Amicizia

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A quanto pare Hyunjin aveva indetto una specie di caccia al colpevole, dichiarando che una volta capito chi fosse stato ad aggredire Seungmin sarebbe stato ammazzato direttamente dalle sue mani. Seungmin non seppe se effettivamente quella fosse la verità, ma poco importava, lui non avrebbe fatto il nome di Jongho.

Ora tutti sapevano quanto lui fosse privilegiato. Se questo fosse successo tra altri schiavi, nessuno sarebbe finito nei guai. Persino se uno di loro fosse rimasto ucciso non sarebbe successo nulla di clamoroso, il corpo sarebbe stato semplicemente gettato nel fiume senza ripercussioni sul colpevole. Quella gente per i nobili era feccia, che non aveva niente di più rispetto alle bestie. Per questo Seungmin decise di non aprire bocca, per evitare di ricevere altri privilegi che credeva fermamente non gli spettassero.

<<come stai?>>
gli chiese Hyunjin quando entrò nella stanza. Era visibilmente turbato, il viso era sbiancato e i capelli erano in disordine, avvenimento più unico che raro.
Intanto Seungmin aveva coperto nuovamente la tela, e si era sdraiato sotto le coperte del letto, cambiando posizione rispetto a come l'aveva rozzamente appoggiato Hyunjin sul letto.
<<mi fa male la schiena.>>
<<tranquillo, ti fornirò i migliori dottori per far sì che tu guarisca in fretta, non voglio assolutamente che tu rimanga così a lungo.>>
Seungmin lo guardava con una nuova consapevolezza. Dopo aver visto quel dannato quadro non sapeva più che cosa pensare.
Sentiva la voce di Hyunjin tremare e il movimento delle mani era instabile, quasi traballante.
<<hai sete?>>
<<no.>>
Hyunjin si sedette sul letto in cui Seungmin stava sdraiato.
<<posso stare nel mio letto. Non c'è bisogno che io stia qui.>>
<<nel tuo letto? Chiameresti "letto" un materasso piatto e duro steso sul pavimento? Hai detto tu stesso che ti fa male la schiena.>>

Seungmin ripensò alla dama che Hyunjin baciò la sera precedente. Perché si, tra tutto ciò che gli era successo, quel pensiero si aggiungeva alle cose che erano andate storte il giorno prima, collocandosi se non al primo posto, almeno a un ben solido secondo posto.
<<immagino tu rivoglia il tuo letto, in cui ci avrai scopato un centinaio di volte. O mi sbaglio?>>
Hyunjin scoppiò a ridere.
<<ma che domande mi fai?>>
<<è una domanda più che legittima, guarda che mi alzo se è così.>>
Fece per alzarsi con fatica, ma Hyunjin lo spinse nuovamente sul letto.
<<stai lì, stupido. Certo che l'ho fatto, ma ripulisco sempre tutto, ho migliaia di lenzuola di seta.>>
Seungmin decise di credergli.
<<e allora... chi è stato? Che cosa è successo?>>
<<non lo so, mi hanno colpito alle spalle, non ricordo altro.>>
Mentì.

Hyunjin si morse il labbro inferiore.
<<aish, così non va. Come faccio a trovare il colpevole così?>>
<<e perché lo devi trovare?>>
Chiese tranquillo Seungmin, chiudendo gli occhi e stirando le gambe. Hyunjin guardava il suo corpo rilassato con confusione, non capendo come potesse rilassarsi in una situazione simile, con il corpo costellato di lividi e una chitarra sfracellata contro la schiena.
<<perché? Secondo te io posso lasciare impunita una persona che fa questo?>>
<<non è importante, lascia perdere. Non voglio che sprechi del tempo. Tanto in ogni caso, a nessuno importa se qualcuno della servitù si fa male.>>

Hyunjin assottigliò lo sguardo.
<<credo che tu sia entrato un po' troppo nel personaggio. Tu sei membro della servitù, si, ma ricordati che l'ho fatto per aiutarti perché siamo amici.>>
Seungmin continuava a tenere gli occhi chiusi, per evitare di guardarlo in faccia e scoppiare a piangere.
Si sentiva uno stupido ad illudersi ancora.
<<l'ho capito che siamo amici, non ti preoccupare.>>

Si fermò, prendendo un respiro profondo dal naso.
<<Ma gli altri questi non lo sanno mica, e non devono saperlo, chiaro? Quindi non fare scenate inutili. Sto bene.>> aggiunse dopo una breve pausa di riflessione.
Hyunjin guardava il suo viso, sembrava così turbato da qualcosa che non riusciva a capire. Gli poggiò una mano sulla sua.
<<Seungmin, non ho più intenzione di farti lavorare tra quella gentaglia.>>

