31. Midnight

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Mattheo

Giorno 16
Martedì 19 novembre 1996 ore 18:03

Mi sento così tremendamente in colpa.

So perfettamente delle paure di Alexia.
So tutto di lei.
L'ho voluta portare sulla London Eye e questo è stata la conseguenza.

Se non ce ne saremmo andati la cabina sarebbe crollata e noi con lei.

Mentre dorme non sembra che possa avere così tanti problemi.
Poi guardi i suoi occhi svuotati e capisci che manca un pezzo.
Che c'è qualcosa che non va.

I tagli sulla sua mano sinistra sono ancora aperti e solo il pensiero che abbia potuto fare una cosa del genere mi provoca brividi.

Non ho intenzione di distogliere la mia attenzione da lei.
Non l'ho fatto prima e non lo farò per le restanti ore in cui sarà così vulnerabile che perfino il suo stesso cervello può giocare brutti scherzi.

Il suo diario sul mio ventre mentre contemplo il vuoto.
A quanto pare ho trovato un appiglio sul muro di questa sua camera.
Il suo diario aperto su una pagina precisa.
Su una pagina strappata di cui ne rimane solo una data.

Primo settembre 1994.

Il mio respiro si è infranto nell'esatto istante in cui i miei occhi hanno letto quelle parole.
In cui ho scoperto chi fosse realmente Marisol.

L'ossigeno sembrava piombo per i miei polmoni.
La mia mente è occupata a realizzare tutto quello che ho appena letto.

Frasi corte e coincise.
Frasi semplici ma letali.

Una mano rovente ha il mio cuore in mano e lo sta stritolando con l'unico intento di strapparmelo dal mio organismo.

Ho bisogno di togliere tutti i miei pensieri.
Ho bisogno di trovare un modo di scaricarli da me.

Le mie mani vogliono fare qualcosa per attenuare quelle voci.
Voci che mi costringono a chiudere gli occhi e immaginare, ascoltare e capire quello che dicono.

La colpa mi sta annientando.
Ho bisogno di attenuarle.
Ho bisogno di distogliere i miei pensieri.

Non so nemmeno io come mi sento ma quando la sua voce entra nelle mie orecchie.
Il suo sguardo ammutolito sembra annientare ogni mia rassicurazione.

Ora ha un motivo in più per odiarmi.
Per cacciarmi di casa.
Sì, mujer, arrabbiati con me.
Allontanami.
Insieme siamo soli due dannati che stanno cercando l'ascesa in paradiso.






*





Alexia

Giorno 16
Martedì 19 novembre 1996 ore 018:45

Il respiro non riesce più ad arrivare ai polmoni.

Mi è bastata solo l'immagine di lui con il mio diario tra le dita per scatenare l'inferno dentro il mio animo che sembra bruciare da sotto la pelle.

Perché l'ha preso?
Cos'è successo?
Perché stavo dormendo?

La confusione dentro la mia testa è troppa e la tensione che costringe i miei muscoli ad irrigidirsi è così alta da provocarmi un forte mal di testa.

Gli occhi di Mattheo sembrano essersi rotti.
La sua faccia riempita di stupore non riesce a scusarsi.

Le sfaccettature delle sue iridi sembrano insediarsi nella mia anima e disperderla nei suoi labirinti.

Siamo due ciechi dispersi in quelle mura che cercano la via d'uscita.

«Perché hai il mio diario in mano?» mi alzo di scatto e le mie gambe sono deboli e tremanti come se la forza di gravità fosse diventata un peso immane che mi schiaccia a terra.

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