Con l'acquolina in bocca

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Quando vide il suo viso vicino al suo quella mattina gli passò un brivido lungo la schiena.
Percorse tutta la colonna vertebrale, come una scarica elettrica, e allora pensò che tutta la strada che aveva percorso la notte precedente non fu così faticosa, se alla meta ad aspettarlo ci fosse il viso calmo di Seungmin che dormiva.
Era come se in quel momento il pescatore avesse messo in pausa la sua vita.
Gli amici, le commissioni, le fidanzate, le prostitute, le feste, la pressione dei genitori sul matrimonio.
Tutto quanto si era congelato nell'istante in cui Hyunjin era entrato in quella legnosa stanza senza tempo, in cui un anno prima i due litigavano guardando la luna dalla piccola finestra del lucernario, e ora dormivano insieme chiedendosi della vita in quel tempo di lontananza. Certe cose non cambiano proprio mai.

Si alzarono entrambi molto presto, presi dall'imbarazzo e dalla soggezione di dormire con un semi sconosciuto nella stessa stanza e a pochi metri di lontananza. Sopraggiunse subito un piccolo litigio sul come Hyunjin avesse piegato male le coperte che aveva usato e sul fatto che non avesse intenzione di rifare il letto "tanto questa sera ci devo dormire di nuovo."
Seungmin gli rispose che se non avesse lasciato tutto in ordine lo avrebbe lasciato a dormire fuori, e allora prese a rifare il letto svogliatamente, sotto l'occhio attento dell'altro.
Tutto sembrava uguale a prima, entrambi non avevano intenzione di smetterla di litigare come due bimbi, e non avevano perso la voglia di nascondere ciò che avevano da dirsi.

Nel pomeriggio si misero a tavola, dopo aver fatto una passeggiata in paese e aver comprato qualche ortaggio e frutta fresca dall'attività della famiglia Jisung. Hyunjin stentava a credere alla quantità innumerevole di daikon e funghi freschi di tante gradazioni sfilare su quel bancone, in attesa di essere comprati e cucinati con amore dalle mani precise di Seungmin.
A tavola vi erano tre frittate di funghi, un carpaccio di tonno da dividere e qualche fetta di pane raffermo. Quello era un giorno di festa per il vecchio pescatore, così mise a tavola tutto ciò che aveva nella dispensa. I suoi occhi rugosi guardavano contenti i due giovani, che mentre mangiavano si pestavano i piedi da sotto il tavolo e difendevano il loro territorio sulla tavola a suon di gomitate.

A fine pasto il padre si alzò, e quando i due rimasero soli Hyunjin si mise a giocare con i resti di cibo all'interno del piatto. Il suo cervello non smetteva di pensare.
<<quindi... se i soldi non fossero gratuiti ma guadagnati.. li accetteresti?>>
chiese Hyunjin a Seungmin che si era alzato per lavare i piatti nel lavello.
Mentre insaponava un bicchiere si ritrovò a roteare gli occhi. Già ne aveva abbastanza di quella storia dei soldi. Avrebbe voluto passare il tempo che aveva con Hyunjin non pensando a nulla, proprio come ai vecchi tempi, non a cose degli adulti che lui era già abituato a pensare. <<Hyunjin...>>
<<Seungmin dai rispondimi.>> insistette il nobile.
<<Beh... insomma, i soldi che guadagno con il mio lavoro li accetto proprio perché derivano dal frutto della mia dedizione. Perciò si.>>
Hyunjin fermò la forchetta con cui raschiava il piatto insistentemente.
<<mhh. Quindi se comprassi davvero quei cento chili di trote tu i miei soldi li accetteresti?>>
<<no. Vedi, se il ricavato di una settimana di lavoro andasse tutto nelle mani di un singolo cliente, non rimarrebbe nulla per gli altri abitanti del paese. Rischierei di perdere clienti per le prossime settimane. E poi non ci sarai sempre tu a comprarmi tutto quel pesce, non posso contare su di te.>>
Hyunjin sbuffò. Quanti pensieri difficili passavano nella mente della plebe. Per lui era tutto troppo complicato da capire.
Sul suo viso apparse una smorfia.
<<tsk, certo che sei proprio complicato tu.>>
<<non sono io, è solo che mi saresti solo d'intralcio così, non mi aiuteresti, se è quello il tuo obiettivo.>>
Il cervello del nobile continuava a riflettere.
Seungmin a quel punto si girò, guardando Hyunjin dritto negli occhi.
<<smettila con questa storia, tu non mi devi proprio niente, hai capito? Non voglio il tuo aiuto. Io un lavoro ce l'ho e sono indipendente, non ho bisogno di te.>>
Hyunjin distolse lo sguardo.

Era abituato a sentirsi dire il contrario, dagli altri.
Dalle dame che scaricava e piangevano per lui, dai suoi amici che lo invitavano ai banchetti per ravvivare la festa, dalla sua mamma dagli occhi gentili che gli ripeteva spesso "ti voglio bene".
Ma tutto questo non gli importava, per lui ottenere l'attenzione di quelle persone era troppo semplice. Alle dame bastava il suo bel viso, agli amici i suoi soldi per l'alcol, e alla sua mamma non servivano motivi concreti per volergli bene.
Lui adesso voleva solo l'attenzione di Seungmin, e ci aveva provato a comprarla con il denaro. Comprare dieci chili di trote non era servito.
Ed ecco che quella sensazione di fastidio sopraggiunse di nuovo: lui faceva un passo verso il ragazzo, e quello ne faceva dieci all'indietro.
Non ha bisogno di lui, è questo quello che gli dà fastidio.
Perché seppur lui abbia tutto, a Seungmin non interessa, non ne ha bisogno.
E al contrario, Seungmin non aveva proprio niente, eppure Hyunjin senza di lui non ci poteva stare.
È questo quello che gli dava fastidio.
Essere lui a necessitare di qualcuno a cui non importi niente dei suoi soldi, del suo bel viso.

<<Non volevo aiutarti. È solo che ho una voglia insaziabile di pesce fresco. Tutto qua.>>

The fisher ~Hyunmin~Where stories live. Discover now