Il canto del pescatore

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I giorni a casa Hwang passavano, grazie a quella chitarra Seungmin si sentì un po' meno schiavo e un po' più sé stesso.
Si esercitò tutti i giorni, le ore di riposo che gli erano concesse le passava tutte nella sua sala delle prove, mentre Hyunjin lo ascoltava fuori dalla porta. Ogni tanto entrava, si, ma la verità era che si sarebbe vergognato di far sapere a Seungmin che lo avrebbe ascoltato anche tutto il giorno.

Il nobile scoprì uno strano amore per la musica durante quel periodo.
Non gli era mai piaciuta particolarmente, di solito era costretto ad ascoltarla durante le feste, ed era costretto a capirne il ritmo per poter dirigere adeguatamente la propria dama sulla pista.
Il suo ascolto alla musica di Seungmin era diverso, non era imposto, e la sua melodia era più tranquilla e sincera, qualcosa che mai avrebbe pensato potesse provenire dalle sue mani.

Un giorno da fuori la porta lo sentì anche cantare. Non l'aveva mai fatto, Hyunjin riconobbe le note della canzone che tanto aveva aspettato di sentire di nuovo, la melodia che Seungmin gli suonò quel giorno nella campagna.
Ascoltandola di nuovo gli sembrò di visualizzare nella mente le fronde di grano che frusciavano nel vento, il gracchiare dei corvi che volavano in cerchio sul campo, e la pelle di Seungmin che risplendeva alla luce del tramonto, mentre suonava quella melodia.

Quella canzone aveva anche un testo?
La voce di Seungmin cantava piano, ma non era sussurrata, aveva un tono pieno e tranquillo, non la stava forzando in alcun modo. Hyunjin non si sarebbe mai aspettato potesse cantare così, lui era timido, la sua voce al contrario era sincera e aperta.
Tuttavia era così delicata, aveva quella punta di malinconia che la rendeva indubbiamente sua.
Entrò nella stanza, da fuori non sentiva le parole del testo, e nemmeno poteva vedere come il suo viso risultasse mentre cantava.
Finalmente lo vide, aveva gli occhi chiusi, il suo viso era trascinato completamente nella sua canzone.
Hyunjin non poteva credere che non se la ricordasse bene e avesse bisogno di ripassarla. Quella canzone Seungmin se la sentiva addosso, e il nobile poteva vederlo.
Imbracciava la chitarra con sicurezza, le dita si muovevano agili, mentre la sua figura in controluce dondolava piano a ritmo della canzone.

E quella visione meravigliosa durò solo per pochi secondi, Seungmin aprì gli occhi e vide il nobile davanti a sé con la bocca schiusa che lo fissava, interrompendo bruscamente la magia.
Distolse lo sguardo imbarazzato cercando di riprendere il controllo delle sue emozioni che aveva lasciato andare nella musica.
Anche Hyunjin guardò altrove, rendendosi conto di averlo messo in imbarazzo.
Rimasero in silenzio per qualche secondo, guardando entrambi il pavimento.
<<potresti... farlo anche durante la serata.>> Hyunjin non sapeva che intonazione usare per fargli capire quello che pensasse davvero, senza scegliere una frase che risultasse troppo sentita.
Seungmin continuava a tenere lo sguardo sul pavimento. Dopo quella frase del nobile provò una vergogna enorme.
<< non dovevi sentirlo.>>
<<ormai l'ho fatto.>>
Il ragazzo scosse la testa, continuando ad aspettare il momento in cui Hyunjin rinsavisse e iniziasse a prendersi gioco di lui. <<non credo sia possibile.>> non avrebbe mai cantato di fronte a nessun'altro.

Hyunjin non capiva per quale motivo avesse paura di qualsiasi cosa. Di avvicinarsi alle persone, di ammettere il suo valore.
Cose che il nobile non aveva mai nemmeno lontanamente provato nella sua vita.
<<hai paura di farlo davanti agli altri? Sei capace. Non dovresti sempre sottovalutarti.>>
Seungmin sorrise amaramente. <<non dovresti darmi consigli tu che non hai mai avuto questo problema.>>
Hyunjin sopraelevava sé stesso rispetto agli altri, anche solo il pensiero di vergognarsi di fronte a qualcuno non era mai passato nella sua testa. Voleva sapere perché per Seungmin fosse così, ma chiederglielo sarebbe risultato fuori luogo.
<<forse proprio perché non ho questo problema ti posso aiutare, non credi?>>
L'unica cosa che poteva fare era offrirgli il suo aiuto, che sapeva non avrebbe accettato facilmente.

