Dopo una notte insonne

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I piedi nelle staffe
Le redini strette in mano
E si parte.
Sulla strada sterrata, lo zoppicare del cavallo produceva un suono quasi rilassante.
Con la testa nel vento e la schiena diritta, imponente, egli si sentiva proprio invincibile, pareva come se niente potesse scalfirlo, nulla potesse renderlo debole.
Man mano che si faceva più vicino alla meta tuttavia, il suo cuore si stringeva un poco.

E proprio quando sentì in lontananza, immerso nel sottobosco, il rumore dell'acqua infrangersi sulle rocce - suono che aveva imparato a conoscere meglio di qualsiasi altra cosa - iniziò a sentirsi strano.
E quando il sole baciò la sua fronte, non appena il suo volto fu scoperto dall'ombra delle fronde degli alberi, eccola che la vide: la casetta di legno di Seungmin.

Interamente di legno, con gli infissi bianchi e il sole che a quell'ora del mattino illuminava la sua fiancata sinistra.
Sembrava proprio uguale a come se la ricordava.
A parte il caminetto, dal quale durante la sua permanenza usciva un fumo denso che si disperdeva nell'aria, ora è spento.
I suoi occhi erano leggermente spalancati, le sue pupille fissavano ogni particolare dell'abitazione, dall'alto in basso, da destra a sinistra.
Dalle finestrelle potè scorgere il tavolo della cucina di scorcio
E per un attimo gli sembrò di vedersi seduto su una di quelle sedie

Mentre mangiava

Una modesta trota.

E fu quel ricordo, quella specie di allucinazione, non seppe bene come interpretarlo, che gli fece dubitare un attimo di ciò che stesse facendo.
Che cosa si aspettava di fare?
Cosa si aspettava che Seungmin avesse da dirgli?
Ci pensò un poco.
Forse Niente.
Poco o niente.

E allora perché era arrivato fin lì?

Dopo dieci minuti di paranoie finalmente si decise a far zompettare il cavallo qualche metro più vicino a casa sua, ma proprio quando si avvicinò di pochi passi, ecco che in lontananza vide arrivare una figura in groppa a un maestoso cavallo nero.
La riconobbe dal manto blu e oro che indossava: era il suo messaggero di turno, che era partito di giovedì e stava ritornando di sabato mattina, dopo aver trascorso la notte in una locanda del paese a causa del temporale.
Vedendolo arrivare, mentre ancora doveva svegliarsi per bene dall'immensa dormita in un letto scomodo e sciatto, Hyunjin si affrettò ad avvicinarsi a lui.

I due cavalli, entrambi investiti dal tiepido sole mattutino, ora erano uno di fronte all'altro.
<<Signorino Hwang, come mai è venuto fino a qui? Ha cavalcato tutta la notte e sotto la pioggia?>> chiese preoccupato l'uomo di mezza età, che quella settimana s'era trovato a soddisfare i capricci di un ragazzino.
Stropicciando il naso Hyunjin lo guardò con un'espressione severa.
<<ecco... in realtà ero troppo ansioso di aspettare che tu tornassi. Quando vi mando qui a consegnare i bigliettini voi tornate giorni e giorni dopo, e io mi ero stancato di stare con le mani in mano. Ti è chiaro?>> sentenziò col broncio, piazzando alla fine della frase un sonoro starnuto.
<<sono desolato ma questa notte ha piovuto a dirotto e->>
<<insomma, guardami Beom Seok! Sono tutto fradicio per via della tua incompetenza! Sono così stanco non ho nemmeno dormito!>>
<<io davvero non so come scusarmi, signorino Hwang...>>

Hyunjin lo squadrò da capo a piedi, sembrando non aver ascoltato minimamente le scuse poco sentite del messaggero.
<<E allora? Me lo dai questo bigliettino o no?>> chiese impaziente. Tuttavia l'uomo non sembrò molto convinto.
<<i-il bigliettino? Senta so che non sono affari miei ma.. ora che lei è qui, non potrebbe parlare a Seungmin di persona, ecco credo che->>
<<non me ne importa niente di quello che credi tu. Dammi questo biglietto del cazzo e fammelo leggere.>> disse, cercando di essere il più autoritario possibile mentre tirava su il mocciolo che gli pendeva dal naso.
Nel frattempo, entrambi guardarono il cielo, che aveva iniziato a brontolare.
<<accidenti, sembra stia per piovere.. non è possibile, fino a pochi minuti fa c'era il sole... dovremmo fermarci da qualche parte, signorino, non le farebbe bene prendere altra acqua.>>
<<dammi questo biglietto ho detto.>> lo zittì, noncurante delle informazioni meteorologiche che l'uomo gli stava fornendo.

L'uomo lo guardò esitante, per poi ficcare la mano nella sua sacca ed estrarre il foglio accartocciato.
Hyunjin fece avvicinare il cavallo al suo, per poi finire l'uno a fianco dell'altro. Lo prese frettoloso, e prima di aprirlo si soffermò a osservarlo con le sopracciglia aggrottate.
<<signorino, io non credo sia una->>
<<shh.>> alzò l'indice destro, vicino al viso dell'uomo, mentre con l'altra mano aprì tutto d'un fiato il foglio. Il cuore batteva forte, mentre ormai la pioggia aveva ricominciato improvvisamente a cadere copiosa dal cielo.

Una volta letto tutto il contenuto, non seppe bene come interpretare le lacrime che gli salirono agli occhi, se forse erano di vergogna, per essere arrivato fin lì per davvero, o di dolore, nel sapere che quel suo così ardente desiderio di rivedere Seungmin non era per nulla ricambiato da parte del ragazzo.
Seppe solo che quel "io non ti vorrei rivedere nemmeno se fossi disposto a donarmi tutte le tue ricchezze" lo fece arrabbiare a tal punto da strappare il bigliettino e gettarlo in aria, per poi cambiare la direzione del suo cavallo e iniziare a camminare lontano dalla casa del ragazzo, intimando l'uomo di non seguirlo e di non rivolgergli la parola.

Dopo una notte insonne e quel lungo viaggio, ciò che Hyunjin ricavò in cambio fu soltanto un gran sonno e dei vestiti zuppi d'acqua.
Non aveva mai compiuto buone azioni, ma dall'esperienza che aveva avuto con Kim Seungmin capì che proprio non ne valeva la pena.
Ogni volta che egli compiva un passo avanti verso il ragazzo, quello ne faceva dieci all'indietro, continuando a scappare da lui.

E Hyunjin solitamente, non rincorre proprio nessuno.

È lui che solitamente compie quei dieci passi, lasciando che siano gli altri a rincorrerlo avanzando affannosamente verso di lui.

Tuttavia, ogni volta che Seungmin lo respingeva, la voglia di Hyunjin di scoprire se, azzardando di un altro passo nella sua direzione, sarebbe riuscito a cessare la fuga del pescatore era sempre troppa.
Ma il risultato di ogni suo tentativo era sempre il medesimo: Kim Seungmin lo faceva incazzare per bene, lasciando che il desiderio del nobile crescesse a dismisura ad ogni rifiuto.

The fisher ~Hyunmin~Where stories live. Discover now