Il ragazzo aprì piano gli occhi.
<<non c'è bisogno di prenderla così, so badare a me stesso.>>
<<io lo so che non vuoi che io ti tratti diversamente dagli altri, ma il fatto è... è che ecco tu sei diverso. Io e te ci siamo conosciuti in modo differente, cre-credo di non essere l'unico a sentire... un qualche legame. Non posso lasciarti tra quella gente rozza e manesca, ci ho provato ma non ci riesco semplicemente.>>
Il nobile ebbe la sensazione di essersi tolto un peso enorme dal petto, dicendo quella cosa, sebbene per lui fosse una cosa nuova, e la sua voce risultava instabile e tremolante. Non era abituato, a dire le cose così come le pensava. Di solito i suoi pensieri venivano passati in un filtro di ironia e cattiveria prima di poter essere pronunciati ad alta voce. Quella volta era diverso, così come aveva pensato, lo aveva detto.

E Seungmin lo guardava silenzioso.
Le parole non gli uscivano, come al solito. Nemmeno lui era abituato a dire ciò che sentiva, non ci poteva fare niente. Hyunjin d'altra parte non era mai riuscito a capire i suoi pensieri, i suoi occhi erano vuoti e scuri. Lo misero in soggezione, non riusciva a sostenere quel silenzio imbarazzante che si era creato.
<<io lo so che tu non hai nemmeno capito che se sei qui non è solo perché voglio aiutarti economicamente. Non capisci niente perché sei stupido e troppo convinto che io sia uno stronzo, ma non è così.>>
Gli occhi di Seungmin cadevano di tanto in tanto sulla tela dietro al telo bianco. Ed effettivamente dopo aver visto ciò che Hyunjin nascondeva con tanta bramosia, capì che non sapeva niente sul conto del nobile.

<<non del tutto, no.>>
Ragionò Seungmin, sulla base di quello che credeva di sapere.
<<e allora che cosa vuoi da me?>>
Gli chiese, sfacciato. Voleva capire, voleva sapere una volta per tutte il motivo di tanto interesse nei suoi confronti.
<<perché mi stai aiutando?>>
Hyunjin abbassò lo sguardo.
<<ci tengo che tu non muoia di fame o di salmonella. Non puoi mangiare solo pesce per tutta la vita.>>
Seungmin sorrise leggermente, divertito dal suo tentativo di esprimergli affetto.
<<apprezzo il tentativo, ma ti esce davvero male cercare di dire quello che pensi.>>
Hyunjin aveva riacquisito un po' di colorito in viso, forse un po' più tendente al rosso.
<<stai fin troppo bene, pensavo fossi quasi morto.>>

Seungmin lo guardò di sfuggita.
<<esagerato.>>
<<esagerato un cazzo! Ti ho visto lì, steso sul pavimento a faccia in giù, pieno di lividi, e ho subito pensato al peggio. E poi te lo giuro, appena riesco a capire chi sia stato lo ammazzo! Lo ammazzo!>>
Seungmin sorrise divertito. Il suo fare così spontaneo lo rasserenò in un batter d'occhio.
<<sei proprio esagerato, non è necessario.>>
<<certo che lo è, nessuno può permettersi di andare contro alle mie regole. Se non dovessi fare niente la cosa si ripeterebbe ancora e ancora.>>

Hyunjin guardò Seungmin sdraiarsi per bene, affondando la testa nel soffice cuscino. I capelli morbidi e castani erano sparsi su tutta la superficie della federa, e i mille pensieri che aveva nel cervello si riversavano piano piano sulla sera morbida.
<<ti dispiace se dormo un po'? Lo so che mi sono appena svegliato ma mi fa male la testa.>>
Hyunjin si alzò di scatto dal letto, lasciandogli più spazio per stendere le gambe.
<<n-no, fai pure. Più tardi ti porto la cena e delle medicine che devi prendere, ok?>>
Seungmin annuì silenzioso, con gli occhi ormai chiusi e i muscoli del corpo rilassati nel morbido letto di seta.
<<e senti... anche se ti ho pulito ieri sera, avresti bisogno di un bagno come si deve, quindi prima di metterti a dormire puoi farlo.>>
Aggiunse, uscendo dalla camera senza aspettare una sua risposta, come se fosse un'imposizione.

Dopo che sentì la porta della camera chiudersi, solo in quel momento il suo volto si lasciò sfuggire un sorriso. Mentre era in bilico tra il sonno e la veglia, nella sua testa continuavano a vorticare le parole che Hyunjin gli aveva riferito.
Sei mio amico.
Abbiamo un legame.
Tu sei diverso.
E insomma, ancor prima che se ne potesse accorgere, Hyunjin era riuscito a disorientarlo completamente. Ora che aveva anche la certezza che fosse stato Hyunjin a prendersi cura di lui, il suo cuore non accennava a rallentare, mentre il cavalletto, imponente e autoritario, lo guardava da un angolo della stanza.

The fisher ~Hyunmin~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora