2. I looked for the colors but I find only the black

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Alexia.

Il terzo mese ha inizio oggi.

La sveglia mi avverte che è ora di svegliarsi e il suo suono riecheggia tra le pareti della stanza che non condivido con nessun essere umano (grazie a Dio).

Scendo frettolosamente, aggiustandomi il nodo storto della cravatta verde anche se il mio unico scopo è andare a fare colazione.

Tutti i tavoli sono quasi pieni.
Compreso il tavolo dei serpeverde.

C'è solo un posto decente in cui posso starci senza stare in mezzo tra due studenti come se fossi del prosciutto in un panino, ma guarda caso in quel posto sarei dovuta stare vicina a quella stronza di Astoria.

Mi siedo facendo finta di niente e prendendo un bicchiere per versarci l'aranciata.

Fai finta di niente e lei non si accorgerà nemmeno della tua presenza.

Certo, come no.

Lei si farebbe impiantare i radar pur di venirmi a cercare a discutere con me.

«Ragazzi, è arrivata la messicana» urla a squarciagola a tutti i serpeverdi presenti.

Si innalza un mormorio di risate di sottofondo.

Ma che cazzo c'è da ridere, se sono nata in Messico che cazzo centro io, mica potevo scegliere o chiedere a mia madre di partorirmi in Inghilterra solo per far contenti un gruppo di ragazzi depravati.

«Nemmeno a me vanno a genio le londinesi accaldate come te ma di certo non ti insulto dicendoti che le tue battute di merda ormai fanno piangere dal ridere solo le nuvole che stanno in cielo» rispondo.

Il fiato mi si era esaurito ma lo recupero ben presto.

«Ops, l'ho appena fatto, scusi sua maestà, non volevo offenderla» dico ironica facendo la finta dispiaciuta.

Vedo i suoi tratti indurirsi e la rabbia far capolino nella sua mente.

«Mi stai insultando?» chiede stringendo i pugni.

Adesso qualsiasi persona di sesso maschile mi deve dire cosa ci vede in lei, sarà pure bella ma cazzo, il criceto che avevo quando avevo 8 anni era più intelligente anche se ha mangiato uno dei suoi figli.

La sua voce è fottutamente stridula e l'odore della gomma alla menta è così pungente da farmi lacrimare gli occhi.

«Sì, è quello che sto facendo» le sibilo alzandomi di scatto.

«Hai così tanta rabbia repressa da doverla sfogare su di me, la morte della tua nonnina non ti ha aiutato, vero? O magari sei invidiosa del fatto che Malfoy preferisce me?»

Si alza anche lei.

Espira, inspira, espira, inspira.

Fallo come se stessi fumando.
Senti la nicotina che placa tutto quel rancore e quella rabbia.

Il formicolio alla mano che smette lentamente.

«Sappi che io non sono come tutte le tue altre schiavette che ti puliscono il culo, se c'è qualcosa che mi fa' girare i coglioni, io lo dico e non me ne sto zitta perché una gatta morta mi ha detto di tacere mettendo in mezzo mia nonna o Malfoy» le punto un dito contro.

Non urlo, anzi, sussurro senza mai staccare il mio sguardo dal suo.

Ho la tentazione di perdere la pazienza, di lasciarmi andare ma so che sarebbe una perdita di tempo per una come lei.

Sonder // Mattheo RiddleWhere stories live. Discover now