Il ricordo sbiadito di una melodia

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<<vuoi guadagnare qualche soldo in più?>>
Chiese Hyunjin a Seungmin, sulla strada del ritorno.
Il nobile era riuscito a scollarsi Seho di dosso comprandogli un anello con una piccola pietra preziosa verde. Che fosse smeraldo o meno, poco importava al servo, al quale interessava soltanto il luccichio e i riflessi colorati sulla superficie della pietra. La guardava camminando a dieci metri di distanza da loro, senza più curarsi di Seungmin.
<<cosa?>>
<<so che vuoi mandare più soldi possibili a tuo padre, ma qualche svago te lo meriti.>>
Disse riferendosi all'invito in osteria che Seungmin aveva rifiutato.
<<sono arrivato qui ieri, non credo di potermelo permettere.>>
Hyunjin roteò gli occhi. Voleva aiutarlo davvero, ma non avrebbe voluto trattarlo come tutti gli altri schiavi. Semplicemente lui non era come loro.
<<sai suonare la chitarra, no? Suonala per gli ospiti della prossima settimana, guadagnerai qualche soldo in più. Solitamente invitiamo qualche musico che possa fare da sottofondo per la serata e per i balli di gruppo.>>
Seungmin alzò le sopracciglia, guardando lo sterrato e calciando un sasso.
<<come? Non ne sarei in grado, non si può fare. Non sono un professionista.>>
<<che cosa dici? L'hai suonata per me tanto tempo fa, mi è rimasto in mente.>>
Seungmin lo guardò con la coda dell'occhio, trattenendo un sorriso.
<<ti ricordi di quel giorno?>>
Hyunjin strinse le labbra l'una contro l'altra, ripensando alle mani delicate e sicure del ragazzo premere con dolcezza le corde dello strumento, mentre sul suo viso concentrato ricadevano i capelli castani.
<<mhh, è difficile dimenticarlo.>>

Quella sera Seungmin si distese nel suo letto, che ancora una volta era vicino a quello di Seho. I servi dormivano su materassi stesi per terra, tutti in un unico androne.
Guardò il soffitto, ripensando alle parole di Hyunjin di quel giorno.
Che cosa fosse un boomerang, non credeva di averlo ancora capito bene.
Aveva avuto il coraggio stupido di chiedere a Hyunjin che cosa fossero loro due, che cosa ci fosse tra di loro.
Aveva provato a definirlo amico, ma alle orecchie di entrambi quella definizione sembrò strana e forzata.
Forse non avevano bisogno di un'etichetta, forse la bellezza di quel rapporto era che bene o male resisteva anche senza una definizione.

<<allora suonerai la chitarra domani? Davvero sei capace?>> chiese Seho, mentre ancora stringeva l'anello verde tra le mani.
Seungmin girò la testa per guardarlo, anche se nella penombra della stanza poteva solo vedere la sua testa pelata sporgere dalla coperta.
<<è Hyunjin che ha insistito, alla fine credo che non mi possa tirare indietro.>>
Sentì un mugolio provenire da sotto la sua coperta.
<<ohh, chiaro. Non vedo l'ora di sentirti, sei troppo modesto.>>
Seungmin girò nuovamente la testa per guardare il soffitto.
<<Hyunjin deve davvero tenerci a te. Senti ma che cosa c'è tra di voi?>> chiese sbucando fuori dalla coperta, poggiando il mento sui pugni e guardando Seungmin curioso.
Era da molto che avrebbe voluto chiederglielo, lui conosceva solo il nome del fantomatico pescatore con cui Hyunjin si era fissato. Non conosceva dettagli, non conosceva i suoi sentimenti a riguardo.
<<ci conosciamo, ecco tutto. Mi servivano soldi e si è offerto di aiutarmi.>>
<<bell'aiuto, trasformarti nel suo schiavo personale.>>
<<no fraintendi, mi ha offerto denaro ma io ho rifiutato. Questo è l'unico modo per cui possa rendermi utile per lui.>>
Seho si coprì il viso.
<<ti ha offerto del denaro, senza che tu glielo chiedessi?>> questa cosa Seho non la sapeva.
Seungmin strinse le labbra, annuendo. Forse aveva parlato troppo? O forse Hyunjin aveva già detto queste cose a qualcun altro senza dargli peso?
<<hai fatto un vero e proprio miracolo, Seungmin.>>
<<che ho fatto?>>
<<lo hai fatto impazzire! Quello non farebbe una cosa del genere nemmeno per la sua famiglia, lo capisci?>>
Il pescatore non si era mai reso conto di quanto quella generosità improvvisa di Hyunjin fosse un avvenimento raro. Si sentì strano.

