentre sorrideva facendo intravedere i denti mancanti.
<<sei dimagrito! Non ti facevano mangiare? Che cosa hai fatto? Com'è andata?>>
Lo ricoprì di domande il padre, e Seungmin aveva la testa talmente piena che le parole dell'uomo gli rimbombavano rumorose nelle orecchie.
<<beh... si bene insomma.. tu come stai?>>
<<bene Seungmin, mi sono passati alcuni dolori grazie ai soldi che hai racimolato... sono riuscito ad avere una visita seria da un dottore come si deve... è miracoloso questo unguento! Ma caspita... entra entra. Non stare sulla soglia figlio mio. Ma come sei arrivato qui? Dov'è Hyunjin?>>
Il padre non sapeva che non era stato Hyunjin ad accompagnarlo, ma era stato Minho, che dopo che Seungmin lo aveva implorato lo aveva accontentato. Minho non sapeva che avrebbe fatto arrabbiare Hyunjin enormemente, se solo lo avrebbe scoperto.

Era sinceramente contento di rivedere suo padre dopo così tanti mesi, non gli era mai capitato di stargli lontano. Non lo vedeva particolarmente cambiato, a parte gli acciacchi che erano spariti con un costoso unguento magico, era rimasto lo stesso. Era Seungmin ad essere cambiato, più si guardava allo specchio più se ne convinceva. Ripensava a quello che aveva fatto a casa di Hyunjin tutte le maledette notti. Tra la ricchezza, l'abbondanza, la servitù. Si era sentito parte di qualcosa più grande di lui, qualcosa che gli aveva fatto dimenticare le cose che davvero erano importanti: la famiglia, gli amici, la dignità.
Ogni notte ripensava al paesaggio lussuoso che aveva assunto quella campagna abitata da nobili, costellata da cavalli agghindati e abitazioni complicate. Ripensava ai capelli profumati di Hyunjin con mille accessori luccicanti dentro, ai suoi vestiti morbidi piegati sul bordo del letto, ai suoi passi leggeri nella notte e alle briglie del suo cavallo che teneva fermamente nelle mani mentre si aggirava per il bosco nei pomeriggi meno afosi.
Ripensava a quello che era successo tra loro. Baci, carezze affettuose e sincere. Mani intrecciate, dita strette l'una all'altra. Non aveva mai provato una sintonia del genere, non si era mai spinto fino a quel punto, non si era mai aperto così con qualcuno. Ma pensare al futuro lo angosciava, pensare alla famiglia di Hyunjin, pensare a come era finito Changbin. Tutto ciò lo aveva sovrastato, devastato, e quando pensava al carattere di Hyunjin e alle sue brutte abitudini si convinceva sempre di più di quello che Changbin gli aveva detto.
Erano tanti piccoli pezzi che non aveva saputo come gestire, per questa ragione aveva deciso di andarsene, e sperava di poter dimenticare i suoi sentimenti così come aveva fatto l'anno prima. Perché era l'unica cosa che sapeva fare, ingoiare tutto, senza lasciare traccia di nessuna delle sue emozioni.

Era tornata la serenità nel suo cuore, dopo che la sua routine ormai devastata era stata ripristinata. Si svegliava al canto del gallo la mattina, rimaneva al fiume fino al tramonto, e la sera cenava bevendo vino insieme a suo padre. Ogni tanto al calare del sole usciva con Jisung per il paese, o andava ad aiutare al campo di patate dello zio, Jisung più esperto con la zappa, Seungmin con il piccone che affondava profondo nella terra, e quando per sbaglio rovinava le patate tagliandole di netto con l'attrezzo Jisung gli gridava dietro per minuti interminabili. Sudavano sotto al sole, ore e ore passate in mezzo a un campo e Seungmin si ustionava sempre le spalle, tanto che dopo non riusciva nemmeno più a toccarsele per almeno una settimana.

L'arte, la bella cucina, la musica, tutto era diventato un ricordo lontano e sfocato, e aveva sbattuto la faccia davanti alla dura realtà che aveva dimenticato durante la sua permanenza in quel mondo surreale e fasullo.
L'unico tratto di bellezza che era sopravvissuto al trasloco in campagna era il suo amore per la chitarra: dopo che Hyunjin lo aveva fatto esibire di fronte a tutta quella gente, ora non aveva più paura. Suonava alle sagre di paese, tra luci calde di mille lanterne e profumi provenienti dalle bancarelle di cibo di strada. La gente che accorreva per ascoltarlo sorrideva, ballava, batteva le mani e i piedi a tempo. Chi danzava in coppia, facendo volteggiare la gonna della propria dama, chi danzava in singolo in maniera casuale e disinvolta. Balli scoordinati e divertenti, senza tracce di superbia o competitività. E Seungmin cantava insieme a loro, la sua voce si fondeva dolcemente con il coro, diventando la protagonista della serata e il motivo di tutta quella festa.

The fisher ~Hyunmin~Where stories live. Discover now