I giorni passavano e Seungmin non cantò più. Forse aveva scoperto che Hyunjin si appostava dietro la porta della stanza in cui si esercitava, o forse perché la sua vergogna era cresciuta da quel giorno.
Il nobile andava ad ascoltarlo giornalmente, non dicendo più una parola.
Tuttavia anche quando non era lì con lui, se ne stava lì ogni giorno a pensare al pescatore. Da quando lo aveva visto cantare, con quel suo viso sereno e quella voce calma e dolce, qualcosa dentro di lui si era mosso.

Quando Seungmin gli parlava la sua voce era severa e annoiata, quando lo sentì cantare quel giorno gli sembrò sereno per la prima volta da quando lo conosceva. Vederlo così gli riempì il cuore, desiderò con tutto se stesso essere trattato come musica da Seungmin.
Ma purtroppo questo non era possibile.

Entrò nella sala prove anche quel giorno, circa tre giorni dopo di quando lo sentì cantare.
Seungmin si era abituato a farsi sentire da Hyunjin, il nobile si metteva davanti al suo sgabello, con le braccia conserte, e iniziava a suonare tutto il repertorio. Una volta finito, soddisfatto, si alzava e se ne andava.
In quel momento Hyunjin si era seduto davanti a lui, forse un po' più vicino rispetto alle altre volte.
Arrivati alla terza canzone del repertorio, Hyunjin ci provò.
<<senti non... non è che ti andrebbe di cantare di nuovo quella canzone?>> ci stava pensando ormai da tre giorni, la maledetta voce di Seungmin non riusciva a uscirgli dalla testa.
Un'altra cosa che si era aggiunta alle cose a cui pensava continuamente del pescatore, oltre al suo bel viso e alla sua personalità impacciata.
Seungmin alzò gli occhi dalla chitarra per guardarlo. <<non se ne parla. Smettila di provocarmi.>>
<<non ti sto provocando. Voglio sentirla di nuovo.>>
<<ti ho detto che non voglio farlo.>>

Hyunjin si sentiva strano ogni volta che Seungmin non voleva condividere con lui la sua arte, la sua passione.
<<ma perché no?>>
<<non ci riesco, ok? Potresti smetterla di imbarazzarmi?>>
Quello a cui non pensava era che nemmeno lui aveva mai condiviso con Seungmin la propria, anzi di sé non raccontava assolutamente nulla al ragazzo.
La verità era che raccontava solo ciò che voleva, e quello che odiava di sé stesso lo lasciava sepolto dentro fin quando non sarebbe venuto fuori a forza.
<<bene. Se non vuoi farlo non è affar mio, io sono il tuo signore adesso, quindi ciò che voglio ascoltare tu suonerai.>>

Ed eccolo, lo Hyunjin che vuole avere il controllo su chiunque e su qualsiasi situazione.
Seungmin allargò leggermente gli occhi, spiazzato. Il nobile non aveva ancora esercitato il potere che aveva su di lui in quel modo.
<<davvero fai così?>>
Hyunjin distolse lo sguardo impassibile. Seungmin continuava a guardarlo, con le sopracciglia corrucciate.
<<non credevo di essere diventato solo un servo per te.>>

Da quel giorno oltre al suo bel viso, al suo carattere e alla sua voce, Hyunjin non riusciva a smettere di pensare a quella frase.
Che cosa erano loro? Se lo era chiesto dal giorno in cui Seungmin glielo aveva domandato.
Sapeva solo che avrebbe voluto avvicinarsi di più a lui, tutto qua. Solo che semplicemente non ci riusciva. Avrebbe voluto chiedere a Seho come ci era riuscito.

Anche quel pelato andava ad ascoltare spesso Seungmin. Quel nano malefico si sedeva al suo fianco, e iniziava a dondolare a ritmo di musica sorridendo come un bimbo. Gli piaceva stare lì, anche a non fare nulla, soltanto sdraiato sul tappeto ad ascoltare la musica lo rendeva felice, anche se poi finiva per spendere quasi tutto il suo tempo libero in quella stanza a dormire sul pavimento.
Hyunjin si sentì sabotato da Seho, era sempre appiccicato a Seungmin e per di più avevano gli stessi turni, perciò tutto il loro tempo libero lo passavano incollati l'uno all'altro.

Perché mai Seungmin lo odiava così tanto da non volerlo lì mentre suonava e invece Seho aveva il diritto di ascoltare la sua musica quanto voleva?
Il pensiero di essere al secondo posto lo mangiava vivo.

The fisher ~Hyunmin~Where stories live. Discover now