Rimembranze II

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Il cielo era ancora scuro, nell'aria echeggiava il rumore del vento tra le canne di bambù.
Una sensazione di leggerezza nel cuore, nonostante tutto ciò che era successo in un lasso di tempo così breve. La mia mente correva ancora a cento all'ora.
Sdraiati sul prato bagnato, io e lui, con solo le sottovesti addosso, guardavamo le nuvole che si muovevano sopra i nostri occhi, sentivamo degli odori lontani di cibo, fiori, persone.

Il vestito da sposa azzurro fu gettato nel fiume.
Guardavo le sue candide e magre gambe spoglie, infossate nell'erba bagnata, macchiate di lividi in alcuni punti.
Era ancora buio, dopo quella notte completamente insonne, durante la quale corremmo sotto la pioggia, facemmo il bagno nel gelido fiume, e ci baciammo.
Morsi le sue labbra con così tanto desiderio, sentendo il vento gelido della notte assalire il mio corpo completamente bagnato, e facemmo sesso.
Rubammo delle pannocchie da un campo di un contadino, e le mangiammo di gusto, baciandoci ancora.
Le sue labbra avevano un dolce sapore di mais.
quella notte era stato un grosso fanculo a tutto quanto, a tutti quanti, a tal punto che nemmeno ci importava più se in paese vedessero un ragazzo indossare un vestito da donna, correre per mano con un altro maschio.
Girai lo sguardo nei suoi occhi, che stavano guardando il cielo scuro delle quattro del mattino.

<<mio padre è morto.>>

nemmeno ne avevamo ancora parlato di questo. quel momento di pace sdraiati l'uno accanto all'altro fu una presa di coscienza di quello che avevamo fatto.
<<mi sento in colpa.>>
dissi con un filo di voce, girandomi su un fianco, e guardandolo con gli occhi socchiusi, un po' per la stanchezza, un po' per la vergogna.
lui sorrise genuinamente.

un sorriso candido, sereno.

<<l'ho ucciso io Changbin.>>

il sorriso di un assassino.

<<si è ucciso da solo, Felix. mandandoti a sposare con me.>>
<<eppure è la miglior cosa che abbia mai fatto.>> rispose quasi subito, fissando il suo sguardo sulle mie labbra.
io sorrisi.
<<e allora la tua felicità corrisponde alla sua morte. No?>>
Dissi, ma lui lo sapeva già. Guardavo il suo profilo appuntito guardare il cielo con malinconia. Felix non avrebbe mai potuto vivere serenamente senza ammazzare quel bastardo.
Pace all'anima sua.
<<e adesso? Dove andiamo?>>
Gli chiesi a quel punto. Lui cominciò a ridere. Come se fosse una domanda stupida, come se avessimo ben altro da fare, ben altro di cui preoccuparci.
<<non me ne importa niente. basta che andiamo via.>>

<<e dove vorresti andare?>> gli chiesi, aumentando il mio sorriso.
a quel punto girò la testa, guardandomi negli occhi.
successivamente si mise su un fianco pure lui, appoggiando la testa sulle mani.
<<sembrerà una frase clichè, ma io ti dico che posso andare ovunque finché posso stare così.>>
<<assì? così come?>>

<<solo così. finché posso guardarti negli occhi senza paura di fingere, senza che nessuno mi costringa ad amarti o ignorarti. questo mi rende immensamente felice.>>

gli sorrisi leggermente.
guardai il vento freddo che gli scostava il leggero e sottile strato bianco di gonna che svolazzava e gli scopriva le candinde cosce magre.

<<anche a me rende felice.>>

<<non mentirmi. sai, spero tu non te ne penta di ciò che abbiamo fatto, altrimenti non riuscirei mai a perdonarmelo.>>

<<shhh, che dici? non dire stronzate, abbiamo fatto questo guaio entrambi, e entrambi andremo avanti. Insieme. Vedrai, arriveranno tempi felici, e tutto questo schifo si cancellerà dalle nostre memorie.>>

In quel momento pronunciai quella frase senza pensarci sul serio.
Ed un po' per la nostra innocenza giovanile, un po' per quell'amore che era nato per caso, ci credevamo davvero.
Felix mi guardò speranzoso.
<<lo supereremo insieme.>>
<<sì.>>
E mi rivolse uno dei sorrisi più belli che io avessi mai visto.

The fisher ~Hyunmin~Where stories live. Discover now