<<non riesco a capire che cosa ci sia di così speciale tra di voi per spingerlo a tanto.>>
<<credo tu sia fuoristrada. Ancora oggi non so per quale motivo l'abbia fatto, non ne abbiamo mai parlato.>>
<<perché non glielo chiedi? Quando vi mandavate quei bigliettini Hyunjin impazziva per tutta la settimana.>>
<<in che senso?>>
<<tornava il messaggero, e subito Hyunjin si fermava, qualsiasi cosa stesse facendo, per leggere ciò che gli avevi scritto. Poi quel biglietto se lo teneva in tasca per giorni, come se volesse conservare un pezzettino di te.>>
Seungmin arrossì. Quella cosa l'aveva fatta anche lui, con il primo bigliettino di Hyunjin.
<<sicuramente non è come dici tu. Quei soldi li ha inviati per darmi fastidio, per ripicca. Dovresti saperlo meglio di me, che Hyunjin si diverte a giocare e non smette finché non vince. E a vedermi qui adesso, a casa sua, si direbbe proprio abbia vinto.>>

<<Seungmin ho ragione io, fidati. Ogni volta che aveva da risponderti ai bigliettini ci assillava per una settimana per decidere le poche parole perfette da inviarti. Solitamente i bigliettini con più sarcasmo e insulti erano i migliori. Sembrava di dover comporre un haiku: scegliere poche parole cattive da scrivere sul bigliettino.>> Al pescatore vennero in mente gli Haiku sulla neve che Changbin gli insegnò a leggere. Sapeva cosa fosse solo grazie a lui.
<<ci metteva ore a scrivere quattro parole su un pezzo di carta, era ridicolo.>>
Seungmin aveva sempre pensato che Hyunjin non pensasse più di tanto a quello che diceva. Adesso Seho gli stava raccontando il contrario, che chiedesse consigli a tutti i servi per capire cosa fosse meglio scrivere per risultare figo.
Possibile che gli importasse così tanto?
Non era sicuro di potersi fidare delle parole di Seho.

Il giorno seguente fu fornita a Seungmin una chitarra bellissima. Legno di acero europeo, corde scintillanti e ben accordate. Quando il pescatore la imbracciò, sentì una grande nostalgia di casa. Quando fece scorrere le sue dita sulle corde, gli sembrò di sentire la voce di sua madre, che gli parlava dolcemente.
<<vedo che ti piace.>> constatò Hyunjin, non appena entrò nella stanza dove era stato permesso a Seungmin di esercitarsi.
Il ragazzo si girò, ancora tenendo tra le braccia la chitarra, come fosse un tesoro prezioso.
<<mh mh.>>
Hyunjin si sedette vicino a lui, guardando le sue mani tenere la chitarra.
<<puoi suonare quello che vuoi, hai una settimana per prepararti.>>
Seungmin sorrise leggermente, facendo scorrere lentamente le dita sulle corde.
Hyunjin le guardava incantato.
Sembrava trattare meglio lo strumento e la canna da pesca che le persone.
Con quei due oggetti le sue mani erano delicate e docili, esperte, sapevano come muoversi e quali punti toccare. Per un momento Hyunjin desiderò di essere toccato in quel modo da Seungmin.
<<mi daresti degli spartiti?>> le sue mani smisero bruscamente di carezzare lo strumento, e la magia finì. Hyunjin rinsavì bruscamente alla realtà.
<<si, te li farò avere presto. Nel frattempo esercitati su quella canzone che mi suonasti quel giorno.>> il nobile, per quanto cercò di non far svanire dalla sua mente la melodia prodotta da Seungmin, se la dimenticò totalmente.
Il pescatore lo guardò con la bocca schiusa. I suoi occhi luccicavano, anche se il resto del suo viso non esprimeva alcuna emozione.
Hyunjin si fermò a guardarlo, quel luccichio.
<<per favore, suonalo di nuovo.>>
Ancora una volta il nobile si era ritrovato a rincorrere Seungmin, a pregarlo. 
Il pescatore distolse lo sguardo imbarazzato.
<<non essere così serio, mi fai venire i brividi.>> tornò a muovere le dita sfiorando le corde, guardando concentrato lo strumento.
Hyunjin si sentì un idiota.
<<dico davvero, la voglio sentire ancora.>>
<<non me la ricordo.>>
<<come sarebbe? Non è possibile.>>
<<smettila di insistere, la suonerò dopo essermi esercitato.>> sentenziò Seungmin, senza lasciare spazio alle lamentele dell'altro, lasciandolo affamato e desideroso di sentire la melodia che si era dimenticato da tanto tempo.

Come suo solito. Lasciava che nel nobile crescesse il desiderio, e che si facesse più forte ogni volta che gli diceva di no. Non ne era consapevole, che così facendo avrebbe finito per far impazzire Hyunjin di lui fino alla follia.
Perché Seho senza troppi sforzi si era guadagnato il sorriso e la benevolenza di Seungmin mentre lui ancora non ci era riuscito? Anche se si sforzava di andargli incontro, il pescatore fuggiva sempre. E per Hyunjin ormai riuscire ad acchiapparlo era diventata una sfida estenuante.

The fisher ~Hyunmin~Kde žijí příběhy. Začni objevovat